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Borse Europa vivaci ma in rosso: pace, Fed e petrolio giù

- di: Matteo Borrelli
 
Borse Europa vivaci ma in rosso: pace, Fed e petrolio giù
Borse Europa vivace ma in rosso: pace, Fed e petrolio giù

Sottotitolo: Tra “venti di tregua” e dati Usa in ritardo, i listini ballano: il lusso regge, la difesa crolla, l’energia scivola e Wall Street frena a metà seduta. 

Una seduta nervosa: l’Europa si spegne sul finale

Chiusura in calo per le principali Borse europee, con una seduta a scatti: prima l’attesa per i numeri sul lavoro statunitense, poi la lettura (prudente) di un’economia che rallenta senza deragliare, infine l’effetto combinato di petrolio in picchiata e titoli della difesa sotto pressione.

Il quadro finale racconta un’Europa tutta (o quasi) in “rosso”, con l’eccezione di qualche piazza che ha limitato i danni grazie a bancari e difensivi. Il messaggio del mercato è chiaro: la giornata è stata dominata da rotazioni settoriali più che da un vero cambio di scenario macro.

Tutte le principali Borse europee: i numeri della chiusura

Ecco il “giro d’Europa” di fine seduta:

Milano (FTSE MIB) chiude a 43.990,48 punti, -0,29%.
Francoforte (DAX) a 24.076, -0,63%.
Parigi (CAC 40) a 8.106, -0,23%.
Londra (FTSE 100) a 9.684, -0,68%.
Madrid (IBEX 35) a 11.963, -0,64%.
Amsterdam (AEX) a 934,81, -1,16%.
Zurigo (SMI) a 11.838,44, -0,21%.
Bruxelles (BEL 20) a 5.010,92, +0,09%.
Stoccolma (OMXS30) a 2.812,83, sostanzialmente in parità.

Milano: lusso in passerella, difesa e oil in caduta libera

A Piazza Affari la seduta finisce appena sotto la linea di galleggiamento, ma la fotografia è piena di contrasti. Da una parte il lusso, che prova a fare da ammortizzatore; dall’altra difesa ed energia, che pagano il ribasso del greggio e le scommesse su un possibile raffreddamento del fronte geopolitico.

I migliori e i peggiori del FTSE MIB

Tra i maggiori rialzi del listino principale spiccano: Moncler (+2,34%), Fineco (+1,52%), Brunello Cucinelli (+1,51%), Mediobanca (+1,10%), DiaSorin (+0,77%).

Sul fronte opposto, tra i maggiori ribassi: Leonardo (-3,90%), Tenaris (-1,87%), STMicroelectronics (-1,85%), Hera (-1,78%), Eni (-1,75%).

Mid Cap: il calcio corre, i cantieri affondano

Nel FTSE Italia Mid Cap, la seduta ha premiato chi ha catalizzatori “story-driven” e punito chi era più esposto al repricing del comparto difesa/industria. Tra i maggiori rialzi: Juventus (+2,31%), El.En. (+1,03%), Banca Generali (+0,98%), Tamburi (+0,80%), Sesa (+0,66%).

Tra i maggiori ribassi: Fincantieri (-9,05%), Comer Industries (-4,09%), Safilo (-3,30%), Avio (-3,03%), Technoprobe (-2,61%).

Small Cap: sprint e scivoloni da brividi

Nel paniere FTSE Italia Small Cap la volatilità sale di tono. Tra i maggiori rialzi: Landi Renzo (+24,67%), Tessellis (+4,00%), S.S. Lazio (+3,17%), Piquadro (+2,95%), Eurotech (+2,52%).

Tra i maggiori ribassi: Tesmec (-11,78%), Ops Ecom (-8,37%), Beewize (-8,26%), Dexelance (-4,73%), Gas Plus (-3,62%).

Valute e obbligazionario: euro stabile, spread più leggero

Sul mercato dei cambi l’euro resta tonico: scambia intorno a 1,177 dollari e in area 182 yen, mentre il rapporto dollaro/yen si muove in area 155. L’idea che circola tra gli operatori è che i dati Usa “in ritardo” (pubblicati dopo lo shutdown) pesino sul sentiment, ma non bastino a cambiare da soli la traiettoria attesa sui tassi.

Sul fronte dei governativi, lo spread BTP-Bund si muove in area 71 punti base, con il rendimento del decennale italiano attorno a 3,50%-3,56% a seconda delle rilevazioni intraday.

Materie prime: petrolio in picchiata, gas giù, oro quasi fermo

La protagonista (in negativo) è l’energia: il petrolio cade con forza. Il WTI scivola in area 55-56 dollari al barile e il Brent si porta in area 59-60, zavorrato dalla lettura di un’offerta potenzialmente più abbondante se i colloqui sulla crisi Russia-Ucraina dovessero davvero aprire spiragli concreti, oltre che da indicazioni poco brillanti arrivate dai dati cinesi.

Anche il gas europeo arretra: i contratti TTF ad Amsterdam viaggiano in area 26-27 euro/MWh.

L’oro resta vicino ai massimi: oscilla attorno a 4.300 dollari l’oncia, con movimenti contenuti.

Wall Street a metà seduta: debolezza controllata

A metà seduta a New York, i listini statunitensi faticano a prendere direzione: S&P 500 -0,2%, Dow Jones -0,3%, Nasdaq vicino alla parità. Il mercato digerisce un mix di segnali: da un lato un tasso di disoccupazione salito al 4,6%, dall’altro dati su occupazione e consumi che non descrivono un’economia in frenata brusca.

Il termometro della Fed e la frase che rimbalza sui desk

Sullo sfondo, la politica monetaria resta il vero “metronomo” della giornata. A far discutere è anche il risiko sulla futura guida della Federal Reserve. Il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett, indicato tra i nomi caldi, ha sottolineato che l’indipendenza della banca centrale è “davvero molto importante”: una frase che gli operatori leggono come tentativo di rassicurazione in una fase in cui ogni sfumatura può spostare aspettative e curve. 

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