Nucleare, il dossier Usa-Iran passa per Roma: sabato nuovo round con mediazione dell’Oman
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Dopo il primo faccia a faccia avvenuto lo scorso 13 aprile a Mascate, in Oman, Roma si prepara ad accogliere sabato 19 aprile il secondo round di negoziati tra Stati Uniti d’America e Repubblica Islamica dell’Iran sul programma nucleare iraniano. I colloqui, confermati da fonti di Palazzo Chigi e anticipati dal sito di informazione Axios, rappresentano una svolta diplomatica significativa: per la prima volta dopo anni di stallo e trattative indirette, le delegazioni di Washington e Teheran hanno scelto la via del dialogo diretto.
Nucleare, il dossier Usa-Iran passa per Roma: sabato nuovo round con mediazione dell’Oman
A fare da mediatore, ancora una volta, sarà il Sultanato dell’Oman, tradizionale ponte diplomatico nella regione mediorientale. L’Italia, tramite il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), ha offerto la disponibilità ad ospitare il confronto a Roma. Una scelta che il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito “un riconoscimento alla nostra credibilità internazionale e al ruolo costruttivo dell’Italia nei contesti multilaterali”. L’ospitalità romana, secondo ambienti della Farnesina, servirà a rafforzare il posizionamento del nostro Paese come interlocutore stabile e affidabile in contesti di crisi.
Il nodo delle sanzioni e gli equilibri regionali
Al centro del negoziato, oltre al futuro dell’accordo sul nucleare (Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA), vi è la possibilità di un’intesa parziale: Teheran, secondo le fonti diplomatiche, sarebbe disposta a ridurre le attività di arricchimento dell’uranio in cambio di un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche imposte da Washington dopo il ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA nel 2018. Tra i temi sul tavolo, anche lo scambio di detenuti tra i due Paesi e un piano per raffreddare le tensioni militari in Medio Oriente, in particolare dopo l’intensificarsi delle ostilità tra Israele e gli attori vicini alla Repubblica Islamica, tra cui Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen.
La vigilia della missione dell’Agenzia dell’Onu
In parallelo, è attesa nei prossimi giorni la visita a Teheran del direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Mariano Grossi. L’obiettivo della missione è riattivare le attività di monitoraggio e ispezione negli impianti nucleari iraniani, sospese o fortemente limitate negli ultimi mesi, e ottenere garanzie sul rispetto delle soglie fissate dal JCPOA. Secondo alcuni analisti del settore, una ripresa dei colloqui in un Paese terzo come l’Italia potrebbe agevolare un nuovo equilibrio tra pressioni internazionali e aperture tecniche da parte della IRI.
Roma al centro delle relazioni multilaterali
Questa nuova fase di confronto arriva in un contesto internazionale altamente instabile, dove l’Italia continua a proporsi come garante di spazi di dialogo. La capitale si conferma così uno dei luoghi privilegiati per la diplomazia multilaterale, dopo aver ospitato in passato colloqui cruciali su Libia, Siria e crisi energetica. “Siamo pronti a mettere le nostre sedi istituzionali a servizio della pace”, fanno sapere da ambienti vicini alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), mentre cresce l’attenzione sugli esiti del nuovo round previsto sabato. Il mondo osserva, Roma si prepara.