Intesa Sanpaolo, Messina: "Banca leader anche tra 10 anni grazie alla tecnologia"

- di: Barbara Bizzarri
 
Isybank, la banca digitale di Intesa Sanpaoloun progetto che ha richiesto investimenti per 650 milioni (128 milioni per il 2022 e 152 milioni per il 2023), e che coinvolgerà 4 mila persone tra assunzioni di profili specifici e riconversioni professionali, si pone l’obiettivo iniziale di raggiungere i 4 milioni di clienti retail che Intesa ha in Italia e che non usano la rete di filiali, ottenendo al contempo una riduzione strutturale dei costi, per poi estendere la piattaforma core banking di Thought Machine (la fintech con sede a Londra e uffici regionali a New York, Singapore e Sydney, con cui la banca si è alleata in ambito digitale) all'infrastruttura del gruppo. L’iniziativa è stata presentata nel corso di un evento a Milano, al termine del quale Esma Çakir, Presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, ha intervistato Carlo Messina, CEO del Gruppo.

Intesa Sanpaolo, Messina: "Banca leader anche tra 10 anni grazie alla tecnologia"

“Sono orgoglioso di questa iniziativa e sono convinto che rappresenti per l'Italia un punto di forza, è la dimostrazione che in questo Paese siamo capaci di fare cose eccellenti anche a livello mondiale - ha dichiarato in apertura Carlo Messina -. Aver costruito questa banca ed essere campioni nel futuro digitale rappresenta un punto di forza per Intesa Sanpaolo, ma è anche un elemento di cui il Paese deve essere orgoglioso”.

“Il digitale, l'Intelligenza Artificiale rappresentano degli elementi importanti che concorrono a costruire il futuro del sistema bancario mondiale – ha continuato il Ceo -. Ma con la necessità di mantenere una forte componente di banca tradizionale. Intesa manterrà una forte capacità di presenza sui territori”. D’altra parte, secondo il Ceo, oggi fare integrazioni transfrontaliere rimane molto complesso: “La regolamentazione europea oggi non sta favorendo le operazioni cross-border e quelle realizzabili sono quelle nei mercati domestici, noi siamo stati i primi con Ubi. Il cross-border europeo avrà ancora problemi di limitazione fino a quando non ci sarà l'Unione bancaria”, ha spiegato.

Con il progetto Isybank Intesa ha scelto anche di effettuare internamente il salto tecnologico, senza passare attraverso aggregazioni. Una strategia che Messina ha confermato: “Siamo una banca leader europea indiscussa ma vogliamo essere una delle tre banche che nei prossimi dieci anni sarà un campione in Europa, e questo non si realizza attraverso l'acquisizione di altre banche ma attraverso la tecnologia che sarà dominante sul mercato. Agli investitori dobbiamo trasferire il fatto che non siamo più solo una banca tradizionale, ma anche un campione di tecnologia. La nostra priorità è che tutti i nostri clienti possano trarre beneficio da Isybank”.

“Oggi il sistema bancario europeo ha la necessità di trovare un meccanismo che porti al giusto modo di fare operazioni”, ha aggiunto Messina, secondo il quale “le sinergie non sono così scontate”. A margine della presentazione, il banchiere ha speso qualche considerazione sull’andamento dell’economia italiana: “L’Italia sta andando meglio degli altri Paesi europei perché ha un modello di business molto diversificato in termini di aziende e un solidissimo risparmio delle famiglie. Senza un vero mercato dei capitali europeo, e soprattutto senza un'unione bancaria veramente completa, non sarà possibile avere quelle aggregazioni cross border che sono indispensabili per raggiungere maggiori dimensioni. Quello che mi preoccupa in Italia è la forte crescita delle disuguaglianze e della povertà. Ci sono alcuni aspetti su cui è necessario assolutamente intervenire per mitigarli. All'Italia nei prossimi anni serve un Pil che cresce al 2%, non possiamo accontentarci dell'1%, altrimenti rimarrà un paese marginale. Oggi, invece, ha la potenzialità per essere uno dei migliori Paesi d'Europa, insieme alla Germania”.

Nella visione di Messina, le banche hanno un ruolo primario nell’affrontare i profondi cambiamenti che stanno incidendo sulle nostre economie e società, in particolare la digitalizzazione, la transizione energetica e il cambiamento climatico. Questi temi di importanza condivisa possono tradursi in nuove opportunità strategiche, ma richiedono un'adeguata evoluzione del modo di fare banca.

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