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Riforma Tuf, Bankitalia: “Passaggio decisivo per far crescere il mercato dei capitali”

- di: Alberto Venturi
 
Riforma Tuf, Bankitalia: “Passaggio decisivo per far crescere il mercato dei capitali”

La riforma del Testo Unico della Finanza rappresenta “un passaggio importante per favorire l’espansione del mercato dei capitali in Italia, a sostegno dell’innovazione e della crescita economica, e per contribuire al più ampio sviluppo del mercato dei capitali europeo”. È la posizione espressa da Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni riunite Giustizia e Finanze di Camera e Senato sul Ddl Capitali.

Riforma Tuf, Bankitalia: “Passaggio decisivo per far crescere il mercato dei capitali”

Secondo Via Nazionale, l’intervento legislativo può costituire un elemento di discontinuità in un sistema finanziario che per molti anni ha mostrato limiti strutturali evidenti: una dotazione di capitale ridotta, un ricorso eccessivo al credito bancario e una presenza ancora marginale degli investitori professionali in grado di sostenere la crescita delle imprese con strumenti di medio-lungo periodo.

Italia indietro rispetto agli altri grandi Paesi Ue
Siani ha ricordato come il mercato dei capitali italiano sia “storicamente meno sviluppato rispetto a quelli di molte altre economie avanzate – inclusi i mercati più dinamici dell’Unione Europea”. Una condizione che ha origini profonde: da un lato fragilità economiche come la dimensione media ridotta delle imprese, la bassa produttività e la scarsa propensione all’aggregazione; dall’altro l’esistenza di vincoli normativi che nel tempo hanno limitato la flessibilità operativa degli intermediari e rallentato la crescita di segmenti cruciali come private equity, venture capital e mercati regolamentati.
Il risultato è un ecosistema finanziario nel quale le imprese continuano a dipendere in larga misura dal credito bancario, mentre l’accesso a capitali privati rimane meno diffuso rispetto agli standard europei. Una caratteristica che penalizza soprattutto le aziende innovative e le realtà a elevato potenziale di crescita, spesso costrette a cercare all’estero investitori capaci di accompagnarle nelle fasi iniziali e di scale-up.

Venture capital: crescita negli ultimi anni, ma ancora un divario significativo
Tra i nodi principali evidenziati da Siani figura il venture capital, comparto che negli ultimi anni ha registrato un incremento sensibile di operazioni e risorse ma che, nel confronto internazionale, rimane sottodimensionato. “Gli investimenti di venture capital in rapporto al Pil sono pari a meno della metà rispetto a quelli in Francia e Germania”, ha ricordato il dirigente di Bankitalia, evidenziando inoltre “difficoltà nella fase di uscita dagli investimenti strutturalmente maggiori”.
La carenza di exit efficienti – cessioni industriali, acquisizioni, quotazioni – rappresenta un ostacolo rilevante per fondi e investitori, che faticano a rientrare rapidamente del capitale investito e a reinvestirlo in nuove iniziative. Di qui la necessità, sottolineata da Via Nazionale, di rafforzare l’infrastruttura normativa e di mercato che sostiene l’intero ciclo degli investimenti, dall’avvio fino allo sbarco sui mercati regolamentati o alla vendita a operatori strategici.

Il Ddl Capitali come leva per attrarre investitori istituzionali
La riforma del Tuf, nelle intenzioni di Bankitalia, rappresenta un’occasione per migliorare l’attrattività del Paese e favorire un maggiore utilizzo degli strumenti di mercato. L’armonizzazione del quadro regolatorio, il rafforzamento della governance degli intermediari e la semplificazione delle procedure di quotazione potrebbero ridurre le barriere d’ingresso per investitori istituzionali e fondi pensione, contribuendo ad ampliare la base di capitale disponibile.
Un rafforzamento del mercato dei capitali avrebbe effetti positivi anche sulla crescita potenziale, facilitando l’ingresso di nuove tecnologie, l’espansione delle imprese e il consolidamento del tessuto produttivo. Per molte società italiane, soprattutto medio-piccole, l’accesso a strumenti di finanziamento sofisticati rappresenta un elemento decisivo per competere a livello internazionale.

Un tassello della più ampia integrazione dei mercati europei
L’azione riformatrice, ha concluso Siani, si inserisce nel percorso più ampio delineato dall’Ue con l’Unione dei mercati dei capitali. Un progetto essenziale per aumentare la resilienza del sistema finanziario europeo, sostenere l’autonomia strategica del continente e ridurre la dipendenza dal credito bancario. La sfida, ora, è tradurre l’impianto legislativo in un mercato più efficiente, liquido e capace di attirare investitori.

Una condizione necessaria, per Bankitalia, affinché l’Italia colmi davvero il divario che ancora la separa dalle principali economie europee.

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