Nel mondo del lusso e della moda prosegue la fase di riassetti proprietari e di consolidamento. L’ultimo dossier riguarda Etro, che si avvia a una nuova configurazione dell’azionariato con l’uscita della famiglia fondatrice dal capitale e l’ingresso di nuovi soci industriali e finanziari. L’operazione, anticipata da Il Messaggero e confermata a Radiocor, è in fase avanzata e, secondo fonti bancarie, il closing è atteso per giovedì.
Etro verso il riassetto: L Catterton resta al controllo, entra una nuova cordata
Il riassetto prevede che L Catterton scenda al 51%, mantenendo il controllo della maison, mentre Gefin, la finanziaria della famiglia Etro, uscirà integralmente dal capitale. A subentrare sarà una cordata guidata da Mathias Facchini, patron del marchio Genny, insieme a Sri Group, investitore attivo nell’advisory finanziaria, nel corporate investment banking e negli investimenti diretti, guidato da Giulio Gallazzi.
Secondo le ricostruzioni, nella cordata entrerà anche un industriale estero, definito sinergico ma non appartenente al settore moda, che dovrebbe detenere la quota più elevata della minoranza.
Valutazione e struttura finanziaria
Il valore complessivo dell’operazione dovrebbe collocarsi poco sopra i 70 milioni di euro. L’ingresso dei nuovi soci avverrà tramite un veicolo dedicato, che sottoscriverà un aumento di capitale di circa 30 milioni, mentre circa 40 milioni saranno destinati all’acquisto della partecipazione della famiglia Etro. L’operazione è seguita da Rothschild, advisor sia della società sia degli attuali azionisti, Gefin e L Catterton.
Governance rinnovata, continuità nella gestione
Il nuovo assetto porterà a un ricambio quasi completo del consiglio di amministrazione, composto da sette membri. È confermata la permanenza dell’amministratore delegato Fabrizio Cardinali, indicato da L Catterton, mentre usciranno i consiglieri espressione di Gefin. La scelta segnala la volontà del fondo di garantire continuità gestionale in una fase di transizione azionaria rilevante.
Le sinergie industriali con Genny
L’ingresso di Genny viene letto come un’operazione non solo finanziaria ma anche industriale. La presenza del marchio guidato da Facchini potrebbe favorire sinergie operative e commerciali tra le due griffe, in termini di sviluppo prodotto, distribuzione e posizionamento sui mercati internazionali, in una fase in cui i marchi di fascia alta sono chiamati a rafforzare identità e marginalità.
Un settore in trasformazione
Il dossier Etro si inserisce in un contesto più ampio che vede il settore del lusso attraversare una fase di riassetto. Dopo anni di crescita sostenuta, il rallentamento della domanda in alcuni mercati chiave e l’aumento dei costi operativi stanno spingendo i brand di dimensioni medio-grandi a cercare nuovi assetti proprietari, capitali freschi e alleanze strategiche.
In questo scenario, il ruolo dei fondi di private equity resta centrale: da un lato come investitori di controllo o di riferimento, dall’altro come facilitatori di operazioni di consolidamento e di apertura a partner industriali. Il modello che emerge è quello di un azionariato più articolato, in cui il fondo mantiene la regia finanziaria mentre nuovi soci contribuiscono allo sviluppo industriale.
Il nodo della crescita futura
Per Etro, come per altri marchi storici italiani, la sfida resta quella di coniugare heritage e crescita, rafforzando la presenza internazionale e migliorando l’efficienza operativa. Il nuovo assetto azionario va in questa direzione, con l’obiettivo di sostenere una fase di sviluppo che richiede capitali, competenze e una governance più strutturata.