Putin in trappola: guerra, economia al collasso e pressioni globali
- di: Bruno Coletta
Il presidente russo Vladimir Putin si trova sempre più sotto pressione a causa delle difficoltà economiche che la guerra in Ucraina sta generando per il Paese. L’impatto delle sanzioni occidentali, l’inflazione galoppante e i crescenti tassi d’interesse stanno mettendo a dura prova il tessuto economico interno, alimentando il dibattito tra le élite russe sulla necessità di una soluzione negoziata al conflitto.
Economia russa in sofferenza
Nonostante l’economia russa abbia mostrato una resilienza sorprendente nei primi due anni di guerra, con una crescita superiore a quella di molte economie occidentali, i segnali di cedimento sono ormai evidenti. Il Pil russo, che aveva registrato una crescita significativa nel 2023 e 2024, è ora previsto in rallentamento: la Banca Centrale e il Fondo Monetario Internazionale stimano un incremento inferiore all’1,5% per il 2025.
A pesare maggiormente sono i tassi d’interesse elevati, portati al 21% per contenere l’inflazione, che ha raggiunto livelli a doppia cifra. Questa politica monetaria restrittiva ha avuto un impatto diretto sugli investimenti privati e sulla capacità delle imprese di crescere. Durante un incontro con i leader del mondo imprenditoriale al Cremlino, il 16 dicembre, Putin ha espresso il suo disappunto per il calo degli investimenti privati, definendo la situazione “particolarmente preoccupante”, secondo quanto riferito da fonti vicine all’amministrazione.
La pressione delle spese militari
La spesa militare ha raggiunto un massimo storico post-sovietico, rappresentando il 6,3% del Pil e un terzo dell’intero bilancio federale. Sebbene questa abbia contribuito a sostenere l’industria della difesa, ha anche alimentato l’inflazione e ridotto le risorse destinate ad altri settori cruciali dell’economia. “L’aumento delle spese militari sta generando distorsioni economiche sempre più difficili da gestire”, ha dichiarato Oleg Vyugin, ex vicegovernatore della Banca Centrale russa, in un’intervista rilasciata il 20 gennaio.
L’influenza delle sanzioni occidentali
L’amministrazione di Joe Biden, negli ultimi giorni del suo mandato, ha imposto un nuovo pacchetto di sanzioni mirate a colpire le entrate della Russia derivanti da petrolio e gas. Queste misure, definite dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan come “una leva cruciale per le future trattative”, mirano a mettere ulteriore pressione sul Cremlino.
Il neo-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha promesso di risolvere rapidamente il conflitto. Il 22 gennaio, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Brian Hughes, ha dichiarato: “Trump è concentrato sul porre fine a questa guerra brutale coinvolgendo un’ampia gamma di parti interessate”. Tuttavia, il Cremlino non ha ricevuto alcuna proposta concreta fino ad ora, come confermato da un alto collaboratore del governo russo.
Il ruolo della Banca Centrale e le tensioni interne
Elvira Nabiullina, governatrice della Banca Centrale dal 2013, si trova in una posizione critica. Nonostante le crescenti pressioni da parte di potenti figure del mondo bancario, come German Gref di Sberbank e Andrei Kostin di VTB, Nabiullina ha mantenuto una politica monetaria restrittiva per contrastare l’inflazione. Il 19 dicembre, Putin ha chiesto una “decisione equilibrata sui tassi”, mentre il giorno successivo la Banca Centrale ha scelto di mantenerli invariati al 21%.
Nabiullina gode ancora della fiducia di Putin, come confermato da fonti vicine al Cremlino. Tuttavia, le critiche nei suoi confronti sono aumentate, alimentate dal timore che l’economia possa scivolare in una fase di stagflazione prolungata.
Prospettive per il futuro
All’interno del Cremlino si sta consolidando l’idea che una soluzione diplomatica al conflitto sia auspicabile, anche se le condizioni avanzate dalla Russia rimangono rigide: il riconoscimento delle conquiste territoriali e l’abbandono dell’obiettivo ucraino di entrare nella Nato. Putin, tuttavia, continua a ribadire pubblicamente la determinazione della Russia a perseguire i propri obiettivi strategici.
La situazione economica russa rappresenta un test cruciale per la leadership di Putin. Mentre le tensioni interne aumentano e le pressioni internazionali si intensificano, il futuro della Russia dipenderà dalla capacità del Cremlino di bilanciare gli imperativi militari con la stabilità economica e sociale.