STM, scontro Italia-Francia sulla governance: atteso il piano industriale per Catania e Agrate
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

È iniziato questa mattina presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo nazionale su StMicroelectronics, la multinazionale dei microchip strategica per l’Italia e l’Europa, partecipata in quote paritarie da Italia e Francia. Il vertice, presieduto dal ministro Adolfo Urso e convocato in sinergia con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, riunisce i vertici aziendali, i rappresentanti sindacali, le Regioni coinvolte e gli enti locali interessati, con al centro dell’agenda l’atteso piano industriale per i due principali siti italiani dell’azienda: Catania e Agrate Brianza, dove lavorano oltre 10.000 dei circa 13.000 dipendenti totali in Italia. Il clima è teso: mentre le parti sociali attendono chiarezza sugli investimenti e sulle prospettive occupazionali, si consuma un duro scontro politico-istituzionale tra Roma e Parigi sulla governance della società.
STM, scontro Italia-Francia sulla governance: atteso il piano industriale per Catania e Agrate
A rappresentare STMicroelectronics al Mimit ci sono il Chief Financial Officer Lorenzo Grandi e il responsabile Manifattura Fabio Gualandris. È attesa la presentazione del piano industriale che dovrebbe delineare lo sviluppo produttivo, tecnologico e occupazionale degli stabilimenti italiani, in particolare quello etneo e quello brianzolo, entrambi cruciali per la filiera europea dei semiconduttori. Tuttavia, l’incontro avviene all’indomani di uno strappo senza precedenti tra i due azionisti pubblici che controllano la società: il Mef da un lato, il governo francese dall’altro, entrambi titolari al 50% della holding che possiede il 27,5% della multinazionale. A infiammare le relazioni è stata la bocciatura, da parte del consiglio di sorveglianza della società, della candidatura di Marcello Sala – dirigente del Mef – a membro del board.
La Francia blocca Sala, il Mef parla di atto inaccettabile
La nomina di Sala, voluta dal Ministero dell’Economia italiano, è stata stoppata dal lato francese della governance, che avrebbe espresso riserve sia sulla figura sia sulla strategia proposta rispetto all’attuale amministratore delegato Jean-Marc Chery. L’episodio ha innescato la dura reazione del Mef, che ha definito la decisione “gravissima e inaccettabile”, giudicando l’atto un segnale di rottura nella cooperazione che regge l’azionariato pubblico paritario tra Italia e Francia. Da Palazzo Chigi il ministro Giorgetti ha rincarato la dose, dichiarando che “l’atteggiamento dell’azionista italiano sarà d’ora in poi di critica opposizione”. Le parole del titolare del Mef fotografano una situazione esplosiva, che rischia di compromettere l’unità d’intenti necessaria a guidare la trasformazione dell’azienda nel contesto competitivo globale.
Sindacati in allerta: servono garanzie su lavoro e investimenti
Sul fronte interno, a preoccupare sono i contenuti concreti del piano industriale. I rappresentanti sindacali delle categorie metalmeccaniche, presenti al tavolo ministeriale, hanno espresso timori per eventuali delocalizzazioni, tagli occupazionali o ridimensionamenti produttivi, in particolare nel sito di Agrate, già oggetto di riorganizzazioni. Il nodo degli investimenti in innovazione, digitalizzazione e formazione è considerato centrale dai sindacati, che chiedono garanzie su continuità e rafforzamento del ruolo dei due poli italiani nell’ambito della strategia europea sui semiconduttori. “Il settore è in espansione, ma servono piani concreti e vincolanti, non solo enunciazioni”, sottolineano le organizzazioni dei lavoratori, che temono che le tensioni geopolitiche e societarie si scarichino sui livelli occupazionali.
STM e il futuro della sovranità tecnologica europea
Il confronto su STM avviene in una fase in cui la sovranità tecnologica europea è al centro del dibattito strategico continentale. I semiconduttori sono il cuore pulsante della trasformazione digitale e green, e Bruxelles ha lanciato il Chips Act per ridurre la dipendenza dall’Asia e dagli Stati Uniti. In questo contesto, STMicroelectronics è considerata un asset chiave, anche per l’Italia, che con il sito di Catania punta a diventare uno dei poli leader dell’innovazione microelettronica in Europa. La realizzazione di nuovi impianti, l’espansione della produzione e la specializzazione nelle tecnologie di frontiera sono elementi determinanti per la competitività futura dell’intero sistema industriale.
Un tavolo che può segnare un passaggio cruciale
Il vertice al Mimit non è solo un confronto tecnico, ma anche un banco di prova per le politiche industriali del governo. Il ministro Urso, che ha voluto personalmente il tavolo insieme al Mef, mira a rafforzare il ruolo del governo italiano nelle scelte strategiche dell’azienda, a partire dalla governance fino alle linee di sviluppo dei siti nazionali. Ma le fratture con il partner francese complicano ogni piano. Da questo tavolo ci si aspetta non solo chiarezza, ma anche un segnale politico: che la tecnologia non diventi terreno di scontro tra governi, ma strumento per costruire un’Europa industriale più forte, autonoma e integrata.