Scuola, tempo pieno a rischio per 500.000 studenti

 
Fra le tante problematiche che caratterizzano la riapertura delle scuole nel nostro paese dopo lo stop forzato dalla pandemia, c'è anche quella della possibile rinuncia al tempo pieno per un numero considerevole di famiglie nel prossimo anno scolastico.

Questa ipotesi viene rilanciata da uno studio pubblicato nell'ultimo numero di Tuttoscuola dove vengono analizzati i numeri dell'utilizzo del tempo pieno nelle scuole negli ultimi 5 anni: la crescita è stata stabile sia per la quantità di classi che per quella di alunni e alunne con quasi il 38% degli alunni per il 2019/2020 che ha deciso di utilizzarlo e il 36,2% delle classi che applicano questo modello.

Nelle regioni del settentrione però le percentuali sono molto più alte (Milano è salita fino al 94% mentre Torino al 71%), con la regione in cui è più diffuso che rimane il Lazio (54,7%) dopo aver sorpassato la Lombardia ferma a poco più del 50%. Basti pensare che a Roma circa il 72% degli alunni delle scuole primarie usufruiscono del tempo pieno.

Il problema dell'annata che è sul punto di aprirsi sono ovviamente le misure per il contenimento dei contagi da Coronavirus, con molte strutture scolastiche che dovranno utilizzare locali solitamente non usati come aule per il tempo pieno come mense e laboratori, in modo da avere spazi in cui garantire il distanziamento minimo.

Secondo Tuttoscuola quindi il tempo pieno è a rischio per un numero alto di alunni: nel peggiore dei casi ci potrebbe essere una rinuncia per circa 500.000 fra ragazzi e ragazze, cosa che creerebbe disagi anche alle rispettive famiglie per quanto riguarda la logistica familiare e lavorativa.

A soffrire di più nella peggiore delle ipotesi di declassamento delle aule a tempo pieno sarebbe Milano, con 61.000 studenti e studentesse che potrebbero essere privati del tempo scuola negli istituti primari, e soprattutto Roma con il rischio di vedere declassati circa 62.500 alunni e alunne.
Tuttoscuola specifica che si tratta di previsioni pessimistiche ma che portano luce su un problema ancora da risolvere, tutto a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico.
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