Borse: giornata incerta sui mercati asiatici, in attesa dei dati sull'inflazione in Usa

- di: Redazione
 
Le borse asiatiche hanno chiuso contrastate le contrattazioni odierne, mentre i mercati europei hanno aperto in ribasso in vista di un aggiornamento dell'inflazione statunitense che gli operatori sperano possa incoraggiare la Federal Reserve ad allentare i piani per ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Cali a Londra, Francoforte, Parigi e Hong Kong (Milano ''tiene'', a -0,30%). Shanghai e Tokyo sono aumentate.

Borse: giornata incerta sui mercati asiatici

Il timore degli operatori è che l'economia globale possa cadere in recessione a causa dei ripetuti aumenti dei tassi che la Federal Reserve e altre banche centrali stanno attuando per raffreddare un'inflazione ai massimi da decenni. La speranza è che il rapporto sui prezzi al consumo negli Stati Uniti, che sarà reso noto giovedì, mostri una moderazione dell'inflazione, riducendo la necessità di rallentare ulteriormente l'attività economica.
Nelle prime contrattazioni, il FTSE 100 di Londra ha perso lo 0,4% a 7.697,35. Il DAX di Francoforte ha perso lo 0,3% a 14.745,01 e il CAC 40 di Parigi è sceso dello 0,6% a 6.863,40.
I futures per l'indice di riferimento S &P 500 di Wall Street e il Dow Jones Industrial Average sono scesi dello 0,2%.

Lunedì l'S &P è sceso dello 0,1% e il Dow ha perso lo 0,3%. Il composito Nasdaq ha guadagnato lo 0,6%.
In Asia, lo Shanghai Composite Index è salito dello 0,4% a 3.169,50, mentre l'Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,3% a 21.331,46. Il Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato lo 0,8% a 26.175,56. Il Kospi di Seul è salito di meno dello 0,1% a 2.351,31 e l'S &P-ASX 200 di Sydney ha perso lo 0,3% a 7.131,00. L'indiano Sensex è sceso dell'1% a 60.134,70. La Nuova Zelanda ha guadagnato, mentre i mercati del sud-est asiatico sono diminuiti. Le previsioni degli economisti sono che il rapporto di giovedì mostri che l'inflazione negli Stati Uniti è rallentata al 6,5% a dicembre dal 7,1% di novembre. È in calo rispetto al picco del 9,1% di giugno, ma ben al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed.

Un altro momento delicato comincerà venerdì, quando saranno ufficializzati i dati relativi ai profitti aziendali, che si preannunciano poco brillanti, a fronte dell'aumento dei costi (manodopera compresa). Nei mercati dell'energia, il greggio USA di riferimento ha perso 26 centesimi a 74,37 centesimi di dollaro al barile nel trading elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale di petrolio, è sceso di 30 centesimi a 79,35 dollari al barile a Londra.
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