Black Friday, WWF: un milione di tonnellate di CO2 per un giorno di sconti
- di: Barbara Leone
Il Black Friday, nato negli Stati Uniti come occasione per promuovere gli acquisti pre-natalizi con sconti eccezionali, è oggi un fenomeno globale. Tuttavia, dietro le promesse di prezzi imbattibili si nasconde un costo ambientale significativo che pochi consumatori considerano. L'eccesso di consumo, spesso sinonimo di spreco, è infatti uno dei principali fattori che alimentano la crisi climatica ed ecologica del nostro tempo. Secondo il WWF, durante la settimana del Black Friday, in Europa il trasporto delle merci contribuisce all’emissione di oltre un milione di tonnellate di CO2, il 94% in più rispetto a una settimana ordinaria.
Black Friday, WWF: un milione di tonnellate di CO2 per un giorno di sconti
“Il consumismo si scontra con i limiti della capacità del nostro pianeta di sostenere la vita. Quest’anno, invitiamo i consumatori a pensare oltre gli sconti e a dare priorità ad un consumo più sostenibile e responsabile. Gli acquisti eccessivi, specialmente nei settori ad alta intensità di uso di risorse come elettronica e moda, hanno un elevato impatto ambientale. Niente è più importante per gli esseri umani di una biosfera ecologicamente funzionante e che sostenga la vita sulla Terra. È l’unico posto abitabile che conosciamo”, afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia, sottolineando che “Il Black Friday può essere un’opportunità per ripensare le abitudini di consumo e adottare scelte più sostenibili. Evitando di fare acquisti impulsivi o anche solo facendo acquisti in modo consapevole, supportando marchi attenti alla sostenibilità e concentrandosi su acquisti basati su reali necessità, possiamo contribuire a ridurre la nostra impronta ambientale”.
In Italia, dove la maggior parte degli acquisti avviene online, le emissioni legate alle consegne salgono a 500.000 tonnellate di CO2eq, evidenziando l’impatto diretto del sovra-consumo sulle risorse del Pianeta. Questa frenesia di acquisti si traduce in un budget medio di 230 euro per italiano, che arriva a 300 euro per i Millennials. Tuttavia, solo il 10% degli italiani è consapevole dell’alto costo ambientale che si cela dietro i prezzi scontati. La Generazione Z, più sensibile al tema, si distingue per una maggiore attenzione, mentre i Boomers risultano meno consapevoli dell'impatto ecologico del loro consumo.
Un esempio emblematico è rappresentato dagli smartphone. Un solo dispositivo può emettere oltre 70 kg di CO2 durante il suo ciclo di vita, con l’80% delle emissioni concentrate nella fase di produzione. Inoltre, ogni smartphone contiene una piccola "miniera" di risorse preziose, dai metalli comuni come rame e zinco, ai metalli rari come oro, platino e terre rare. Questi materiali, spesso estratti in condizioni di elevato impatto ambientale, richiedono processi invasivi che devastano territori, inquinano le acque e riducono la biodiversità. La maggior parte di queste risorse è distribuita in modo disuguale nel mondo, con Cina e Africa tra i principali fornitori. Tuttavia, un potenziale giacimento alternativo si trova nella spazzatura: ogni anno, in Italia, si producono circa 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, ma solo 6 kg per abitante vengono correttamente raccolti, lasciando inutilizzate tonnellate di materiali recuperabili. Secondo il WWF, dai rifiuti elettronici si potrebbero ricavare circa 70 materie prime seconde, da reintegrare nei cicli produttivi senza sfruttare ulteriormente le risorse naturali del Pianeta.
Ma il Black Friday non riguarda solo l’elettronica. La moda, altro settore trainante durante questo periodo, ha un impatto devastante sull’ambiente. Negli ultimi 15 anni, la durata media di utilizzo degli abiti si è ridotta del 36%, trasformandoli in articoli quasi usa e getta. In Italia, ogni anno vengono immessi sul mercato 23 kg di prodotti tessili per abitante, ma ne vengono raccolti appena 2,7 kg. Questo squilibrio contribuisce alla produzione di circa 160.000 tonnellate di rifiuti tessili non riciclati, gran parte dei quali finisce in discariche situate in Asia, Africa e Sud America. L’industria tessile è la seconda al mondo per inquinamento delle acque. Per produrre una sola T-shirt di cotone sono necessari 2.700 litri d’acqua, l’equivalente del consumo idrico di una persona in due anni e mezzo. E a livello globale, meno dell’1% dei rifiuti tessili viene effettivamente riciclato per produrre nuovi vestiti, evidenziando una gestione inefficace del fine vita dei capi.
La frenesia del Black Friday genera poi un ulteriore impatto poco considerato: i resi. Mentre nei negozi fisici i resi rappresentano meno del 10% delle vendite, nello shopping online arrivano a quadruplicarsi. Ogni reso aumenta del 30% le emissioni legate alla logistica, e oltre il 25% dei prodotti restituiti viene scartato dai rivenditori, aggravando il problema dei rifiuti. Per contrastare gli effetti del sovra-consumo, il WWF propone soluzioni concrete. Tra queste, spicca la Conservation Collection, una linea di abbigliamento realizzata al 100% in lana riciclata certificata GRS. Questi capi, creati a partire da vecchi indumenti, evitano il processo di tintura, uno dei più impattanti nell’industria della moda, garantendo risparmi del 92% in termini di emissioni di CO2, del 98% di acqua e del 76% di energia. La linea comprende articoli come maglioni e sciarpe, progettati per offrire calore durante l’inverno con un’impronta ecologica minima. Perché, come sottolinea il WWF, ogni acquisto consapevole è un passo verso la riduzione dell’impatto ambientale. E, quindi, di un futuro migliore.