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Sanità, il grande scandalo liste d’attesa: 323 milioni ignorati dalle Regioni mentre i malati aspettano

- di: Jole Rosati
 
Sanità, il grande scandalo liste d’attesa: 323 milioni ignorati dalle Regioni mentre i malati aspettano
Liste d’attesa fuori controllo, ma le Regioni lasciano inutilizzato un quarto dei fondi. Schillaci (foto): “Non è mancanza di soldi, ma volontà politica”.
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Mentre milioni di italiani restano intrappolati nelle liste d’attesa per una visita urgente o un esame salvavita, un quarto dei fondi destinati a risolvere l’emergenza è stato ignorato o accantonato dalle Regioni. Un dato devastante, rivelato dal ministro della Salute Orazio Schillaci durante il Question Time in Senato e confermato dai documenti visionati dall’ANSA: 323.342.886 euro, su un totale di oltre 1,3 miliardi di euro stanziati tra il 2022 e il 2024, non sono mai stati utilizzati.
Non si tratta di una mancanza di mezzi, ma di una precisa scelta politica. E Schillaci non usa mezzi termini: “Non si tratta di carenza di strumenti o risorse, ma di volontà politica e organizzativa”. Accuse durissime, che il ministro rilancia con toni insolitamente diretti: “Ora le norme ci sono, i compiti sono chiari. O si applica la legge o si deve rispondere delle proprie inadempienze”.

Il paradosso italiano
È un’amara fotografia del Paese: mentre si moltiplicano i casi di cittadini costretti a rivolgersi al privato o addirittura a rinunciare alle cure, le Regioni trattano i fondi pubblici come un avanzo di bilancio. Alcune li hanno addirittura dirottati per “tappare buchi”, denuncia il ministro. La Corte dei Conti, nella sua ultima relazione, ha già messo nero su bianco che “la spesa delle Regioni per le liste d’attesa è esigua rispetto ai fondi ricevuti dal 2020”.
La cifra non spesa – oltre 323 milioni – è un pugno nello stomaco per chi attende da mesi una risonanza, un intervento, una diagnosi. È denaro pubblico destinato a salvare vite, rimasto invece sepolto nei cassetti della burocrazia o sacrificato sull’altare di giochi politici e contabili.

La riforma tradita
La legge per il taglio delle liste d’attesa è in vigore da otto mesi. Prevede strumenti concreti: una piattaforma nazionale, il ricorso a prestazioni in intramoenia o presso il privato convenzionato, estensione delle visite nei weekend, adozione del Cup unico (già attivo in Lazio, Liguria e Basilicata). Dove le misure sono state applicate, i risultati si vedono. Ma la maggioranza delle Regioni ha lasciato tutto fermo, o quasi.
Schillaci ha più volte sollecitato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. Ma lo scontro è ormai istituzionale. “Mi hanno fatto notare i toni duri? Li rivendico tutti. Ora abbiamo i dati per distinguere chi va sostenuto e chi va commissariato”.

Il nodo dell’autonomia
Il ministro smentisce ogni volontà di “prevaricare l’autonomia regionale”, ma ricorda che il diritto alla salute non è negoziabile. E avverte: in caso di inadempienze, il decreto attuativo prevede poteri sostitutivi del Ministero. Le Regioni, però, si arroccano. Il senatore Ivan Scalfarotto (Italia Viva) ha replicato duramente: “Ci vuole sfacciataggine a venire a parlare così oggi”. Per Luana Zanella (Avs): “Non è sopportabile questo continuo atto d'accusa verso le Regioni. Quando si attiva il Ministero? Almeno convochi quelle inadempienti”.

Il fallimento del regionalismo sanitario
Dietro le polemiche si staglia il vero macigno politico: il fallimento del modello regionalizzato della sanità italiana. “Verrebbe da rispondere al qualunquismo dell’accusa generica di fallimento con un altrettanto generico ‘fallimento del modello regionale di gestione della sanità’”, ha detto Schillaci, lasciando intendere una verità che non si osa pronunciare: la frantumazione del Servizio sanitario nazionale, esasperata dall’autonomia differenziata, è oggi un ostacolo strutturale al diritto alla salute.
E intanto i cittadini restano in fila. Nelle sale d’attesa. Nelle liste digitali. Nelle agende chiuse. A pagare, come sempre, è chi ha meno voce. Chi ha meno soldi. Chi ha più bisogno.
E adesso, chi risponde di tutto questo?

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