Quando si parla di Roberto Vecchioni, si pensa subito a una chitarra, a una voce che si spezza e ricuce in un verso, a notti lunghe di parole e malinconia. Ma dietro l’artista c’è sempre stato l’uomo, e dietro l’uomo, oggi lo scopriamo, c’è soprattutto una donna: Daria Colombo. Non una semplice moglie, non un’ombra discreta tra i riflettori, ma la persona che – parole sue – gli ha «salvato la vita». Detto così sembra la solita frase fatta da intervista domenicale, e invece no. Stavolta è tutto vero.
Vecchioni, amore più forte tutto
Vecchioni non è mai stato uno che si risparmia. Né nelle canzoni, né nella vita. Racconta senza filtri le sue fragilità, le scivolate, le sere storte, le battaglie quotidiane contro se stesso. E oggi, a settantott’anni suonati, con un bagaglio di dolori, gloria e poesia sulle spalle, si guarda indietro e riconosce che, senza Daria, chissà dove sarebbe finito. Anzi, lo dice chiaramente: «Mi ha salvato dall’alcolismo». Nessun pudore, nessuna retorica. Solo la verità semplice di chi ha avuto bisogno di qualcuno che lo prendesse per mano e gli dicesse: «Fermati, qui ci sono io».
Una storia d’amore che non ha bisogno di colpi di scena, perché la scena, la vita vera, l’hanno fatta loro ogni giorno, costruendo un equilibrio che resiste agli urti del tempo. La sua Daria non è solo la donna che gli ha insegnato a bere meno e vivere meglio. È la compagna che gli ha insegnato che la bellezza non sta nelle luci della ribalta, ma nella normalità condivisa, nei silenzi che non fanno rumore, nella complicità di chi c’è sempre, anche quando tutto sembra crollare.
E qualcosa, purtroppo, è crollato davvero. Pochi mesi fa, Vecchioni e Daria hanno perso il figlio Arrigo, scomparso troppo presto, troppo giovane. Un dolore che nessuna canzone potrà mai raccontare fino in fondo. Eppure, anche in quel dolore, la loro storia d’amore è diventata resistenza, appiglio, rifugio. «Ci siamo tenuti forte», ha detto Vecchioni, come se non ci fosse alternativa. Perché quando la vita ti scrolla, o cadi, o ti aggrappi. E lui si è aggrappato all’unica certezza che gli è rimasta: lei.
In tempi in cui tutto sembra effimero, in cui le storie d’amore finiscono prima ancora di iniziare, la storia di Vecchioni e Daria è un inno silenzioso alla tenacia, alla fatica di amarsi ogni giorno, anche quando l’amore non fa rumore, anche quando nessuno lo applaude. Un amore senza copertine, senza cronache scandalistiche, ma fatto di piccoli gesti quotidiani, di parole sussurrate, di presenza costante.
Non è la trama di un film romantico. È la vita vera, quella che non fa notizia, ma che dovrebbe farci riflettere. Perché sì, ci sono canzoni che restano per sempre, ma c’è qualcosa di ancora più raro: le persone che restano accanto a te, nonostante tutto.
E Vecchioni lo sa bene. Per questo oggi, dopo aver attraversato luci e ombre, ammette che la sua vera canzone, quella che non smetterà mai di cantare, è lei: Daria.