“Non ti preoccupare, ci pensa la polizia”. La chat dell’ex svela il femminicidio di Ilaria Sula
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Ilaria Sula,22 anni, è stata uccisa con almeno quattro coltellate al collo. Il suo corpo è stato ritrovato chiuso in un sacco nero nel bagagliaio dell’auto del suo ex compagno, Mark Antony Samson, 23 anni, di origini filippine. La donna era scomparsa martedì 2 aprile e il suo cadavere è stato rinvenuto due giorni dopo nei pressi di via di Torrevecchia, a Roma, grazie alle indagini della Squadra Mobile. Samson ha confessato l’omicidio nella notte tra il 3 e il 4 aprile, raccontando di averla colpita al termine di una lite nella loro abitazione nel quartiere Africano.
“Non ti preoccupare, ci pensa la polizia”: la chat che lo tradisce
Il sospetto che qualcosa non andasse si è fatto largo anche tra gli amici della vittima. Uno di loro, insospettito dal silenzio improvviso di Ilaria, ha scritto all’ex compagno chiedendo notizie. “Non ti preoccupare, ci pensa la polizia”, ha risposto Samson, con un tono che ha insospettito anche gli investigatori. Una frase che ha spinto gli inquirenti a concentrarsi su di lui e a incrociare i dati delle celle telefoniche, le immagini delle telecamere e le sue ultime tracce digitali. Il messaggio, rivelato in queste ore dagli atti dell’indagine, diventa ora uno degli elementi chiave dell’inchiesta.
I genitori presenti in casa, indagini in corso sul loro ruolo
Gli inquirenti stanno valutando anche la posizione dei genitori del ragazzo, presenti in casa al momento del delitto. Secondo le ricostruzioni, Samson avrebbe avuto il tempo di occultare il cadavere in una valigia, portarlo fuori dall’abitazione e poi nasconderlo nell’auto, parcheggiata lontano. Il sospetto degli investigatori è che i familiari possano aver visto, saputo o addirittura aiutato nell’occultamento. Per ora non risultano indagati, ma la loro posizione è oggetto di accertamenti. Si cercano tracce, movimenti, testimonianze che possano confermare o escludere un coinvolgimento.
Una messa in scena costruita dopo l’omicidio
Dopo aver ucciso Ilaria, il giovane avrebbe tentato di depistare le indagini. Secondo la procura, avrebbe anche utilizzato il telefono della ragazza per scrivere messaggi fingendo che fosse ancora viva. Un comportamento definito “calcolato e freddo” dagli inquirenti, che esclude la possibilità di un atto improvviso. Il corpo era stato sistemato con attenzione nella valigia e trasportato nel bagagliaio dell’auto, dove è rimasto fino al ritrovamento. Nessuna traccia visibile di sangue era presente nel veicolo, segno che l’omicidio sarebbe avvenuto altrove, probabilmente in casa.