Legacoop-Ipsos: 9 italiani su 10 chiedono un welfare più integrato e sostenibile
- di: Barbara Leone
Il welfare del futuro, in Italia, dovrà essere molto più di un semplice sistema di assistenza. Secondo quanto emerge dal Report FragilItalia “Il welfare del futuro”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos, nove italiani su dieci ritengono fondamentale una maggiore integrazione tra servizi sociali, sanitari, educativi e lavorativi, unita a un investimento deciso sulla prevenzione e la promozione della salute. L’obiettivo? Ridurre i costi sanitari a lungo termine attraverso stili di vita più sani e una maggiore consapevolezza collettiva. L’indagine, basata su un campione rappresentativo della popolazione italiana, non si limita a fotografare le opinioni attuali, ma traccia un quadro chiaro delle priorità che il Paese ritiene cruciali per il futuro. Per l'80% degli intervistati, il welfare dovrà anche supportare le persone nella loro resilienza a disastri e crisi, un tema sempre più pressante in un’epoca segnata da emergenze climatiche, economiche e sanitarie. Tuttavia, il consenso si spezza quando si affronta la necessità di riformare il sistema previdenziale e sanitario, messo a dura prova dall’invecchiamento della popolazione.
Legacoop-Ipsos: 9 italiani su 10 chiedono un welfare più integrato e sostenibile
Da un lato, il 53% degli italiani ritiene indispensabili riforme radicali, ma solo il 10% sarebbe disposto ad accettare tagli per rendere il sistema sostenibile. La maggioranza relativa (43%) preferisce interventi mirati a ridurre i privilegi, garantendo al contempo un livello minimo di assistenza per tutti. Dall’altro lato, il 47% degli intervistati si oppone alle riforme, suggerendo piuttosto maggiori investimenti da parte dello Stato e una razionalizzazione dei costi.
Il Report delinea con precisione le sfide che il sistema di protezione pubblica dovrà affrontare nei prossimi anni. Al vertice della lista troviamo la prevenzione e la promozione della salute, indicate dal 50% degli intervistati. Seguono l’invecchiamento della popolazione (43%), le disuguaglianze sociali (40%) e la sostenibilità finanziaria (37%). L’integrazione tra servizi sociali, sanitari, educativi e del lavoro è considerata una priorità dal 36%, mentre il sostegno alle persone in difficoltà temporanea o colpite da calamità è indicato rispettivamente dal 34% e dal 33%. Chiude la lista l’adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro, segnalato dal 32%. Secondo Simone Gamberini, presidente di Legacoop, il sistema del welfare italiano si trova a un punto di svolta.
“Il sistema del welfare è entrato nel futuro dalla fine della pandemia – afferma Gamberini – c’è molto lavoro da fare per riformarne le strutture, ovviamente, ma l’opinione pubblica mostra di avere compreso la strada da seguire e di avere le idee ben chiare, a partire proprio dall’esigenza di abbandonare schemi tradizionali per modernizzarne logiche e attività”. Un concetto centrale del nuovo welfare, spiega Gamberini, è la vicinanza alle persone e alle comunità. “Un welfare vicino alle persone e alle comunità, che si assuma la responsabilità di offrire soluzioni ai nuovi trend che segnano la vita reale delle persone, come l’invecchiamento e la denatalità, nel modo più efficiente e meno improduttivo possibile; queste le caratteristiche che emergono”.
Un altro aspetto fondamentale, secondo il presidente di Legacoop, è la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui lo Stato gestisce i servizi. “Questa nuova mentalità, che ha assunto tutti i cambiamenti degli anni recenti, tuttavia, deve trovare un riscontro proprio nell’operatore pubblico che non può più basarsi sulla mera esigenza di esternalizzare servizi per ridurre i costi, ma deve operare strategicamente, valorizzando in particolare i partner più efficienti e affidabili in funzione della soddisfazione dei cittadini, e non dei tagli ai bilanci. Al momento non è così, e per essere davvero sostenibile il welfare del futuro richiederà che il lavoro di cura e di assistenza sia adeguatamente riconosciuto e remunerato, perché è semplicemente essenziale per il benessere della società e di questo Paese”, dice.
Un consenso significativo emerge anche riguardo alla necessità di coinvolgere diversi attori nella gestione del welfare. Il 43% degli intervistati sostiene una collaborazione tra Stato, enti pubblici e cooperative o enti non profit, mentre il 23% preferisce il coinvolgimento di imprese capitalistiche private. Solo il 3% ritiene che la gestione debba essere affidata esclusivamente ai soggetti privati, mentre il 32% opta per una gestione unicamente pubblica. Le cooperative, in particolare, vengono riconosciute come un elemento chiave per il futuro del welfare. Il 65% degli italiani ritiene che il loro contributo sia fondamentale, soprattutto nell’integrazione tra servizi sociali, sanitari ed educativi (34%), nella creazione di reti di supporto vicine alle famiglie (32%) e nella lotta alle disuguaglianze sociali (31%).
Il Report FragilItalia esplora anche come gli italiani immaginano l’evoluzione del welfare nei diversi ambiti di intervento. Sul fronte della denatalità, il 77% ritiene prioritario offrire servizi alla genitorialità che coprano il periodo da 0 a 21 anni, sostenendo le famiglie sia economicamente che attraverso programmi di formazione. Il 73% chiede un welfare che promuova una cultura “family friendly”, riconoscendo il valore sociale di maternità e paternità, mentre l’86% sottolinea l’urgenza di politiche che favoriscano l’accesso dei giovani a case a prezzi accessibili. Per i giovani, le richieste sono ancora più chiare: l’88% degli intervistati ritiene essenziale investire in istruzione, formazione e inserimento lavorativo per garantire loro una transizione stabile verso la vita adulta e familiare.
Il lavoro, un altro tema cruciale, richiede un welfare adattabile a un contesto sempre più frammentato e flessibile. Il 77% degli italiani chiede nuove forme di protezione sociale, mentre il 78% sollecita politiche che facilitino la conciliazione tra vita privata e lavorativa, promuovendo la parità di genere. Anche le disuguaglianze sociali sono al centro delle preoccupazioni: il 77% teme che, senza interventi incisivi, queste possano minare la coesione sociale e la stabilità democratica. Il senso di comunità è un altro pilastro fondamentale per il welfare del futuro. L’82% degli intervistati sottolinea l’importanza di sviluppare servizi di prossimità, creando reti territoriali che sostengano le famiglie nella quotidianità. Inoltre, il 78% auspica un “welfare generativo” capace di rigenerare le risorse umane e sociali, responsabilizzando le persone e favorendo la loro capacità di affrontare i rischi sociali.