Petrolio e decarbonizzazione: il futuro passa per il solare a concentrazione

- di: Bruno Coletta
 
Decarbonizzare le raffinerie di petrolio, abbattendo consumi energetici e emissioni, non è più un miraggio, ma una possibilità concreta grazie alla tecnologia del solare a concentrazione. Lo dimostra uno studio condotto da ENEA e Università degli Studi di Palermo, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che apre scenari rivoluzionari per l’industria della raffinazione. L’idea? Utilizzare il calore prodotto dai collettori solari per supportare il processo di distillazione del greggio, uno dei più energivori dell’intero ciclo produttivo. I numeri parlano chiaro: si potrebbe ridurre di oltre il 10% l’emissione di anidride carbonica – circa 54mila tonnellate l’anno – e risparmiare 20mila tonnellate di metano.

Petrolio e decarbonizzazione: il futuro passa per il solare a concentrazione

“La distillazione del greggio rappresenta circa il 30-40% del fabbisogno energetico totale di una raffineria", spiega Alessandro Galia dell’Università di Palermo. “Il nostro studio dimostra che il calore prodotto da un impianto solare a concentrazione può essere integrato con successo nei processi di raffinazione, contribuendo a una significativa riduzione delle emissioni e dei consumi”.

L’impianto ipotizzato prevede l’utilizzo di collettori solari lineari lunghi 100 metri e larghi 5,8, in grado di riscaldare una miscela di sali fusi che accumula e trasferisce calore. Grazie a questa soluzione, sarebbe possibile coprire una parte significativa della domanda energetica delle fornaci di distillazione. Ma l’aspetto più interessante è la capacità del sistema di accumulare energia termica, garantendo un funzionamento continuo anche nelle ore notturne o in condizioni di ridotta irradiazione solare.

Dati e configurazioni: la sfida dell’ibridazione

“Abbiamo analizzato diverse configurazioni di impianto, variando la potenza integrata tra 50 e 70 MW e l’estensione del campo solare da 80 a 100 loop di collettori”
, aggiunge Giampaolo Caputo, ricercatore del Laboratorio ENEA Energia e Data Science. “Il sistema ibrido, con un serbatoio di stoccaggio caldo da 800mila kWh, consente di regolare la potenza delle fornaci tradizionali e garantire una produzione stabile di calore”.

Lo studio ha simulato le performance dell’impianto in diverse condizioni operative, considerando sia una raffineria italiana che una situata negli Emirati Arabi Uniti. I risultati mostrano che, nonostante una simile intensità massima giornaliera di irraggiamento solare, le raffinerie nei Paesi del Golfo potrebbero ottenere un abbattimento maggiore delle emissioni di CO2 grazie a una distribuzione solare più uniforme durante l’anno. Si parla di una riduzione del 17%, con oltre 4.100 ore annue di irradiazione effettiva rispetto alle 3.800 ore di Milazzo, in Sicilia.

I benefici ambientali ed economici


Non si tratta solo di sostenibilità ambientale, ma anche di vantaggi economici. La simulazione tecnica ed economica ha stimato un tasso di ritorno dell’investimento del 16,2% per un impianto installato in condizioni di elevata irradiazione solare. Questo rende l’ibridazione con il solare particolarmente interessante per raffinerie situate in regioni soleggiate e con ampi spazi disponibili per l’installazione dei collettori.

Una strada da percorrere


La strada verso la decarbonizzazione è ancora lunga, ma soluzioni come il solare a concentrazione segnano un passo fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dell’industria petrolifera. Come sottolinea Caputo: “L’integrazione del calore solare ad alta temperatura è una sfida complessa, ma con enormi potenzialità, soprattutto per quelle raffinerie che operano in zone ad alto irraggiamento”.

Le prospettive offerte da questa tecnologia non riguardano solo l’Italia, ma tutti quei Paesi impegnati nella transizione energetica. L’energia pulita e l’innovazione tecnologica possono diventare la chiave per una raffinazione del greggio più sostenibile, dimostrando che l’industria tradizionale può evolversi senza compromettere il futuro del pianeta.

Un traguardo possibile, ma serve coraggio e visione per trasformare queste promesse in realtà.
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