Seduta in profondo rosso per i mercati europei, con Piazza Affari che chiude in calo del 2,64% a quota 32.767 punti, dopo aver toccato un picco negativo superiore al 4%. Il ribasso si inserisce in un’ondata di vendite generalizzate che ha investito tutte le principali piazze del continente, sulla scia dell’avvio in netto calo di Wall Street.
Milano affonda con le Borse europee: Piazza Affari -2,64% dopo il tonfo di Wall Street
A dominare la giornata sono state le tensioni commerciali sempre più accese tra Stati Uniti e Cina, innescate dalla nuova escalation nei dazi. Pechino ha reagito al presidente Donald Trump portando i dazi sui prodotti statunitensi dall’attuale 34% fino all’84%, mentre da Washington è arrivata la controffensiva con un innalzamento al 104% sui beni importati dalla Cina.
Nel pieno del braccio di ferro globale, anche l’Unione Europea ha deciso di reagire, annunciando dazi nei confronti degli Stati Uniti per un valore complessivo di 20,9 miliardi di euro. I nuovi balzelli entreranno in vigore il prossimo 15 aprile e rappresentano una presa di posizione netta di Bruxelles per tutelare il tessuto economico comunitario. L’annuncio ha però ulteriormente irrigidito i mercati, già scossi dai timori di un rallentamento del commercio mondiale, contribuendo a rafforzare la fuga degli investitori verso asset meno rischiosi.
Energia in caduta con il petrolio ai minimi dal 2020
Tra i settori più penalizzati figura l’energia, bersagliata dalla brusca discesa del prezzo del petrolio che ha toccato i livelli più bassi da quattro anni. Le vendite si sono abbattute su Saipem, che ha ceduto il 7,68%, su Eni, in calo del 5,87%, e su Enel, scesa del 2,14%. Male anche Tenaris, che ha lasciato sul terreno il 4,55%. La dinamica riflette le preoccupazioni legate a una possibile contrazione della domanda globale, strettamente connessa all’incertezza sulle prospettive macroeconomiche.
Industria e tecnologia sotto pressione, banche deboli
La giornata è stata difficile anche per i titoli industriali, con Leonardo in calo del 3,6%, Pirelli del 3,37% e Stellantis del 3,86%. Il comparto tecnologico non è riuscito a sfuggire alle vendite: STMicroelectronics ha perso il 2,31%, penalizzata dall’andamento negativo del Nasdaq e dalle tensioni sulle filiere produttive. In territorio negativo anche il settore bancario: Intesa Sanpaolo ha chiuso a -2,7%, Mediobanca a -2,7%, Banco BPM a -2%, Mps a -2,83% e Unicredit a -1,5%, con un comparto del credito nel complesso colpito dalla percezione di rischio crescente.
Scivolano farmaceutici, telecomunicazioni e lusso
Nessun comparto è stato risparmiato dalla giornata nera dei mercati. Tra le peggiori performance spicca quella di Recordati, che ha lasciato sul terreno il 5,99%, mentre nel settore delle telecomunicazioni Tim ha perso il 2,29%. Anche il lusso, solitamente più difensivo, ha subito un ridimensionamento: Brunello Cucinelli ha registrato un calo dell’1,22%, Moncler dello 0,31%. Il clima generale di avversione al rischio ha travolto l’intero listino, in una giornata in cui l’incertezza geopolitica e il timore di una nuova crisi commerciale hanno prevalso su tutto.