Da Miró a Depero, il weekend dell’arte è all’insegna del colore

- di: Samantha De Martin
 

FOTO - Joan Mirò, Le lézard aux plumes d'or

Un weekend colorato illumina l’agenda dell’arte. Dall’omaggio di Trieste a Joan Miró alle passeggiate tricolori di un Depero inedito in mostra a Rovereto, ecco gli appuntamenti da non perdere.

Depero e il Trentino: a Rovereto una mostra da non perdere

Oltre a essere un illustre pittore, scultore, designer, illustratore, scenografo e costumista, tra i firmatari del manifesto dell'aeropittura e rappresentante del cosiddetto secondo futurismo, Fortunato Depero fu anche un instancabile camminatore. Percorrendo itinerari, valli e monti, documentando e vivendo il Trentino, dalla Vallagarina alla Vallarsa e gli altipiani Cimbri, dal Garda alla Valle dei Laghi, fino alla Val di Non, l’artista scelse di immortalare queste esperienze attraverso scritti e fotografie. Questi itinerari risultano fondamentali per la genesi di opere come gli arazzi dei primi anni Venti, Serrada, Lizzana e Ritmi alpestri, ma anche di dipinti e disegni meno conosciuti.

La mostra Depero per il Trentino, in corso fino al 24 settembre alla Casa d'Arte Futurista Depero di Rovereto, a cura di Federico Zanoner, restituisce il legame tra il pittore e la sua terra e il fascino esercitato sull’artista dalla natura e dai paesaggi, restituito attraverso una produzione rimasta finora all’ombra rispetto a quella più tipicamente futurista ispirata all’universo artificiale, meccanico e industriale.

Trieste omaggia Joan Miró

Dalla pittura alla ceramica fino all’opera grafica, la produzione artistica di Joan Miró rapisce l’osservatore con la poliedricità di forme e mezzi espressivi, ma soprattutto con la brillantezza del colore.

L’artista spagnolo, cantore del segno e dell’aspetto ludico dell’arte, è al centro della mostra Omaggio a Miró in programma dal 29 aprile al 24 settembre al Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste. Circa 80 opere, tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche provenienti da musei francesi e collezionisti privati, accompagnati da una serie di opere grafiche, libri e documenti, scandiscono il percorso a cura di Achille Bonito Oliva e Vincenzo Sanfo.

Suddivisa in aree tematiche ispirate dalla gioia di vivere del grande artista spagnolo, la mostra copre un periodo di sei decenni, dal 1924 al 1981, con un focus sulla trasformazione dei linguaggi pittorici che il maestro catalano iniziò a sviluppare nella prima metà degli anni Venti documentando le sue metamorfosi artistiche attraverso il disegno, la pittura, i collage e le opere di tappezzeria.

Da Dublino a Bologna un’opera attribuita a Sofonisba Anguissola

Ci sarà tempo fino a fine agosto per ammirare il Ritratto di Alessandro Farnese attribuito alla pittrice cremonese Sofonisba Anguissola in prestito dalla National Gallery of Ireland di Dublino ed esposto nella Pinacoteca Nazionale di Bologna nella sala 20 del nuovo allestimento della sezione dedicata al Rinascimento. Il giovane principe che ci osserva, stretto nel suo abbigliamento prezioso, è Alessandro Farnese, figlio di Ottavio Farnese e di Margherita d’Austria, nipote dell’imperatore Carlo V e di papa Paolo III. La pittrice raffigura il futuro duca di Parma e Piacenza all’età di circa 15 anni, in un ritratto ufficiale eseguito a Madrid, alla corte dello zio, il re Filippo II, presso cui il giovane ricevette la propria educazione dal 1559 al 1565.

La pittrice ammirata da Vasari e da Michelangelo, celebrata per la capacità di cogliere gli stati d’animo dei soggetti rappresentati, rielabora un precedente ritratto di Alessandro Farnese eseguito dal fiammingo Anthonis Mor, ma ne rende più vivi i toni ombrosi trasformando il bambino malinconico in un giovane ed elegantissimo principe oramai adolescente.

André Komatsu alla Galleria Continua

Una serie di percezioni trattenute dall’artista André Komatsu mentre cammina per le strade e negli spazi urbani del suo Brasile raggiungono il visitatore della mostra ABYSS/ABISMO, allestita negli spazi della Galleria Continua all’interno dell’hotel The St Regis, a Roma. Gli oggetti e i materiali che compongono l’universo artistico di Komatsu diventano inviti alla resistenza sociale e all’appropriazione di un territorio.

L’utopica costruzione di un sogno, una nuova capitale portatrice di modernità, un Brasile moderno, che emerge da Sobre amanhã alvorada” (Sull'alba di domani) si affianca a scorci di una metropoli oscura e perturbante che riflette uno stato d'animo distopico e di incredulità nei confronti del futuro.

Quimera fa parte di una serie di opere realizzate con porzioni di monete diverse che, assemblate, compongono una moneta intera, metafora di una realtà globale dominata dalla domanda del mercato, da informazioni manipolate, realtà aumentata e fake news. Questa riflessione viene portata avanti dall’artista fin dal 2018 con la serie Contrato Social che accoglie testate di giornali parzialmente rivestite di lastre di piombo. Se da un lato i giornali propagano le informazioni creando una base di comprensione della realtà, dall’altra il piombo - che protegge le informazioni scritte sui giornali ma al contempo le copre - è il simbolo di un materiale protettivo e tossico al tempo stesso.

Tags: arte
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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