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Istat, famiglie giù e tasse su: lo Stato torna in attivo dopo anni

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Istat, famiglie giù e tasse su: lo Stato torna in attivo dopo anni

Nel quarto trimestre del 2024 le Amministrazioni pubbliche italiane segnano un inatteso ma netto miglioramento. L’accreditamento netto raggiunge lo 0,4% del Pil, contro un disavanzo del 6,6% nello stesso periodo dell’anno precedente. Il saldo primario, che esclude la spesa per interessi, risale al 4,1% del Pil dal precedente -2,8%. Anche il saldo corrente migliora e si attesta al 5,9%, 1,4 punti sopra il dato dello stesso trimestre del 2023. Si tratta del primo ritorno in territorio positivo dopo il quarto trimestre 2019, reso possibile da una contrazione significativa delle uscite pubbliche a fronte di entrate in crescita moderata.

Istat, famiglie giù e tasse su: lo Stato torna in attivo dopo anni

A determinare l’aggiustamento dei conti pubblici ha contribuito una netta riduzione delle uscite totali, scese dell’8,3% su base tendenziale, con un’incidenza sul Pil calata di 6,8 punti percentuali (dal 61,8% al 55,0%). Le spese in conto capitale crollano del 52,1% rispetto al quarto trimestre del 2023, mentre le spese correnti crescono del 3,2%. Sul fronte delle entrate, si osserva un aumento del 3,4% complessivo, con un’incidenza sul Pil salita al 55,4% (+0,2 punti su base annua). In particolare, le entrate correnti avanzano del 5,9%, mentre quelle in conto capitale registrano una riduzione marcata (-73%).

Famiglie penalizzate: potere d’acquisto giù e meno risparmi
Il quadro che emerge per le famiglie consumatrici è decisamente più debole. Il reddito disponibile registra una flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, un evento che non si verificava dalla fine del 2020. L’aumento dei consumi nominali dello 0,7% è controbilanciato da una dinamica dei prezzi al consumo (+0,5%) che porta a un calo del potere d’acquisto dello 0,6%. La propensione al risparmio scende all’8,5%, in calo di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,8 punti su base annua. Il tasso di investimento delle famiglie si attesta all’8,9%, in flessione di un decimo di punto rispetto al trimestre precedente e con un calo tendenziale di 1,4 punti percentuali.

Torna a salire la pressione fiscale, massimo degli ultimi dieci anni

Nel quarto trimestre la pressione fiscale risulta pari al 50,6%, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023. Su base annua, l’incidenza si attesta al 42,6% del Pil, in aumento di 1,2 punti rispetto al 2023. Si tratta del valore più alto registrato dal 2014, trainato sia dall’aumento delle entrate correnti sia dalla crescita del rapporto tra entrate e Pil.

Imprese: profitti ancora giù, ma si investe di più
Sul fronte delle società non finanziarie, la quota di profitto scende per il sesto trimestre consecutivo, attestandosi al 42,4% del valore aggiunto, in calo di 0,2 punti rispetto al trimestre precedente e di 2,6 punti rispetto a un anno prima. Si tratta di un livello ormai stabilmente inferiore a quello del 2019. Il tasso di investimento mostra invece segnali di ripresa: sale al 22,1%, con un aumento di 0,3 punti su base trimestrale e 0,4 punti su base annua. È il primo incremento tendenziale dopo otto trimestri in discesa.

Saldo primario e corrente positivi anche su base annua
Considerando l’intero anno 2024, le Amministrazioni pubbliche chiudono con un indebitamento netto del -3,4% del Pil, in miglioramento rispetto al -7,2% del 2023. Il saldo primario torna positivo per la prima volta dal 2019, attestandosi allo 0,4% contro il -3,6% dell’anno precedente. Il saldo corrente risale all’1,6%, doppio rispetto allo 0,8% del 2023. In termini strutturali, l’aggiustamento dei conti pubblici si manifesta sia sul lato delle spese che su quello delle entrate.

Consumi in aumento ma potere d’acquisto in erosione
Sebbene i consumi nominali delle famiglie siano cresciuti dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, l’aumento dei prezzi (+0,5%) ha eroso in parte la capacità reale di spesa. La combinazione tra un reddito disponibile in calo e una dinamica inflazionistica ancora presente contribuisce a spiegare la contrazione della propensione al risparmio. La traiettoria resta in discesa anche rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2023, pur mantenendosi su valori superiori al pre-Covid.

Prossimo aggiornamento atteso il 30 giugno
L’ISTAT diffonderà la prossima edizione dei Conti trimestrali dei settori istituzionali il 30 giugno 2025. In quell’occasione si capirà se il rientro dei conti pubblici avrà effetti strutturali anche su famiglie e imprese o se si confermerà la frattura tra miglioramento macroeconomico e difficoltà del tessuto sociale.

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