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Putin detta la linea: "Chiudere la guerra, non congelarla". Apertura ai negoziati in Slovacchia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Putin detta la linea: 'Chiudere la guerra, non congelarla'. Apertura ai negoziati in Slovacchia
Con un discorso dai toni inequivocabili, Vladimir Putin ha segnato un nuovo capitolo nella strategia russa per il conflitto in Ucraina. L'obiettivo dichiarato non è più solo consolidare il controllo sulle aree occupate, ma "chiudere definitivamente la guerra", evitando una situazione di stallo diplomatico che rischierebbe di logorare ulteriormente le ambizioni geopolitiche del Cremlino.

Putin detta la linea: "Chiudere la guerra, non congelarla". Apertura ai negoziati in Slovacchia

Dalle dichiarazioni rilasciate al Consiglio di Sicurezza russo, Putin ha ribadito che la Russia è pronta a partecipare a negoziati in Slovacchia, una sede scelta per la sua posizione neutrale e per la vicinanza geografica alle aree di conflitto. "Non siamo interessati a una tregua temporanea che serva solo a congelare lo status quo", ha dichiarato, sottolineando che i negoziati dovranno essere finalizzati al raggiungimento di "obiettivi concreti".

Dietro questa mossa, tuttavia, potrebbe celarsi una strategia più complessa: guadagnare tempo per riorganizzare le forze militari, consolidare le posizioni territoriali e dividere ulteriormente il fronte occidentale sul sostegno a Kiev.

Il fronte interno ed esterno

La retorica di Putin non nasconde le crescenti tensioni con i vicini settentrionali. Dopo il sabotaggio di cavi sottomarini nel Baltico, il Cremlino ha puntato il dito contro la cosiddetta "flotta ombra", insinuando un coinvolgimento della Finlandia e dei suoi alleati nella NATO. Un'accusa che alimenta il clima di instabilità nella regione e alza la posta in gioco nei rapporti con l'Alleanza Atlantica.

Parallelamente, sul fronte interno, il leader russo cerca di mantenere il controllo di una società sempre più provata dalle conseguenze economiche della guerra e dalle crescenti pressioni internazionali. Il consenso popolare, pur ancora solido, sembra vacillare di fronte alla prospettiva di un conflitto senza fine.

Lo scenario internazionale

La scelta della Slovacchia come sede dei negoziati non è casuale. Situata al crocevia tra l'Europa orientale e occidentale, Bratislava rappresenta un terreno diplomatico ideale per testare la coesione dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica. Un contesto che potrebbe rivelarsi favorevole al Cremlino, soprattutto se alcuni Stati membri decidessero di assumere posizioni più morbide per favorire una de-escalation.

L'annuncio di Putin arriva in un momento cruciale, con il piano di pace proposto da Donald Trump che sembra destinato a restare sulla carta. "Raggiungeremo i nostri obiettivi, a prescindere dagli ostacoli", ha affermato il presidente russo, ribadendo la volontà di portare avanti una politica di assertività militare e diplomatica.

Quale futuro per l'Ucraina?

La strategia russa, improntata su una combinazione di forza militare e manovre diplomatiche, lascia poche certezze sul futuro dell'Ucraina. Mentre Zelensky continua a chiedere un maggiore sostegno all'Occidente, il rischio di una soluzione che favorisca il Cremlino appare sempre più concreto.

Nel gioco di specchi della geopolitica, la mossa di Putin potrebbe rivelarsi un tentativo di rafforzare la sua posizione negoziale o, al contrario, un segnale di debolezza. Una cosa è certa: il conflitto in Ucraina resta il terreno dove si misurano le ambizioni globali di Mosca e la tenuta del sistema internazionale.
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