Espulsione delle Clarisse in Nicaragua: l’ultimo atto di una rivoluzione tradita

- di: Bruno Coletta
 

Le recenti espulsioni di suore evidenziano la deriva autoritaria del governo Ortega, un tempo simbolo di liberazione.

Nella notte oltre 30 suore dell’Ordine di Santa Chiara, note come Clarisse, sono state espulse dal Nicaragua. Prelevate dai loro monasteri a Managua, Matagalpa e Chinandega, le religiose, per lo più nicaraguensi, hanno potuto portare con sé solo ciò che avevano nelle loro mani. Attualmente, la loro destinazione rimane sconosciuta. 
Secondo il rapporto “Nicaragua: una chiesa perseguitata” dell’avvocatessa e ricercatrice Martha Patricia Molina, almeno 14 congregazioni religiose femminili sono state parzialmente o totalmente espulse dal paese. Di queste, solo sette sono state rese note pubblicamente, mentre le altre rimangono anonime per garantire la sicurezza delle religiose ancora presenti nel territorio. 

La rivoluzione sandinista e il tradimento degli ideali
Daniel Ortega (nella foto), leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), guidò la rivoluzione che nel 1979 rovesciò la dittatura di Anastasio Somoza, promettendo giustizia sociale e democrazia. Tuttavia, nel corso degli anni, il suo governo ha mostrato tendenze sempre più autoritarie, allontanandosi dagli ideali originari. Critici interni ed esterni hanno accusato Ortega di tradire le promesse rivoluzionarie, instaurando un regime repressivo simile a quello che aveva combattuto. 
Nel 2024 Ortega ha proposto una riforma costituzionale per nominare ufficialmente sua moglie, Rosario Murillo, come “copresidente” del Nicaragua, consolidando ulteriormente il potere familiare. Questa mossa è stata condannata dall’Organizzazione degli Stati Americani come un’istituzionalizzazione di una "dittatura matrimoniale" e un attacco alla democrazia. 

Repressione della Chiesa cattolica e delle voci dissidenti
La recente espulsione delle Clarisse si inserisce in un contesto di crescente repressione nei confronti della Chiesa cattolica in Nicaragua. Nel 2023 il governo ha confiscato tutti i beni dell’ordine dei Gesuiti, una settimana dopo aver chiuso l’Università Centroamericana, gestita dagli stessi. Queste azioni sono state interpretate come un tentativo di silenziare le critiche e consolidare il controllo statale sulle istituzioni educative e religiose. 
La repressione non si è limitata alle istituzioni religiose. Ex alleati di Ortega, come Dora María Téllez, figura chiave della rivoluzione sandinista, sono stati arrestati per aver criticato il regime. Téllez, dopo essere stata incarcerata nel 2021, è stata esiliata negli Stati Uniti nel 2023, da dove continua a denunciare la deriva autoritaria del governo nicaraguense. 
Le azioni recenti del governo Ortega, inclusa l’espulsione delle suore Clarisse, evidenziano un allontanamento radicale dagli ideali della rivoluzione sandinista. Da liberatore a persecutore, Ortega ha trasformato il Nicaragua in un regime autoritario, tradendo le speranze di molti, sia nel paese che all’estero.


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