• Intesa Nov 24 8501

Le Borse europee rallentano dopo l’euforia da dazi, future USA in rosso e yuan ai minimi storici

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Le Borse europee rallentano dopo l’euforia da dazi, future USA in rosso e yuan ai minimi storici

Dopo un’apertura folgorante alimentata dalla decisione del presidente americano Donald Trump di rinviare l’introduzione dei dazi bilaterali, le Borse europee rallentano la corsa a metà mattinata. Milano resta in forte rialzo (+6%), ma lontana dai massimi iniziali, così come Francoforte (+5,3%), Parigi (+5,1%) e Londra (+4,2%).

Le Borse europee rallentano dopo l’euforia da dazi, future USA in rosso e yuan ai minimi storici

L’entusiasmo iniziale, esploso nella giornata di ieri, sta lasciando spazio alla prudenza, mentre da New York giungono segnali contrastanti: i future sul Nasdaq scendono del 2,3%, quelli sull’S&P 500 dell’1,9%. Il sentiment degli investitori si fa più cauto, complice il riemergere delle preoccupazioni legate alla guerra commerciale, la svalutazione dello yuan da parte della Cina e il calo del petrolio, che segna un brusco -2,5% sui timori di un rallentamento della crescita globale.

La giornata di ieri aveva fatto segnare rialzi record sulle piazze globali, con Tokyo a +9,1%, Seul a +6,6% e Hong Kong a +2,2%, trascinate dall’ottimismo per il rinvio dei dazi statunitensi verso tutti i partner commerciali, tranne la Cina. Tuttavia, l’onda lunga dell’euforia si sta già sgonfiando. I mercati si sono accorti che la sospensione è solo temporanea, e che la strategia americana resta imprevedibile. Le tensioni con Pechino non si sono allentate, anzi: la Cina ha reagito con nuovi dazi al 125% sull’import dagli USA e ha permesso un ulteriore indebolimento dello yuan per sostenere le esportazioni. Gli investitori tornano a fare i conti con lo scenario complesso di una guerra commerciale in pausa, ma tutt’altro che conclusa.

Lo yuan scivola ai minimi dal 2007, e la Cina avverte


Il segnale più forte arriva proprio dalla valuta cinese, lo yuan, che ha toccato i minimi nei confronti del dollaro dal 2007. Una scelta non casuale: la Banca centrale cinese (Pboc) sta agevolando una svalutazione controllata della moneta nazionale per sostenere l’export colpito dai dazi USA. È una risposta strategica che punta a rafforzare la competitività dei prodotti cinesi, ma che rischia di aprire un nuovo fronte nella già complicata relazione tra le due superpotenze. La svalutazione dello yuan viene vista come un’arma indiretta nella guerra dei dazi, capace di alterare gli equilibri finanziari internazionali e di spingere gli investitori verso asset considerati più sicuri.

Il petrolio in caduta libera, volano oro e Treasury

A preoccupare è anche la caduta del prezzo del petrolio. Il WTI è sceso a 60,8 dollari al barile (-2,5%), penalizzato dalla prospettiva di un rallentamento della domanda globale e in particolare cinese, già sotto pressione per le tariffe e la frenata industriale. Al contrario, corre l’oro, che si rafforza come bene rifugio per eccellenza: +2,1%, con le quotazioni che raggiungono i 3.107 dollari l’oncia. Gli investitori tornano anche a cercare sicurezza nei titoli di Stato americani: i rendimenti dei Treasury sono in calo di 4 punti base, al 4,28%. In Europa, invece, i bond sono deboli, mentre i trader iniziano a rivedere le loro aspettative su un taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea, che ora appare meno probabile nel breve termine.

Piazza Affari guida ancora il gruppo, ma si guarda a Wall Street


A Piazza Affari prosegue il rally di alcuni titoli già protagonisti nei giorni scorsi. Interpump vola con un +10,5%, seguita da Nexi (+10%), Fineco (+9,6%), Prysmian (+9,4%) e Unicredit (+9,3%). Tuttavia, anche sul listino milanese si percepisce il rallentamento del ritmo rispetto all’entusiasmo di apertura. Gli operatori attendono con cautela l’apertura di Wall Street, da cui dipenderà il consolidamento o il ridimensionamento dei guadagni europei. La frenata dei future statunitensi è il segnale che l’euforia sta cedendo il passo alla razionalità, con gli investitori intenzionati a valutare attentamente le prossime mosse della Fed, l’evoluzione delle tensioni USA-Cina e le implicazioni della politica economica americana.

Un equilibrio instabile tra tregua e rischio escalation

L’andamento delle Borse di oggi restituisce l’immagine di un equilibrio instabile. Da un lato, la sospensione dei dazi ha generato un sollievo diffuso, specie per le economie europee fortemente esposte all’export. Dall’altro, la sensazione che si tratti solo di una pausa tattica alimenta l’incertezza. L’intervento della Cina sulla sua moneta, i contraccolpi sui mercati energetici e la prudenza dei trader su Wall Street mostrano che lo scenario globale resta estremamente fragile. Il rischio è che i mercati si siano mossi troppo rapidamente, sottovalutando la possibilità di una nuova escalation. La giornata di oggi potrebbe segnare il passaggio da una reazione emotiva a una lettura più realistica delle tensioni internazionali.

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