Pervade il pessimismo: solo 25% crede in un futuro migliore, scetticismo trasversale, economia reale in contraddizione con i numeri ufficiali.
(Fotomontaggio: una Statua della Libertà più triste).
Un sogno che svanisce tra numeri e sentimenti
Un’ondata di scetticismo avvolge gli Stati Uniti: quasi sette cittadini su dieci — il 69% — dicono che il celebre “sogno americano”, ovvero l’idea che con il duro lavoro si possa prosperare, non è più credibile o forse non lo è mai stato. È il livello di sfiducia più alto degli ultimi quindici anni.
Calo storico delle speranze nel futuro
Un’indagine condotta tra il 10 e il 23 luglio 2025 su circa 1.500 adulti (margine d’errore ±3,4%) registra che appena il 25% crede di avere buone possibilità di migliorare il proprio tenore di vita: un minimo storico dagli anni Ottanta.
Scetticismo che attraversa ogni gruppo
La delusione non risparmia alcuna fascia demografica: uomini e donne, giovani e anziani, laureati e non, famiglie con reddito più alto o più basso. Tra gli elettori progressisti la preoccupazione è più accentuata, mentre tra i conservatori resta significativa ma meno marcata.
Economia reale vs. percezione
I numeri macro appaiono migliori rispetto al sentimento collettivo: circa il 44% valuta l’economia attuale “buona” o “ottima”, ma il 56% la giudica ancora “debole” o “insoddisfacente”. Il divario è lampante: l’economia non è in crisi tecnica, ma la fiducia nel futuro è in caduta.
Allarme generazionale e immobiliare
Gran parte degli intervistati ritiene che la generazione precedente abbia avuto più facilità nell’acquistare una casa, avviare un’impresa o costruire un percorso familiare solido. Oggi la sensazione è opposta: solo il 23% dice di avere il capitale necessario per comprare un’abitazione in prospettiva, mentre un 56% si dichiara scettico. Il nodo casa è diventato il termometro più evidente della mobilità sociale in rallentamento.
Voce all’esperto
“Penso che l’ottimismo implacabile sia una delle nostre superpotenze… è il carburante dell’imprenditorialità e di altri traguardi straordinari”, ha osservato Neale Mahoney, economista di Stanford. Parole che fotografano una frattura culturale: meno fiducia significa meno propensione a rischiare, innovare, investire.
Appena uno su quattro crede ancora nel miglioramento individuale
Il quadro che emerge è netto: appena uno su quattro crede ancora nel miglioramento individuale, mentre quasi sette su dieci bocciano il sogno americano. Lo scontento è trasversale e si concentra su casa, salari reali e aspettative. Se il cuore dell’America perde speranza, è su questa falla culturale che si gioca il prossimo ciclo di crescita: non solo con politiche economiche, ma ricostruendo fiducia, opportunità e mobilità sociale.