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Fiducia ai massimi da 4 anni: il Giappone pronto a alzare i tassi

- di: Marta Giannoni
 
Fiducia ai massimi da 4 anni: il Giappone pronto a alzare i tassi
Tankan al top da 4 anni: il Giappone riapre il dossier tassi

Fiducia in risalita, investimenti più robusti e uno yen che resta il convitato di pietra: nella settimana della Bank of Japan, ogni decimale del sondaggio diventa un indizio.

(Foto: operai dell'industria automobilistica nipponica).

Il numero che fa rumore: manifattura a +15

In Giappone i sondaggi non sono solo termometri: spesso sono bussole. L’ultima lettura del Tankan (l’indagine trimestrale della Bank of Japan) racconta che l’umore delle grandi imprese manifatturiere è salito a +15, un passo avanti rispetto al trimestre precedente e soprattutto il livello più alto degli ultimi quattro anni, con un picco che riporta la memoria a dicembre 2021.

Tradotto: nonostante venti contrari (dai costi al commercio internazionale), nelle grandi fabbriche del Paese l’aria non è da “stringere i denti”, ma da tenere il passo. E quando la manifattura giapponese alza la testa, a Tokyo si tende a rimettere mano ai dossier più sensibili: crescita, salari… e tassi.

Servizi stabili, ma non perfetti: il +34 che manca di un soffio

Il capitolo “non manifatturiero” (che include servizi, distribuzione e una fetta grande dell’economia quotidiana) resta su livelli elevati: +34. Qui il messaggio è doppio: tenuta solida, ma con un’ombra di prudenza perché la lettura è risultata leggermente inferiore alle attese di mercato.

È il classico dettaglio che, in una settimana di banca centrale, cambia il tono delle conversazioni: non un rallentamento, ma un invito a non dare per scontato che la domanda interna possa fare tutto da sola.

Yen debole, aspettative in chiaro: 147,06 per dollaro nel 2025

C’è poi la variabile che si insinua ovunque: la valuta. Nelle attese delle imprese, il cambio medio dollaro/yen per il 2025 viene visto a 147,06, più debole rispetto alla stima precedente. È un dato che pesa per un motivo semplice: uno yen fragile può aiutare alcuni esportatori, ma al tempo stesso gonfia il conto delle importazioni (energia e materie prime in testa), alimentando il dibattito su prezzi e potere d’acquisto.

Investimenti in accelerazione: capex +12,6%

Se c’è un passaggio del Tankan che a una banca centrale piace più delle “sensazioni”, è quello sugli investimenti. E qui il Giappone manda un segnale netto: le grandi imprese si aspettano un aumento della spesa in conto capitale del 12,6% nell’anno fiscale in corso.

Dentro questo numero c’è un pezzo di Giappone che scommette su impianti, tecnologia, automazione e catene produttive più resilienti. In altre parole: non solo “resistere”, ma attrezzarsi.

La settimana della BoJ: perché tutti guardano al 18-19 dicembre

La coincidenza di calendario è perfetta (o micidiale, dipende dai punti di vista): il Tankan arriva a ridosso della riunione di politica monetaria della Bank of Japan prevista tra 18 e 19 dicembre. Per molti osservatori, la combinazione “fiducia robusta + investimenti in aumento + inflazione sopra target” rafforza lo scenario di un ritocco dei tassi.

L’aspettativa più ricorrente nei commenti di mercato è un passaggio dal 0,50% allo 0,75%. Il punto non è solo il quarto di punto: è la narrativa che lo accompagna. Dopo anni di eccezionalismo monetario, il Giappone continua a spostarsi verso una normalizzazione “a piccoli passi”, ma con un occhio sempre fisso su due parole chiave: salari e inflazione.

Inflazione sopra il 2%: il “nuovo normale” che cambia le regole

Da oltre tre anni l’inflazione giapponese si mantiene oltre la soglia del 2%. Questo non significa che Tokyo viva la stessa ansia prezzi vista altrove negli ultimi anni, ma significa che il Paese non è più intrappolato nel vecchio racconto della deflazione eterna.

Proprio per questo, la BoJ tende a ripetere un concetto: anche con rialzi graduali, le condizioni finanziarie possono restare accomodanti per un po’. La partita, più che sui proclami, si gioca sulla reazione dell’economia reale: credito, investimenti, margini delle imprese.

Il contesto: PIL in frenata nel terzo trimestre e il tema dazi

Il Tankan arriva però in un’economia che ha mostrato un inciampo recente. La revisione dei conti nazionali ha indicato che nel terzo trimestre il PIL si è contratto, con una dinamica peggiorata rispetto alla stima iniziale. Per diversi analisti, il punto è capire se si è trattato di una scivolata tecnica o dell’inizio di una fase più debole.

Nel frattempo resta sullo sfondo un tema che la manifattura giapponese sente sulla pelle: l’effetto delle tensioni commerciali e dei dazi statunitensi su alcuni flussi di export. Qui l’indicazione che arriva da più fronti è che l’impatto c’è, ma non ha “spezzato” l’economia: semmai sta ridisegnando strategie, prezzi e geografie di vendita.

La lettura politica-monetaria: “alzare” sì, ma senza spaventare

Se la BoJ decidesse davvero di alzare i tassi, il messaggio più importante potrebbe non essere il numero in sé, ma il modo in cui verrà raccontato. Secondo diverse ricostruzioni di stampa economico-finanziaria, la banca centrale potrebbe ribadire che il percorso resta graduale e legato ai dati, evitando di trasformare un rialzo in un cambio di regime “brusco”.

In sintesi: la BoJ vuole normalizzare senza creare shock, mantenendo l’idea che la politica monetaria, anche dopo un rialzo, resti ancora in un territorio che non frena l’economia in modo aggressivo.

Cosa tenere d’occhio dopo il Tankan

  • Le parole della BoJ: più dei tassi, conterà la “traiettoria” suggerita per il 2026.
  • Lo yen: un’accelerazione o un rientro del cambio può cambiare l’umore su inflazione e consumi.
  • Salari e mercato del lavoro: la sostenibilità dell’inflazione passa (anche) da qui.
  • Export e dazi: ogni segnale su ordini e spedizioni è un indicatore anticipatore.
  • Investimenti: il +12,6% va verificato nella realtà, trimestre dopo trimestre.

Il punto

Il Tankan di dicembre non dice “tutto va benissimo”. Dice qualcosa di più utile: il motore delle grandi imprese non sta girando al minimo. In una fase in cui il Giappone prova a uscire dall’eccezione monetaria senza inciampare, questo tipo di fiducia è benzina per chi, in Bank of Japan, vuole continuare la normalizzazione.

Ora la palla passa alla riunione del 18-19 dicembre: lì si capirà se la fiducia delle aziende diventerà anche fiducia della banca centrale nel fare un altro passo avanti.

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