Le Borse europee hanno aperto la settimana con una netta accelerazione, sostenute dalla decisione dell’amministrazione statunitense di esentare smartphone, alcuni modelli di computer e semiconduttori dalle misure tariffarie, in particolare il dazio del 125% imposto nei confronti della Cina. L’annuncio ha subito dato slancio agli indici, sebbene il settore tecnologico abbia successivamente moderato i rialzi dopo che lo stesso presidente Donald Trump ha anticipato l’imminente introduzione di nuove tariffe sui chip.
Le Borse europee corrono dopo la tregua sui dazi, Milano guida con un balzo del 2%
In particolare, StMicroelectronics ha segnato un progresso del 2,2% a Parigi e del 2% a Milano, pur riducendo i guadagni iniziali. L'incertezza sulla politica commerciale statunitense continua a ripercuotersi sul mercato valutario, penalizzando il dollaro che ha toccato i minimi da sei mesi. In questo contesto, gli occhi degli investitori si spostano ora sulla Banca Centrale Europea, che giovedì potrebbe annunciare nuovi tagli dei tassi per contrastare il rafforzamento dell’euro, il cui tasso ponderato per il commercio è ai massimi storici dall’avvio dell’Unione monetaria, come sottolineato da Ing.
Milano in vetta, Tim e Saipem protagoniste
Piazza Affari ha guidato il rally continentale con un progresso del 2%, trainata da Telecom Italia (+4,96%), in attesa della formalizzazione della cessione di Sparkle al Mef e a Retelit. Bene anche Saipem (+4%) e Mediobanca (+3,93%), che si sono posizionate sul podio delle migliori del listino principale.
Nel frattempo, si allunga la lista degli azionisti favorevoli all’ops di Mps (+2,49%) e il governo, che ha scelto di non esercitare il golden power, ha lasciato intendere un atteggiamento neutrale rispetto all’operazione.
Effetto rating e riflettori su Unicredit
Ha avuto un’accoglienza relativamente tiepida, ma comunque positiva, l’ok incondizionato dell’antitrust tedesco all’ingresso di Unicredit (+1,99%) in Commerzbank (+2%), segnale che il mercato attende ulteriori sviluppi concreti prima di muoversi con decisione.
Sul fronte obbligazionario, la promozione del rating dell’Italia annunciata venerdì scorso ha favorito una discesa del rendimento del Btp decennale al 2,73%, con lo spread contro il Bund tedesco sceso a 119,4 punti base. Tuttavia, il differenziale resta ancora superiore a quello di altri Paesi come Francia e Grecia, riflettendo una prudenza di fondo da parte degli operatori.