"L'attentatore di New Orleans ha agito da solo": indagini sui legami con l'attacco di Las Vegas

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Shamsud Din Jabbar, l'ex soldato 42enne responsabile della strage in Louisiana, avrebbe agito da solo. È quanto emerge dalle prime conclusioni delle autorità americane, che stanno cercando di delineare i contorni di un attacco che ha scosso il Paese. Jabbar, ucciso dalle forze di sicurezza dopo una fuga durata ore, non avrebbe avuto complici diretti, ma si indaga su eventuali connessioni con l’attacco a Las Vegas dello scorso novembre, condotto da un altro ex militare.

"L'attentatore di New Orleans ha agito da solo": indagini sui legami con l'attacco di Las Vegas

Jabbar, un tempo soldato dell’esercito statunitense, è descritto come un uomo isolato, con un passato segnato da difficoltà personali e una crescente radicalizzazione. Gli investigatori stanno ora cercando di capire se ci sia un filo conduttore che colleghi il suo gesto con l’attacco di Las Vegas, dove un altro ex militare aveva aperto il fuoco in un casinò.

Un elemento che rafforza questa ipotesi è il coinvolgimento di un cybertruck utilizzato per la fuga: il veicolo, guidato da un altro ex militare, è stato trovato abbandonato a pochi chilometri dal luogo della sparatoria. "È presto per parlare di una rete organizzata, ma il profilo dei responsabili solleva preoccupazioni", ha dichiarato un agente federale coinvolto nell’indagine.

Trump contro Biden: “Parassiti violenti grazie alle frontiere aperte”

Mentre gli investigatori lavorano per chiarire i dettagli, il dibattito politico si infiamma. Donald Trump ha attaccato duramente l'ex presidente Joe Biden, accusandolo di aver indebolito la sicurezza del Paese con le sue politiche migratorie.

"Abbiamo permesso che parassiti violenti entrassero nel nostro Paese. Questi attacchi sono il risultato diretto delle frontiere aperte", ha tuonato Trump, promettendo un ritorno a politiche di tolleranza zero.

La violenza che attraversa l’America

L’attacco di New Orleans è solo l’ultimo episodio in un’ondata di violenza che continua a sconvolgere gli Stati Uniti. Nelle stesse ore, una sparatoria tra gang ha insanguinato il Queens, a New York, durante una festa privata. Tre persone sono rimaste uccise e altre sei ferite, in uno scontro che gli investigatori attribuiscono a un regolamento di conti.

Le autorità locali hanno sottolineato che, nonostante le differenze di matrice, gli episodi di violenza armata riflettono un problema più ampio: “L’America è diventata un Paese dove le armi sono sempre più spesso la risposta alla rabbia e al disagio”, ha dichiarato un esperto di criminologia.

Un sistema sotto accusa

L’indagine su Jabbar si intreccia con il dibattito sull’accesso alle armi e sulla gestione dei veterani. Negli ultimi anni, diversi studi hanno evidenziato l’aumento di episodi violenti che coinvolgono ex militari, spesso segnati da traumi post-bellici e difficoltà economiche.

"Non possiamo ignorare il fatto che molti di questi uomini si sentano abbandonati da un sistema che li ha prima formati e poi lasciati soli", ha dichiarato un analista militare.

Un Paese diviso

Gli Stati Uniti affrontano l’ennesima frattura tra chi chiede un controllo più severo sulle armi e chi difende il diritto al possesso sancito dal Secondo Emendamento. episodi come quello di New Orleans rischiano di diventare terreno di scontro politico, mentre le famiglie delle vittime chiedono risposte immediate e giustizia.

La domanda che emerge da New Orleans è una sola: quanto ancora potrà reggere un sistema che sembra alimentare ciclicamente la sua stessa violenza?
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