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Imprese familiari, studio Cerved: più solide e meno rischiose

- di: Barbara Leone
 
Imprese familiari, studio Cerved: più solide e meno rischiose

Le imprese familiari italiane mostrano una solidità patrimoniale e una sostenibilità finanziaria migliore rispetto alle non familiari. Inoltre, a fronte di marginalità e propensione a investire molto simili, sono meno rischiose (la probabilità di default media è del 5,78% contro il 6,3%, con una differenza dell’8%), soprattutto quelle che esportano di più. Analizzando invece il profilo di sostenibilità, si osserva come le imprese familiari mostrerebbero ampi spazi di miglioramento riguardo la componente governance. È quanto emerge da uno studio realizzato da Cerved Rating Agency, l'agenzia di rating italiana specializzata nel merito creditizio delle imprese e nella misurazione delle performance ESG, condotto su dati di giugno 2024 su un campione di circa 14 mila imprese con rating creditizio e presentati durante il webinar “ESG Connect Insight Series – Merito creditizio e profilo di sostenibilità delle imprese familiari”.

Imprese familiari, studio Cerved: più solide e meno rischiose

“Oltre 4 imprese su 5 in Italia sono espressione del capitalismo familiare e quando la dimensione di impresa aumenta il fenomeno rimane significativo, con oltre il 40% delle imprese grandi che risultano di proprietà di famiglie – afferma Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency –. Per questo motivo abbiamo avviato uno specifico ambito di ricerca sul tema, dal quale emergono alcune evidenze interessanti. Le imprese familiari tendono ad essere meno rischiose di quasi il 10% e mostrano inoltre come la predisposizione verso i mercati internazionali possa essere un elemento di resilienza. Tuttavia, emerge un gap di sostenibilità nella componente che riguarda la governance”.

Partendo da un campione robusto di circa 14 mila imprese con rating di credito in essere e comparando le performance di bilancio delle imprese familiari con quelle non familiari, emerge come le prime esprimano una solidità patrimoniale maggiore (patrimonio netto/attivo 32,8% contro 29,6%), una migliore capacità di sostenere gli oneri finanziari tramite il proprio risultato operativo (ebit interest coverage 6.9x contro 5.3x), una marginalità simile (ebitda margin 8,2% contro 8,0%) e una propensione agli investimenti equivalente (capex su ricavi 2.1% contro 2.2%). Si denota altresì, una minor dinamicità nella crescita dei ricavi, come mostra l’analisi dei bilanci degli ultimi 3 anni disponibili. La seconda area che lo studio ha indagato riguarda il profilo di sostenibilità: sfruttando un campione di oltre 2.000 imprese con valutazione ESG effettuata da Cerved Rating Agency e analizzando le tre componenti E, S e G della sostenibilità, emerge come sugli aspetti di Governance, però, le imprese familiari potrebbero migliorare, avviando percorsi virtuosi di crescita in chiave sostenibile.

Infine, è stata prodotta un’analisi di correlazione fra rischio di credito e classe di sostenibilità da cui si evince come la probabilità di default sia più bassa per le imprese familiari con sostenibilità alta, maggiormente presenti al Nord: 49% del totale delle aziende esaminate, contro il 34% del Centro e il 29% del Sud, dove si riscontra il gap maggiore (dal 5,48% di rischio delle imprese virtuose all’8,35% di quelle meno sostenibili).

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