Un’indagine di Confcommercio Professioni fotografa un panorama in continua evoluzione: dal 2008 al 2020, i liberi professionisti senza obbligo di appartenenza a un ordine o albo professionale sono cresciuti del 96%, arrivando a circa 455.000 unità. Questo universo variegato, che spazia dagli influencer agli amministratori di condominio, dai designer ai consulenti, fino alle guide turistiche, rappresenta oggi il segmento più dinamico dell’occupazione.
Professionisti, 455.000 senza ordine e albo
Il 56% di questi professionisti collabora con la Pubblica Amministrazione e il 73,5% ritiene cruciale l’introduzione dell’equo compenso, anche se mancano ancora i parametri definitivi per la sua applicazione. Un altro dato significativo è la capacità di diversificare i clienti: il 35% dei partecipanti all’indagine lavora con più di dieci committenti.
In tema di fatturazione elettronica, obbligatoria per tutti i forfettari a partire dal 1° gennaio 2024, il 58,5% dei professionisti coinvolti la considera un adempimento giusto ed equilibrato. Per adeguarsi, il 44,2% ha scelto di dotarsi di SPID o CIE, mentre il 41% ha preferito affidarsi a un commercialista.
Dal 2018, Confcommercio Professioni, guidata da Annarita Fioroni, avvocata ed ex senatrice, si pone come punto di riferimento per questa vasta e diversificata platea di lavoratori, che comprende, tra gli altri, wedding planner, professionisti del benessere, interpreti e optometristi. La federazione “continua a battersi per maggiori tutele e rappresentanza per tutti i suoi iscritti” e Fioroni ha anche dichiarato che “secondo l'indagine di Confcommercio Professioni, il 53,5% dei professionisti autonomi senza ordine è uomo e il 46,5% donna, con prevalenza nella fascia 45-54 anni. Quasi il 60% ha una laurea o diploma. Operano principalmente nei settori tecnico-scientifico (38%) e informazione/comunicazione (21,7%). Il 56,7% collabora con la PA, mentre il 35% ha più di 10 committenti. La rappresentanza di queste categorie è regolata dalla legge 4/2013. Confcommercio sottolinea la necessità di equo compenso e di tutele come l'ISCRO, oltre a promuovere previdenza integrativa e incentivi per i professionisti” e sottolinea “siamo una forma aggregata di associazioni professionali in seno a Confcommercio con un compito difficile, perché i profili lavorativi sono molto diversi. Ma siamo diventati un interlocutore affidabile per il governo, che ormai incontriamo su più tavoli”. Infine alla domanda se questi professionisti godono di incentivi come le imprese, rimarca che “circa il 9% ha usufruito almeno una volta di incentivi pubblici e oltre la metà di questi (il 54%) li ritiene utili. Ma al momento quelli a disposizione sono ancora pochi, a volte provengono dalle Regioni. A proposito di Regioni, speriamo che la legge sull’Autonomia non incentivi regolamentazioni diversificate che impedirebbero la libera circolazione dei lavoratori tutelata dalla UE”.