È stato firmato a Roma un accordo di cooperazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), la Guardia di Finanza e l’amministrazione doganale della Tunisia. Il patto, sottoscritto alla presenza del direttore generale dell’ADM Roberto Alesse (nella foto) e del comandante generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro, punta a rafforzare le sinergie operative tra i due Paesi in materia di lotta ai traffici illeciti, scambi di dati e tecnologie, e sicurezza doganale. La delegazione tunisina era guidata dal direttore generale delle Dogane della Repubblica tunisina, segno di un impegno condiviso a livello politico e amministrativo.
Italia-Tunisia, accordo strategico tra Dogane e Finanza per fermare i traffici illeciti
L’accordo stabilisce un quadro operativo permanente per il rafforzamento dei controlli alle frontiere, con particolare attenzione alle merci in transito tra i porti italiani e quelli nordafricani. Verranno implementati programmi di formazione incrociata, scambio di esperienze, attività investigative congiunte e uno scambio costante di informazioni doganali e fiscali. La collaborazione sarà facilitata anche dallo sviluppo di sistemi tecnologici integrati, con piattaforme digitali capaci di tracciare in tempo reale i flussi commerciali più sensibili. Il focus sarà anche sulla prevenzione dell’evasione fiscale transfrontaliera e sul contrasto al contrabbando.
Un Mediterraneo più controllato, non più chiuso
L’iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di sicurezza economica del Mediterraneo, in un contesto in cui la Tunisia rappresenta un crocevia strategico delle rotte commerciali e, insieme, un punto di accesso per i traffici illegali diretti verso l’Europa. Il contrasto al narcotraffico, al traffico di armi, ai falsi documentali e alla contraffazione di prodotti è una priorità che accomuna le due sponde del mare, e richiede strumenti condivisi. La Guardia di Finanza, da tempo impegnata in missioni di supporto nei Paesi partner, rafforza così il suo ruolo anche come polizia economica internazionale.
Il ruolo delle dogane come attori geopolitici
Non è un caso che l’accordo arrivi in un momento delicato per gli equilibri del Nord Africa. L’ADM, sotto la guida di Alesse, sta costruendo un sistema di alleanze operative che spinge l’Italia a essere non solo frontiera fisica, ma anche nodo di controllo e mediazione tra Europa e Africa. “Si tratta di un modello virtuoso – ha detto Alesse – in cui la diplomazia doganale diventa strumento di stabilità regionale”. Le dogane non sono più solo uffici tecnici, ma attori decisivi nei nuovi scenari della globalizzazione, capaci di coniugare sicurezza e sviluppo.
Una risposta al crimine economico globale
Tra gli obiettivi principali del protocollo c’è anche il contrasto ai meccanismi internazionali di frode doganale e riciclaggio. La Tunisia, che negli ultimi anni ha rafforzato la propria collaborazione con le istituzioni europee, rappresenta un partner chiave per il controllo delle triangolazioni sospette, delle fatturazioni fittizie e dell’import-export irregolare. L’intesa, inoltre, contribuirà alla protezione del Made in Italy, spesso danneggiato dai circuiti di contraffazione che si alimentano nei porti del Maghreb. La tracciabilità delle merci e l’analisi dei flussi saranno al centro delle prime attività operative.
Una strategia che guarda al futuro
Il protocollo firmato oggi non è un punto d’arrivo, ma l’avvio di un percorso destinato a crescere. Nei prossimi mesi saranno avviati tavoli tecnici per definire le operazioni sul campo e le priorità congiunte. ADM e Guardia di Finanza prevedono già missioni di formazione a Tunisi e a Roma, per costruire una rete di funzionari in grado di condividere metodi, dati, strumenti. Il futuro del commercio internazionale passa anche da qui: dal saper distinguere ciò che attraversa le frontiere per creare ricchezza da ciò che invece le attraversa per alimentare crimine e illegalità.