Accelerazione sulle fusioni e acquisizioni nell’automotive italiano: un 2023 di rallentamento globale

- di: Gianluca Di Loreto Partner di Bain & Company e responsabile automotive Italia
 

Le aziende del mondo automotive si stanno impegnando da tempo nell’attività di M&A (fusioni e acquisizioni) per potersi riposizionare sulle tecnologie del futuro, garantendosi l’accesso ai materiali critici per i veicoli elettrici e creando ecosistemi integrati e connessi per i propri clienti. Nel 2023, le Case Auto hanno utilizzato queste operazioni straordinarie per spostarsi a monte nella catena del valore; le trasformazioni del settore stanno infatti cambiando il ruolo dei Costruttori, e le fusioni e acquisizioni rimangono uno strumento rilevante. Questo, in sintesi, quanto emerge dal nostro approfondimento settoriale sul settore automotive, nell’ambito dal sesto report annuale sull’attività di M&A di Bain & Company.

Le acquisizioni nel settore automotive

Le attività di fusione e acquisizione storicamente si riducono nei periodi di tranquillità economica, per aumentare invece nei momenti di incertezza o di crisi. A livello globale l’andamento nel 2023 ha confermato questo trend; i deal sono infatti stati più contenuti che nel periodo post-Covid, con una contrazione del 59% a valore e del 40% in termini di volumi. Tuttavia, le aziende del settore automotive hanno accettato il fatto che le fusioni e le acquisizioni – tradizionalmente da loro poco utilizzate – debbano avere un ruolo attivo nella partita, necessario ad affrontare le nuove sfide. Gli operatori hanno capito che devono consolidarsi per reagire alla pressione sui costi e alla diminuzione dei volumi; ci aspettiamo quindi un ulteriore consolidamento a livello sia di Costruttori che di Componentisti.

In un’industria in rapida trasformazione, come quella automotive, è infatti fondamentale per le aziende prepararsi adeguatamente, avendo una visione chiara del portafoglio prodotti e servizi e sviluppando una strategia M&A ben definita per raggiungere i propri obiettivi. L’integrazione verticale diventa un fattore decisivo nella transizione verso l’elettrificazione e verso gli ecosistemi integrati; quindi, è cruciale che le fusioni e le acquisizioni siano parte integrante delle strategie aziendali. Servono competenze nuove e specifiche, che vanno gestite con anticipo perché le attività di crescita inorganica non si possono improvvisare.

La tendenza verso dimensioni aziendali superiori è evidente, come dimostrano i volumi crescenti delle fusioni e acquisizioni (+54% dal 2017). Ma anche il 2023 conferma la tendenza degli ultimi anni: i deal di M&A si concentrano sempre di più su obiettivi specifici (deal di scopo) come l’acquisizione di competenze e l’espansione in nuovi mercati e geografie. Non più quindi solo deal di scala per aumentare di dimensione e ridurre i costi unitari.

La tendenza in Italia

A differenza dell’andamento globale, in Italia il 2023 ha registrato un aumento, anche rilevante, del numero di deal inorganici. Contrariamente, infatti, a quanto accaduto in passato, in un anno di sostanziale recupero economico le operazioni sono aumentate e di molto. Il perché di questa differenza? Evidentemente l’Italia scontava un punto di partenza molto più arretrato, con una frammentazione del panorama imprenditoriale superiore a quella di altri Paesi. Assistiamo in sostanza ad una sorta di recupero del tempo perso; una accelerazione che non può che far bene al settore e che si è concentrata in particolare sulla distribuzione e sulla meccanica, ambiti nei quali si sta verificando una serie di operazioni di consolidamento delle concessionarie auto (qualche grosso operatore ha “fatto la spesa”…) e dei principali operatori della componentistica.

L’industria italiana spicca per la presenza di aziende di eccellenza nelle rispettive nicchie, ma spesso di dimensioni ridotte o micro che limitano il loro potenziale rispetto ai giganti OEM, il cui fabbisogno è però estremamente mutevole. Tra le prime 100 aziende di componenti auto, l’Italia occupa solo tre posizioni a metà classifica, con Pirelli, Marelli e Brembo, di cui due sono di proprietà internazionale. Questa situazione evidenzia l’enorme sfida per le imprese italiane nel competere e crescere in un mercato dominato da conglomerati globali.

Uno sguardo all’Europa

Nel frattempo, nel continente asiatico, il panorama dell’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione significativa, con attori emergenti che stanno guadagnando terreno rispetto alle case automobilistiche tradizionali. Questo fenomeno mette in guardia l’Europa (e l’Italia), dove l’industria automobilistica rappresenta un pilastro economico di primaria importanza e rischia di essere messa in pericolo dalle normative sempre più rigide. La direttiva sulle emissioni, in particolare, è soggetta a continui cambiamenti. Questo scenario di incertezza normativa introduce sfide aggiuntive per le case automobilistiche europee, che devono adattarsi a regolamenti in continua evoluzione e sostenere costi strutturali significativi per rimanere conformi.

Una delle criticità principali risiede nel fatto che i vincoli normativi e le tempistiche imposte dall’Unione Europea rischiano di soffocare l’imprenditorialità nel settore automobilistico. Il processo di transizione verso un’economia verde è importante e necessario, ma l’eccesso di regolamentazione (e di continui cambiamenti) può avere effetti controproducenti, limitando la capacità delle aziende di innovare e rispondere alle mutevoli esigenze del mercato. Inoltre, la mancanza di coinvolgimento dei consumatori nel processo decisionale sulla definizione dell’auto del futuro rappresenta un’altra criticità. Ignorare i desideri e le preferenze dei consumatori potrebbe portare a prodotti che non rispondono alle effettive esigenze del mercato, compromettendo la competitività delle case automobilistiche europee.

Il punto di vista dei consumatori

Un ulteriore fattore da considerare è il cambiamento delle dinamiche di acquisto dei consumatori. Le auto sono uno dei beni di investimento più costosi, e la tendenza attuale vede un aumento dei prezzi delle vetture, in particolare per i modelli più piccoli, rispetto alla situazione pre-Covid. Questo, unito alla diminuzione del valore residuo delle auto nel tempo, spinge i consumatori a mantenere le proprie vetture per periodi più lunghi. Questa tendenza mette a rischio non solo la sostenibilità economica delle case automobilistiche, che registrano un calo delle vendite, ma anche quella ambientale, in quanto le auto più vecchie tendono ad inquinare di più.

In conclusione, l’industria automobilistica europea e quella italiana si trovano in un momento critico, con sfide sia normative che di mercato che minacciano la sua sostenibilità a lungo termine. È fondamentale adottare approcci innovativi e flessibili per adattarsi alle mutevoli dinamiche del settore e mantenere la competitività globale.

In un contesto quindi di cambiamenti rapidi e incertezza normativa, le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) diventano cruciali per i player italiani del settore automotive per diversi motivi. Le fusioni e acquisizioni consentono alle aziende di espandersi rapidamente e consolidare la propria posizione nel mercato. Per le aziende italiane, spesso caratterizzate da dimensioni più ridotte rispetto ai concorrenti globali, l’M&A può essere un’opportunità per crescere in termini di dimensioni e portata, aumentando la propria competitività a livello internazionale.


L’acquisizione di altre aziende può fornire accesso a tecnologie innovative e competenze specializzate che altrimenti richiederebbero tempo e risorse considerevoli per sviluppare internamente. Questo è particolarmente importante in un’epoca in cui l’innovazione tecnologica è fondamentale per rimanere competitivi nel settore automotive, ad esempio nello sviluppo di veicoli elettrici o tecnologie di guida autonoma.

L’M&A come leva di differenziazione

Il settore automobilistico è in rapida evoluzione a causa dell’innovazione tecnologica, con una crescente domanda di veicoli elettrici, tecnologie di guida autonoma e servizi di mobilità connessa. Acquisendo aziende con competenze specializzate in queste aree, le aziende automobilistiche possono rimanere competitive e all’avanguardia nell’offerta di prodotti e servizi innovativi ai consumatori. Le preferenze dei consumatori stanno cambiando, con una maggiore domanda di veicoli più ecologici, sicuri e connessi. Acquisendo competenze in settori come la progettazione di veicoli elettrici o la sicurezza dei veicoli, le aziende automobilistiche possono rispondere meglio alle esigenze dei clienti e mantenere la loro rilevanza nel mercato.

Attraverso fusioni e acquisizioni, le aziende possono realizzare sinergie e ottenere efficienze operative, ad esempio attraverso la razionalizzazione delle catene di approvvigionamento, la condivisione delle tecnologie e delle risorse umane, e la riduzione dei costi complessivi. Ciò può contribuire a migliorare la redditività e la competitività delle aziende nel lungo periodo.

L’acquisizione di aziende con prodotti complementari può inoltre consentire alle aziende automobilistiche italiane di diversificare il proprio portafoglio prodotti e offrire una gamma più ampia di veicoli ai consumatori. Questo può aiutare a ridurre la dipendenza da determinati segmenti di mercato e aumentare la resilienza dell’azienda agli shock economici e alle fluttuazioni del settore.

In sintesi, l’attività di M&A può essere un importante strumento strategico per le aziende italiane del settore automotive per affrontare sfide come l’incertezza normativa, l’innovazione tecnologica e la globalizzazione, consentendo loro di crescere, diversificarsi e competere efficacemente a livello internazionale ma anche di rimanere all’avanguardia dell’innovazione, di adattarsi alle esigenze dei consumatori e di espandersi su scala globale. 

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