La pressione politica e diplomatica nei confronti della Russia si intensifica. In una dichiarazione congiunta, i ministri degli Esteri di Francia e Regno Unito – Jean-Noël Barrot e David Lammy – hanno rivolto un appello diretto a Vladimir Putin affinché fornisca una risposta immediata alla proposta americana di cessate il fuoco in Ucraina. Durante la sessione straordinaria della Nato svoltasi a Bruxelles, entrambi i capi della diplomazia occidentale hanno accusato il presidente russo di “trascinare i piedi” e di non essere realmente interessato a una soluzione pacifica.
Parigi e Londra accusano Putin: “Colpisce civili, ostacola la pace, risponda subito agli USA”
Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, ormai tre settimane fa Kiev aveva formalmente accettato di aprire a una tregua immediata e senza condizioni. Un gesto ritenuto da Stati Uniti, Unione Europea e Alleanza Atlantica come un’opportunità concreta per congelare il conflitto e avviare un processo negoziale credibile. Tuttavia, la risposta da parte di Mosca non è mai arrivata. Al contrario, il Cremlino ha continuato a intensificare gli attacchi, colpendo soprattutto infrastrutture civili ed energetiche, e allontanando ogni possibilità di de-escalation.
Le accuse: “Colpite popolazioni civili, Putin gioca col tempo”
Barrot e Lammy sono stati espliciti. Nella nota congiunta, diffusa alla stampa internazionale, si parla chiaramente di “atti deliberati contro la popolazione civile” e di “bombardamenti sistematici su centrali elettriche, impianti idrici, ospedali e scuole”. Gli attacchi, proseguono i ministri, “sono una chiara violazione del diritto internazionale e rappresentano crimini di guerra che non possono essere ignorati né lasciati impuniti”. Il sospetto, condiviso da diversi analisti militari, è che Mosca stia guadagnando tempo per riorganizzare le truppe e mettere pressione politica sugli alleati occidentali in vista di future negoziazioni da una posizione di forza.
Il fronte diplomatico si mobilita
La riunione della Nato a Bruxelles si è svolta in un clima di crescente preoccupazione. Molti paesi membri, soprattutto quelli dell’Europa orientale, temono che la mancata risposta russa sia parte di una strategia più ampia, volta a creare instabilità continua ai confini dell’Unione Europea e a prolungare il conflitto in una forma latente ma costante. David Lammy, da poco insediato alla guida del Foreign Office, ha rilanciato il ruolo britannico nel quadro internazionale, sottolineando che “la pace si costruisce solo con atti concreti e con una leadership disposta al dialogo, non con l’ambiguità e l’aggressione”.
Putin sotto accusa ma ancora saldo al Cremlino
Nonostante la pressione internazionale, Vladimir Putin continua a godere di un forte controllo interno sul potere. I media russi, saldamente sotto la supervisione del governo, riducono la portata delle offensive, insistendo sulla retorica difensiva e presentando la guerra come una risposta legittima all’espansionismo occidentale. Le dichiarazioni dei leader europei vengono generalmente ignorate o ridicolizzate, mentre le voci dissidenti all’interno della Federazione vengono rapidamente silenziate. Questo crea una bolla informativa che alimenta il consenso interno e rafforza la narrativa ufficiale.
Ucraina in attesa, l’inverno alle porte
Nel frattempo, l’Ucraina resta in attesa. La proposta di cessate il fuoco, pur non avendo avuto riscontri ufficiali, continua a essere formalmente valida. Ma sul terreno la situazione peggiora: le infrastrutture energetiche distrutte durante l’estate non sono state ancora riparate, e milioni di cittadini rischiano di affrontare l’inverno senza riscaldamento, elettricità e accesso continuo all’acqua potabile. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede un intervento più incisivo da parte degli alleati, consapevole che l’emergenza umanitaria potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi se non si troverà una soluzione diplomatica o militare.
La Nato intensifica il pressing sul Cremlino
Da Bruxelles è arrivato un messaggio netto: la comunità internazionale non resterà in silenzio di fronte a una strategia del logoramento. Barrot e Lammy hanno chiarito che il tempo delle ambiguità è finito, e che l’unica strada percorribile è quella di una risposta diretta, senza equivoci, da parte del presidente russo. “O accetta la tregua, oppure dimostra di non voler la pace”, ha detto il ministro francese. E per Londra, è ormai chiaro che ogni giorno perso può significare nuove vittime e ulteriori distruzioni.