Sottotitolo: Tra “venti di tregua” e dati Usa in ritardo, i listini ballano: il lusso regge, la difesa crolla, l’energia scivola e Wall Street frena a metà seduta.
Una seduta nervosa: l’Europa si spegne sul finale
Chiusura in calo per le principali Borse europee, con una seduta a scatti: prima l’attesa per i numeri sul lavoro statunitense,
poi la lettura (prudente) di un’economia che rallenta senza deragliare, infine l’effetto combinato di petrolio in picchiata
e titoli della difesa sotto pressione.
Il quadro finale racconta un’Europa tutta (o quasi) in “rosso”, con l’eccezione di qualche piazza che ha limitato i danni grazie a bancari e difensivi.
Il messaggio del mercato è chiaro: la giornata è stata dominata da rotazioni settoriali più che da un vero cambio di scenario macro.
Tutte le principali Borse europee: i numeri della chiusura
Ecco il “giro d’Europa” di fine seduta:
Milano (FTSE MIB) chiude a 43.990,48 punti, -0,29%.
Francoforte (DAX) a 24.076, -0,63%.
Parigi (CAC 40) a 8.106, -0,23%.
Londra (FTSE 100) a 9.684, -0,68%.
Madrid (IBEX 35) a 11.963, -0,64%.
Amsterdam (AEX) a 934,81, -1,16%.
Zurigo (SMI) a 11.838,44, -0,21%.
Bruxelles (BEL 20) a 5.010,92, +0,09%.
Stoccolma (OMXS30) a 2.812,83, sostanzialmente in parità.
Milano: lusso in passerella, difesa e oil in caduta libera
A Piazza Affari la seduta finisce appena sotto la linea di galleggiamento, ma la fotografia è piena di contrasti.
Da una parte il lusso, che prova a fare da ammortizzatore; dall’altra difesa ed energia, che pagano il ribasso del greggio
e le scommesse su un possibile raffreddamento del fronte geopolitico.
I migliori e i peggiori del FTSE MIB
Tra i maggiori rialzi del listino principale spiccano:
Moncler (+2,34%), Fineco (+1,52%), Brunello Cucinelli (+1,51%), Mediobanca (+1,10%), DiaSorin (+0,77%).
Sul fronte opposto, tra i maggiori ribassi:
Leonardo (-3,90%), Tenaris (-1,87%), STMicroelectronics (-1,85%), Hera (-1,78%), Eni (-1,75%).
Mid Cap: il calcio corre, i cantieri affondano
Nel FTSE Italia Mid Cap, la seduta ha premiato chi ha catalizzatori “story-driven” e punito chi era più esposto al repricing del comparto difesa/industria.
Tra i maggiori rialzi: Juventus (+2,31%), El.En. (+1,03%), Banca Generali (+0,98%), Tamburi (+0,80%), Sesa (+0,66%).
Tra i maggiori ribassi: Fincantieri (-9,05%), Comer Industries (-4,09%), Safilo (-3,30%), Avio (-3,03%), Technoprobe (-2,61%).
Small Cap: sprint e scivoloni da brividi
Nel paniere FTSE Italia Small Cap la volatilità sale di tono. Tra i maggiori rialzi:
Landi Renzo (+24,67%), Tessellis (+4,00%), S.S. Lazio (+3,17%), Piquadro (+2,95%), Eurotech (+2,52%).
Tra i maggiori ribassi:
Tesmec (-11,78%), Ops Ecom (-8,37%), Beewize (-8,26%), Dexelance (-4,73%), Gas Plus (-3,62%).
Valute e obbligazionario: euro stabile, spread più leggero
Sul mercato dei cambi l’euro resta tonico: scambia intorno a 1,177 dollari e in area 182 yen, mentre il rapporto dollaro/yen si muove in area 155.
L’idea che circola tra gli operatori è che i dati Usa “in ritardo” (pubblicati dopo lo shutdown) pesino sul sentiment, ma non bastino a cambiare da soli la traiettoria attesa sui tassi.
Sul fronte dei governativi, lo spread BTP-Bund si muove in area 71 punti base, con il rendimento del decennale italiano attorno a 3,50%-3,56% a seconda delle rilevazioni intraday.
Materie prime: petrolio in picchiata, gas giù, oro quasi fermo
La protagonista (in negativo) è l’energia: il petrolio cade con forza.
Il WTI scivola in area 55-56 dollari al barile e il Brent si porta in area 59-60,
zavorrato dalla lettura di un’offerta potenzialmente più abbondante se i colloqui sulla crisi Russia-Ucraina dovessero davvero aprire spiragli concreti,
oltre che da indicazioni poco brillanti arrivate dai dati cinesi.
Anche il gas europeo arretra: i contratti TTF ad Amsterdam viaggiano in area 26-27 euro/MWh.
L’oro resta vicino ai massimi: oscilla attorno a 4.300 dollari l’oncia, con movimenti contenuti.
Wall Street a metà seduta: debolezza controllata
A metà seduta a New York, i listini statunitensi faticano a prendere direzione: S&P 500 -0,2%, Dow Jones -0,3%,
Nasdaq vicino alla parità.
Il mercato digerisce un mix di segnali: da un lato un tasso di disoccupazione salito al 4,6%, dall’altro dati su occupazione e consumi che non descrivono un’economia in frenata brusca.
Il termometro della Fed e la frase che rimbalza sui desk
Sullo sfondo, la politica monetaria resta il vero “metronomo” della giornata. A far discutere è anche il risiko sulla futura guida della Federal Reserve.
Il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett, indicato tra i nomi caldi, ha sottolineato che l’indipendenza della banca centrale è
“davvero molto importante”: una frase che gli operatori leggono come tentativo di rassicurazione in una fase in cui ogni sfumatura può spostare aspettative e curve.