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Trump riapre Guantánamo per i migranti: il ritorno dei "campi di detenzione"?

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump riapre Guantánamo per i migranti: il ritorno dei 'campi di detenzione'?

Il presidente Donald Trump ha deciso di trasferire migliaia di migranti irregolari nella base militare di Guantánamo Bay, riaccendendo polemiche su diritti umani e detenzione senza processo. Il piano prevede l’invio, a partire da martedì, di persone intercettate al confine tra Stati Uniti e Messico direttamente nella famigerata base cubana, tradizionalmente associata alla detenzione di sospetti terroristi.

Trump riapre Guantánamo per i migranti: il ritorno dei "campi di detenzione"?

Secondo fonti interne al governo statunitense, gli aerei militari decolleranno da El Paso, Texas, per trasportare i migranti in una struttura ampliata all’interno di Guantánamo. L’obiettivo dichiarato è "gestire in modo più efficace la crisi migratoria", ma la misura sembra un chiaro messaggio politico: Trump non vuole apparire morbido sull'immigrazione e sta preparando il terreno per una campagna elettorale all’insegna della tolleranza zero.

Il presidente ha spiegato che la base "è un luogo sicuro e altamente sorvegliato, da cui è difficile uscire", sottolineando che molti dei migranti trasferiti sarebbero individui con precedenti penali o considerati "pericolosi" dalle autorità statunitensi.

Guantánamo, da prigione per terroristi a campo per migranti

Questa decisione segna una svolta storica per Guantánamo, da sempre simbolo di detenzioni indefinite e violazioni dei diritti umani. La struttura ospitò per anni prigionieri catturati nella "guerra al terrore", spesso senza processo e con metodi di interrogatorio discutibili. Ora, la base potrebbe trasformarsi in un enorme centro di detenzione per migranti, una soluzione che ricorda inquietanti precedenti storici.

Attualmente, il centro per migranti all’interno della base ha una capacità limitata, ma l’amministrazione Trump prevede di ampliarlo rapidamente per accogliere fino a 30.000 persone. Il costo dell’operazione non è ancora stato reso noto, ma alcuni analisti stimano una spesa enorme per i contribuenti americani.

Critiche e reazioni internazionali
Le reazioni non si sono fatte attendere. Gruppi per i diritti umani hanno denunciato il progetto, definendolo un’ennesima criminalizzazione della migrazione. Amnesty International ha parlato di "una politica crudele che rischia di portare a detenzioni arbitrarie di massa", mentre l’ONU ha chiesto chiarimenti al governo americano.

Anche il governo cubano ha reagito duramente. Il presidente Miguel Díaz-Canel ha definito la decisione "un atto di barbarie", sottolineando che la base americana si trova su suolo cubano illegalmente occupato.

Il futuro dell’immigrazione negli USA
La mossa di Trump si inserisce in un quadro di politiche migratorie sempre più restrittive. Recentemente, il Congresso ha approvato la Laken Riley Act, che prevede la detenzione automatica degli immigrati irregolari accusati di reati, anche prima di una condanna. Il messaggio è chiaro: nessuna tolleranza per chi attraversa illegalmente il confine.

Ma questa strategia radicale funzionerà? Gli esperti sono scettici: incarcerare migliaia di migranti a Guantánamo potrebbe generare più problemi di quanti ne risolva, aumentando tensioni internazionali e rischiando ricorsi legali di massa.

Nel frattempo, l’America e il mondo osservano con apprensione il nuovo volto della politica migratoria statunitense: sarà questa la nuova normalità o solo una mossa estrema destinata a fallire?

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