Cecco del Caravaggio, Orazio Gentileschi, Rudolf Levy: i protagonisti del weekend
- di: Samantha De Martin
Ci sono le pieghe di Cesare Berlingeri, che tessono percorsi sorprendenti "tra il visibile e l'invisibile". E le piaghe dell’anima dell’espressionista tedesco Rudolf Levy, esule a Firenze prima della deportazione ad Auschwitz il 30 gennaio 1944. E poi il San Francesco in estasi di Orazio Gentileschi, esposto per la prima volta in una mostra e notificato dallo Stato italiano su parere di Yuri Primarosa quale opera di eccezionale importanza storico-artistica, nell’agenda della bellezza che invita a un weekend al museo. Da Bergamo, dove una mostra su Cecco del Caravaggio inaugura le celebrazioni di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 in una rinnovata Accademia Carrara, a Reggio Calabria, ecco quattro appuntamenti cui non mancare.
La scena alla Carrara di Bergamo è di Cecco del Caravaggio
Oggi è una delle figure più misteriose dell’arte. Francesco Boneri, meglio conosciuto come Cecco del Caravaggio, è il grande protagonista della mostra Cecco del Caravaggio. L’allievo modello, in programma all’Accademia Carrara di Bergamo dal 28 gennaio al 4 giugno, evento di punta delle celebrazioni Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. Oltre 40 opere - tra le quali 19 delle 25 conosciute di Cecco, due capolavori di Caravaggio e di quei maestri che hanno ispirato e sono stati ispirati da questo affascinante pittore allievo e modello del Merisi - tra prestiti nazionali e internazionali, accompagneranno il visitatore alla scoperta del pittore anticonformista, implacabile nella definizione delle forme e dei contorni, iperrealista ante literram. I nuovi studi avviati da Gianni Papi - che cura il percorso assieme a Maria Cristina Rodeschini - a partire dagli anni Novanta, e la scoperta di alcune opere, hanno riacceso i riflettori su questo artista dopo quella sorta di damnatio memoriae che ne ha oscurato a lungo le vicende artistiche.
Firenze ricorda Rudolf Levy, l’allievo di Matisse
In fuga dal regime nazista, Rudolf Levy visse i suoi ultimi (e più prolifici) anni a Firenze prima di essere deportato ad Auschwitz. Il Terzo Reich aveva letteralmente “cancellato” la sua produzione, marchiandola come “arte degenerata”. Motivo per il quale le opere di questo artista presenti nelle collezioni dei musei tedeschi andarono in larga parte trafugate o disperse. A quasi ottant’anni dalla sua morte Palazzo Pitti rende omaggio al pittore espressionista tedesco allievo di Matisse con la retrospettiva Rudolf Levy (1875 -1944) - L'opera e l'esilio. I 47 lavori in mostra fino al 30 aprile raccontano la tormentata esistenza di Levy attraverso i suoi dipinti, dagli anni giovanili fino all’esilio. Arrivato a Firenze nel 1941, dopo le peregrinazioni in seguito alle persecuzioni naziste, tra Maiorca, la Francia, gli Stati Uniti, la Dalmazia, nella sua stanza-atelier a Palazzo Guadagni in piazza Santo Spirito Levy ritrova la perduta felicità creativa realizzando in soli due anni oltre cinquanta dipinti, in prevalenza nature morte e ritratti. Nata da un’idea di Klaus Voigt, insigne studioso dell’esilio di ebrei e antinazisti in Italia, la mostra di Palazzo Pitti ha lo scopo di far conoscere Levy al grande pubblico.
A Roma Orazio Gentileschi e il San Francesco “ritrovato”
Fino al 10 aprile nella sala 9 del piano terra di Palazzo Barberini, nell’ambito della mostra dossier Orazio Gentileschi e l’immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma, a cura di Giuseppe Porzio, il pubblico potrà ammirare per la prima volta in mostra un dipinto di Orazio Gentileschi raffigurante San Francesco in estasi, notificato dallo Stato italiano, su parere di Yuri Primarosa, quale opera di eccezionale importanza storico-artistica. La tela è una rara testimonianza del momento in cui Orazio Gentileschi si accosta alle novità poetiche e stilistiche elaborate da Caravaggio. Il soggetto è stato infatti eseguito dal naturale e con il modello in posa secondo un metodo di lavoro che Orazio doveva aver appreso già intorno al 1599-1600 direttamente dal Merisi. Con ogni probabilità il quadro fu dipinto negli stessi anni del processo - i cui atti sono presenti in mostra - che Giovanni Baglione aveva intentato contro Caravaggio, Onorio Longhi, Filippo Trisegni e lo stesso Gentileschi, nel corso del quale quest’ultimo aveva dichiarato di aver prestato a Caravaggio “una veste da cappuccino” e un “par d’ale”, probabilmente lo stesso saio, dal copricapo a punta, che Orazio ritrae nell’opera presentata in mostra. Ad affiancare l’inedito dipinto di Gentileschi sono in sala il San Francesco in meditazione attribuito a Caravaggio, il San Francesco sorretto da un angelo dello stesso Gentileschi, il San Francesco in preghiera del Cigoli, conservate a Palazzo Barberini, e il San Francesco sorretto da un angelo in prestito dal museo del Prado di Madrid. La novità svelata in mostra renderà possibile documentare in modo nuovo la nascita del caravaggismo a Roma attraverso l’influsso suscitato dal Merisi su Gentileschi, già attivo a Roma da oltre due decenni nel solco della tarda Maniera.
Cesare Berlingeri, l’artista delle “pieghe”, in mostra a Reggio Calabria
Fino al 18 febbraio l'arte materica di Cesare Berlingeri avvolge i visitatori di Palazzo della Cultura Pasquino Crupi, a Reggio Calabria, in un percorso nel quale l’artista calabrese sovrappone, tratta, gonfia, e soprattutto piega le sue tele, generando creazioni autentiche che si raccontano all'osservatore attraverso il colore - che diventa soggetto dell’intera opera - immergendolo "tra il visibile e l'invisibile". Classe 1948, un linguaggio artistico radicato all’interno della natura e della cultura Mediterranea, Berlingeri presenta i suoi lavori realizzati tra il 1967 e il 2022. E al blu oltremare, “del Mediterraneo, del cielo, delle notti stellate (perché c’è differenza tra le notti nordiche e quelle del Mediterraneo)” come confessa l’artista, è dedicata l’ultima sala del percorso allestito a Palazzo Alvaro. Prodotta in collaborazione con l'Archivio Cesare Berlingeri e la neocostituita Fondazione "Cesare Berlingeri Ets" - che, oltre a tutelare e valorizzare l'opera dell'artista, si pone come punto di riferimento per l'arte contemporanea al Sud - l’esposizione segna il ritorno, dopo quasi un ventennio, di Berlingeri nel territorio di Reggio Calabria. La mostra, a cura di Domenico Piraina, promossa dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, è aperta da martedì a sabato dalle 8.30 alle 19 (l'ultimo ingresso è consentito fino a mezz'ora prima della chiusura).
Nella foto: Allestimento della mostra Rudolf Levy (1875 -1944) - L'opera e l'esilio | Courtesy Gallerie degli Uffizi