Le Borse asiatiche archiviano la seduta con un segno positivo, trainate dal rimbalzo della Cina. A marzo l’export cinese ha registrato un incremento a doppia cifra, segnale incoraggiante per un’economia che continua a cercare stabilità dopo mesi difficili. Il dato ha in parte compensato il calo delle importazioni e rafforzato il sentiment positivo tra gli investitori, sebbene la fiducia resti fragile. L’indice Hang Seng ha guadagnato terreno, così come le piazze di Seoul e Tokyo, beneficiando di un momentaneo sollievo nei timori sul rallentamento globale. In questo contesto, le parole del presidente americano Donald Trump riaccendono però l’attenzione sulle tensioni commerciali e aprono nuovi interrogativi sul futuro dei rapporti bilaterali tra Washington e Pechino.
Cina e Asia al rimbalzo. Ma Trump avverte: l’esenzione di Big Tech dai dazi è temporanea
Trump, attualmente alla Casa Bianca, ha dichiarato che l’esenzione dai dazi concessa alle Big Tech è da considerarsi solo temporanea. Il messaggio, diretto e strategico, lascia intendere la possibilità di un ritorno a politiche commerciali più aggressive verso Pechino, in particolare nel settore tecnologico. Il presidente ha voluto così marcare il terreno su un punto chiave della sua agenda economica, alimentando la cautela nei mercati, specialmente tra i titoli tech asiatici. L’annuncio ha avuto effetti immediati sulle valutazioni dei grandi gruppi del comparto, a partire dai fornitori cinesi legati alla catena di approvvigionamento americana. Per alcuni analisti, si tratta di un tentativo di pressione preventiva, utile a rafforzare la posizione negoziale degli Stati Uniti in vista di nuovi round diplomatici.
Goldman Sachs rivede al ribasso il Csi 300
In parallelo, Goldman Sachs ha rivisto al ribasso il target sull’indice Csi 300, che raccoglie i principali titoli quotati a Shanghai e Shenzhen. La banca d’affari ha aggiornato le sue stime, richiamando l’attenzione su uno scenario estremo in cui l’outlook cinese potrebbe peggiorare. Nonostante il rimbalzo dell’export, la domanda interna resta debole, e il settore immobiliare continua a mostrare segnali di vulnerabilità. Il taglio delle previsioni indica che, secondo Goldman, la ripresa cinese sarà più contenuta del previsto. Gli investitori internazionali, intanto, osservano con crescente attenzione le mosse del governo di Pechino, che continua a promettere stimoli senza però fornire dettagli concreti su tempi e modalità. La mancanza di una strategia espansiva chiara contribuisce a mantenere alta l’incertezza sul medio periodo.
Asia cautamente positiva, ma il rischio geopolitico incombe
Il rimbalzo dei listini asiatici non basta per dissipare le preoccupazioni legate alle tensioni geopolitiche e alla posizione incerta degli Stati Uniti. Con Trump alla guida della Casa Bianca e pronto a utilizzare la leva dei dazi in chiave negoziale, le aziende tecnologiche potrebbero trovarsi di nuovo al centro della disputa. La volatilità resta alta e gli analisti avvertono: le prossime mosse di Washington e le risposte di Pechino saranno determinanti per capire se la ripresa potrà consolidarsi. I margini di manovra, sia per la diplomazia che per i mercati, restano limitati, anche in considerazione del ciclo elettorale americano e della fragilità della fiducia globale. L’attenzione resta quindi puntata sulle dinamiche commerciali, con il timore che un’escalation possa compromettere le già flebili prospettive di crescita per l’Asia nel secondo trimestre.