Consiglio Nazionale Fabi, Sileoni: "Nel settore bancario, il fattore umano è indispensabile"

- di: Barbara Bizzarri
 

Il nuovo contratto dei lavoratori bancari, la tutela delle donne, i tassi d’interesse, il lavoro e il ruolo della rappresentanza, l’intelligenza artificiale nella società e nella finanza: ecco alcuni dei temi dibattuti nel corso del 128° Consiglio nazionale Fabi, Federazione autonoma bancari Italiani, quattro giorni densi di eventi fino al 12 gennaio.

Consiglio Nazionale Fabi, Sileoni: "Nel settore bancario, il fattore umano è indispensabile"

Nel giorno di apertura, il monologo di Stefano Massini dedicato alle donne e, a seguire, la relazione introduttiva del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, con un focus sulla situazione del settore bancario italiano, davanti a oltre 2mila persone convenute negli East End Studios di Milano. Inevitabilmente si parla anche delle performance degli istituti, con i profitti 2023 che sono stati trainati dal poderoso rialzo dei tassi di interesse attuato dalla BCE. Sileoni da mesi chiede una maggiore remunerazione dei conti alle banche italiane e una maggiore attenzione sui costi alti dei mutui: "Io ho sempre messo in evidenza questa contraddizione che è assolutamente ingiustificabile - afferma -. Nel resto d'Europa sono anni che sui conti correnti attivi si praticano tassi attivi di almeno del 2%. In Italia per anni abbiamo praticato tassi dello 0% e sui tassi passivi - quindi sui tassi sui prestiti e mutui - nel resto d'Europa non si è superata mai la soglia del 4%, mentre noi in Italia oggi siamo intorno al 6-7%. Quindi questa forbice deve essere sicuramente in qualche modo ridimensionata. È chiaro che il governo deve fare la sua parte, perché se lasciamo le decisioni delle banche esclusivamente al governo della Banca centrale europea le cose continueranno ad andare in questa direzione".

A proposito del nuovo contratto, Sileoni ha ammesso che “è stato uno dei rinnovi contrattuali più difficili e complessi degli ultimi vent’anni, con trattative che non sono state una passeggiata”, sottolineando come, senza la netta presa di posizione di Intesa Sanpaolo, immediatamente riconosciuta dalla Fabi, sarebbe stato tutto più complicato: l’Amministratore delegato del gruppo, Carlo Messina, disse infatti “sì” ai 435 euro di aumento richiesto dai sindacati, proprio in occasione del 22° congresso nazionale Fabi, quando si pose, pertanto, la prima pietra delle trattative per il contratto nazionale.

“I meriti delle organizzazioni sindacali – spiega Sileoni – sono stati principalmente due: l’aver creato, dopo tanto tempo, all’interno e all’esterno del settore, una capacità emozionale nettamente superiore a quella delle banche. Il secondo merito è il più importante di tutti: siamo riusciti a rimanere concentrati solo sugli interessi collettivi da raggiungere e non sulle singole esigenze e posizioni di sigla. L’importanza sociale di questo rinnovo contrattuale ha superato ogni confine, ogni barriera. Ne hanno parlato in altri settori, ne stanno parlando in altri settori, se n’è occupato il Financial Times in Europa e all’estero. Io, però, auguro, dal profondo del mio cuore, che anche altre categorie raggiungano lo stesso nostro risultato o magari riescano anche a superarlo”.

Sull'accelerazione da parte di alcuni gruppi bancari sul fronte della digitalizzazione, basti pensare alle iniziative di Intesa con Isybank e UniCredit con Buddybank, Sileoni afferma: "Di digitalizzazione se ne parla da tempo, ma sono soltanto pochi mesi che qualche gruppo bancario ha iniziato veramente a fare sul serio. I più grandi gruppi bancari stanno creando delle banche digitali estremamente diverse fra loro. Il confronto in sede aziendale e di gruppo con il sindacato ci farà capire se ci sarà uno scontro - perché magari le banche vorranno tagliare ulteriori posti di lavoro, perché chiudendo gli sportelli con la banca digitale il problema esuberi sicuramente riemergerà - e noi saremo pronti a fronteggiare qualunque invasione di campo da questo punto di vista, se per banca digitale poi si voglia approfittare della situazione tagliando costi e magari tagliando anche ulteriori posti di lavoro".

A una domanda sull'intelligenza artificiale, Sileoni risponde sottolineando l'importanza del fattore umano: "Nel settore bancario il fattore umano è fondamentale, perché il fattore umano significa fiducia, significa rapporto col cliente, significa rapporto con l'impresa, significa conoscenza del territorio, significa conoscenza dell'andamento delle imprese. Con il nuovo contratto del settore del credito abbiamo restituito lustro e prestigio a una categoria che molti volevano normalizzare”.

Il segretario ha quindi concluso considerando che “l’Italia è un Paese banco-centrico, lo sarà finché continuerà ad esistere una competizione sfrenata come quella attuale. Ho conosciuto tutti gli amministratori delegati degli ultimi 35-40 anni e posso dire che gli attuali rappresentano il miglior gruppo dirigente che il settore abbia mai avuto. Una classe dirigente preparata, non esageratamente spregiudicata, capitata tuttavia in un momento storico difficile, con una Bce che vuole essere particolarmente potente in Nord Europa e gruppi che si fanno la guerra per distribuire dividendi agli azionisti. Prima la Banca d’Italia riusciva a svolgere il suo ruolo regolatore, ma ora la Bce non riesce a farlo.

Nel corso del dibattimento del primo giorno, ampio spazio alla vicenda Montepaschi, con le dichiarazioni del segretario generale: “Nei prossimi tre anni il settore bancario si ridimensionerà ulteriormente. Vedremo che piega prenderà la vicenda Mps, per la quale tutti noi lavoreremo affinché rimanga autonoma. Vedremo quali decisioni prenderanno rispetto a Mps il governo, l’Unione europea, la Banca centrale europea. Noi saremo sempre lì sul pezzo, non lasceremo indietro nessuno e faremo sempre tutto quello che deve essere fatto nell’interesse dei colleghi, state tranquilli”.
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