FOTO: Che Guevara a Las Villas Escambray prima della battaglia di Santa Clara, 1958 (© Centro de Estudios Che Guevara)
Palazzo Braschi accoglie un avvincente percorso nella storia dell’animazione con oltre 200 opere che ripercorrono le tante anime dell’illustratore giapponese Yoshitaka Amano.
Il celebre creatore di mitologie contemporanee, entrate nelle case di tutti, abbattendo le barriere del tempo e rimanendo impresse nell’immaginario collettivo di diverse generazioni, invita a ripercorrere la genesi dei suoi anime e i suoi videogiochi con gli inconfondibili sketch e painting e con la commistione di disegni e colori tipica di alcune sue opere. Da Tatsunoko a Final Fantasy, Amano Corpus Animae, questo il titolo della mostra in corso fino al 12 ottobre, è la prima esposizione che l’artista realizza nell’Urbe, città che è stata frutto di ispirazione per la sua arte e dalla quale ha recepito molteplici suggestioni.
Le mostre del weekend, da Che Guevara a Yoshitaka Amano
Imperdibili le opere originali, mai esposte in Italia, che raccontano la collaborazione di Yoshitaka Amano con lo scrittore di letteratura fantastica Michael Moorcock.
Con la sua poliedrica produzione, che va dal videogioco al manga, dall’anime al teatro, dalla moda alle fine art, Yoshitaka Amano attraversa il mondo dell'editoria e del fumetto.
Che Guevara si racconta a Bologna
Si chiama CHE GUEVARA tú y todos la mostra che fino al 30 giugno racconta al Museo Civico Archeologico di Bologna l’uomo dietro il mito.
Il percorso offre ai visitatori un viaggio interattivo, costellato di supporti digitali e multimediali di ultima generazione.
Il contesto geo-politico, la dimensione biografica che documenta la formazione del giovane Ernesto negli anni precedenti la rivoluzione cubana, l’attività di uomo pubblico a Cuba, ma anche la dimensione più intima, si sviluppano attraverso oltre 2.000 documenti, molti dei quali inediti, tra lettere, appunti, diari, fotografie scattate dallo stesso Guevara, immagini ufficiali e private, scritti autografi e filmati d’epoca, provenienti dall’archivio del Centro de Estudios Che Guevara a L’Avana.
Album interattivi ripercorrono le tappe significative della vita del giovane Ernesto prima di diventare il Che, attraverso materiali originali e inediti.
La dama col liocorno di Raffaello in trasferta a Napoli
Fino al 22 giugno la Dama col liocorno di Raffaello Sanzio, proveniente dalla Galleria Borghese di Roma, sarà ospite d’eccezione delle Gallerie d’Italia a Napoli.
Il dipinto, allestito nella sala dedicata al Martirio di sant’Orsola di Caravaggio, attualmente in esposizione a Roma presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini per la mostra Caravaggio 2025, apre un nuovo capitolo della rassegna L’Ospite illustre, curata e promossa da Intesa Sanpaolo.
L’esposizione consentirà di soffermarsi su un’opera giovanile dell’Urbinate, un dipinto a olio su tavola trasportata su tela databile all’inizio del 1505. L'aspetto attuale dell'opera è l’esito di uno storico intervento di restauro seguito a una fitta vicenda critica sviluppatasi a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Fino al 1936 infatti il personaggio rappresentato era raffigurato come Santa Caterina d'Alessandria, con il consueto attributo della ruota dentata visibile al posto dell'attuale unicorno.
Fu lo storico dell’arte Roberto Longhi a restituire l’opera a Raffaello.
Le indagini radiografiche sul dipinto hanno mostrato come, prima dell’unicorno, simbolo della castità, l’artista avesse dipinto un cagnolino, allusione alla fedeltà: si tratta dunque plausibilmente di un ritratto eseguito in occasione di un matrimonio.
Dall’uovo alle mele. A Ercolano una mostra sui piaceri della tavola
Ab ovo usque ad mala. Come insegna il poeta Orazio, un pasto completo nell’antica Roma solitamente iniziava con le uova per terminare con i frutti. Ercolano ci ha consegnato una grande quantità di reperti organici in eccezionali condizioni di conservazione, a dimostrazione di un assortimento invidiabile di cibi e alimenti. Il cibo di questa città romana si mostra al pubblico contemporaneo attraverso i resti carbonizzati di pane, cereali, legumi, frutta, uova, formaggio, frutti di mare, accanto a vasellame, pentole, utensili, oggetti di uso quotidiano e di lusso, che restituiscono preziose informazioni sui principali aspetti dell’alimentazione degli antichi Ercolanesi.
Fino al 31 dicembre la nuova mostra del Parco Archeologico di Ercolano, organizzata in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane e ospitata nelle sale affrescate di Villa Campolieto, regala un viaggio nell’epoca romana alla scoperta di una vera e propria civiltà del cibo.