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Cambiamento climatico e patrimonio culturale: dalla COP29 di Baku alle iniziative del Cnr

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cambiamento climatico e patrimonio culturale: dalla COP29 di Baku alle iniziative del Cnr
La 29esima Conferenza delle Parti (COP29) sui cambiamenti climatici, appena conclusa a Baku, in Azerbaigian, ha messo in evidenza un nuovo record preoccupante: il 2024 si avvia a essere l’anno con le più alte emissioni globali di gas serra mai registrate. Eppure, nonostante il clima di forte apprensione, un risultato positivo emerge dai lavori della conferenza: per la prima volta, il patrimonio culturale materiale e immateriale è stato inserito nel Fondo delle Nazioni Unite per le perdite e i danni.

Cambiamento climatico e patrimonio culturale: dalla COP29 di Baku alle iniziative del Cnr

Un traguardo ottenuto grazie alla pressione di 35 Paesi, con un ruolo significativo svolto dalla Grecia e dal suo Ministero della Cultura, che ha sottolineato l’importanza di proteggere l’eredità culturale mondiale dagli effetti devastanti del cambiamento climatico.

Il contributo del Cnr: innovazione per la tutela del patrimonio

L’Italia non è rimasta a guardare. Da anni, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) lavora per affrontare questa sfida con progetti d’avanguardia, come "Heracles" e "GreenHeritage", finanziati dall’Unione Europea nell’ambito dei programmi Horizon 2020 e Horizon Europe. Entrambi mirano a sviluppare soluzioni innovative per mitigare i danni del cambiamento climatico sul patrimonio culturale, combinando ricerca scientifica, tecnologia e approcci sistemici.

Heracles: resilienza per il patrimonio storico e archeologico

Il progetto "Heracles", attivo dal 2016 al 2019, si è concentrato sulla resilienza dei beni storici e archeologici. Attraverso una piattaforma ICT, il progetto ha integrato dati provenienti da molteplici fonti per monitorare e gestire i rischi legati agli eventi climatici. I risultati di questo approccio sono stati applicati a due aree pilota: la città medievale di Gubbio, in Italia, e Creta, in Grecia.

A Gubbio, il progetto ha studiato i rischi di dissesto idrogeologico che minacciano le mura urbiche e gli edifici storici. A Creta, il Palazzo di Cnosso e la fortezza veneziana di Koules, entrambi siti di valore storico inestimabile, sono stati analizzati per comprendere l’impatto dell’innalzamento del livello del mare.

GreenHeritage: l’intangibile sotto assedio

"GreenHeritage", attualmente in corso, amplia il campo di azione affrontando gli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio culturale immateriale, una tematica finora poco esplorata. Il progetto non solo documenta gli impatti climatici, ma punta anche a creare strumenti pratici e programmi educativi per sensibilizzare e formare professionisti, ricercatori e politici.

Tra i risultati più significativi ci sono:

Una mappa interattiva che evidenzia le aree europee più a rischio.

Un programma formativo misto, che combina moduli online e workshop fisici, rivolto a dottorandi e professionisti intersettoriali.

Un programma di micro-credenziali accessibile a un pubblico più ampio, che sottolinea l’urgenza di azioni collettive per salvaguardare il patrimonio immateriale.

GreenHeritage si distingue anche per il suo approccio scalabile, partendo da iniziative locali per arrivare a strategie nazionali ed europee.

Un appello alla comunità globale

La COP29 ha lanciato un messaggio chiaro: il cambiamento climatico non è più solo una minaccia ambientale, ma un pericolo concreto per l’identità culturale globale. Progetti come quelli del Cnr dimostrano che la scienza e la tecnologia possono offrire soluzioni, ma serve un impegno collettivo per proteggere un patrimonio che appartiene all’intera umanità.

Questa battaglia non è solo per il passato, ma per il futuro delle generazioni che verranno.
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