Gruppi mondiali Software & Web, Mediobanca: "Nei primi nove mesi 2023 crescono a doppia cifra i ricavi e volano i margini"

- di: Barbara Leone
 

Nei primi nove mesi del 2023 i maggiori operatori mondiali del WebSoft invertono la rotta rispetto allo scorso anno. Il loro fatturato aggregato cresce del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le performance migliori sono registrate dai servizi innovativi per la mobilità, come Ride-hailing e Sharing Mobility (+23,8%), dalle attività di vendita di viaggi online (+20,4%) e dalle prestazioni di consegna a domicilio (+19,3%), settore che sta vivendo un significativo consolidamento. E’ quanto emerge dall’indagine annuale realizzata dall’Area Studi Mediobanca sui maggiori gruppi mondiali Software & Web. Lo studio analizza i dati dei primi nove mesi 2023 e del triennio 2019-2022 delle 25 maggiori WebSoft internazionali per ricavi, di cui 11 hanno sede negli Stati Uniti, dieci in Cina, due in Germania e una ciascuno in Giappone e Corea del Sud. Dall’indagine si evince che nonostante l’incremento del giro d’affari abbia accomunato tutti i settori, i comparti con maggiore incidenza sul fatturato rimangono l’e-commerce (31%), la pubblicità (23%) e il cloud (16%).

Gruppi mondiali Software & Web, Mediobanca: "Nei primi nove mesi 2023 crescono a doppia cifra i ricavi e volano i margini"

Sempre nei primi nove mesi del 2023 i giganti del WebSoft vedono un solido miglioramento dei propri margini: la redditività operativa (MON) cresce del 31,5% sui primi nove mesi 2022, mentre gli utili netti accelerano del 46,4% raggiungendo livelli record: ogni operatore ha mediamente prodotto un profitto netto giornaliero di oltre €30 milioni rispetto ai €21 milioni del 2022 e ai €27 milioni del 2021. L'aumento dei tassi di interesse non sembra influenzare i colossi del WebSoft che mostrano una crescita della liquidità dell’11,6%, con un’incidenza sul totale attivo che raggiunge il 24,2% a fine settembre 2023 (dal 23,5% di dicembre 2022, ben superiore all’11,4% della grande manifattura). Più della metà dei fondi è investita in titoli a breve termine: 360,5 miliardi di euro, ovvero circa il 13% del totale attivo. L’incremento della liquidità lascia presagire un possibile ritorno a operazioni di M&A, oltre a preservare il potere della valuta in un contesto di inflazione diffusa.

A livello di singoli gruppi, nei primi nove mesi del 2023 si registra l’impennata dei ricavi della cinese PDD (PinDuoDuo e Temu) a +75,0%, seguita a distanza dalla connazionale DiDi (+31,2%) e dalla statunitense Booking (+27,1%). Per quanto riguarda la redditività industriale, nei primi nove mesi del 2023, Microsoft guida la classifica per ebit margin (44,4%), davanti a Oracle (43,7%), Adobe (34,2%), Meta (32,0%) e Booking (31,5%), a fronte di un valore medio del settore che si attesta al 18,4%. Nel 2022 il giro d’affari aggregato delle 25 maggiori WebSoft mondiali ha toccato quota €1.792mld, pari al 90% del PIL italiano. In uno scenario dominato da lungo tempo dagli Stati Uniti e dalla Cina, quasi tutti i ricavi sono stati prodotti in questi due paesi: il 70% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 26% da quelli cinesi e solo il 4% dai gruppi di altre nazioni. Il ritorno alla normalità post pandemica ha ulteriormente evidenziato il differente passo di crescita tra le WebSoft e le multinazionali manifatturiere: mentre le prime volano (+64% i ricavi 2019-2022), le seconde segnano una più modesta performance del +21,0%. Il giro d’affari è sempre più concentrato: i primi tre player, Amazon, Alphabet e Microsoft, rappresentano oltre la metà dei ricavi aggregati, con Amazon (€481,9mld, di cui il 46,5% generato dal retail), in prima posizione dal 2014, che ne concentra da sola oltre un quarto.

Il 2022 è stato un anno anomalo per i giganti del WebSoft: hanno registrato la più bassa crescita dei ricavi nell’ultimo quadriennio, solo un +9,6%, ben al di sotto dei tassi di crescita a doppia cifra dei periodi precedenti (+20,9% nel 2020 sul 2019 e +24% nel 2021 su 2020). Con una redditività in calo (ebit margin al 14,7%), nel 2022 le multinazionali WebSoft si posizionano solo al 5° posto nel confronto con gli altri settori. Se però ci si focalizza esclusivamente sull’anima digitale e si esclude l’e-commerce, il loro ebit margin vola al 23,9%, secondo solo a quello delle case farmaceutiche. A fine 2022 la forza lavoro delle WebSoft contava quasi quattro milioni di persone in tutto il mondo, in aumento di un milione e mezzo di unità sul 2019, di cui +743mila assunti dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 1.541mila a fine 2022.

Nel 2022 circa un terzo dell’utile ante imposte delle maggiori WebSoft mondiali è tassato in paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di €13,6mld nel 2022 e di €50,7mld cumulati nei quattro anni 2019-2022. L’aliquota media risulta pari al 15,1% nel 2022, inferiore a quella teorica del 21,9%. Nel periodo 2019-2022 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Tencent, Microsoft e Alphabet un risparmio fiscale rispettivamente di €19,2mld, €12,3mld e €7,1mld. Dal 2024 dovrebbe diventare operativa anche in Italia la Global minimum tax che porterà ad applicare l’aliquota del 15% sugli utili realizzati dalle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni. Le WebSoft presidiano l’Italia tramite società controllate, ubicate in gran parte al Nord, soprattutto a Milano e provincia. Il fatturato aggregato delle filiali italiane ha raggiunto €9,3 miliardi nel 2022, con circa 26,4mila lavoratori. Rispetto al 2019 si evidenziano circa 11mila dipendenti in più, in massima parte assunti dal gruppo Amazon che vanta il maggior numero di occupati nel nostro Paese (16.250 unità nel 2022). E il fisco italiano? Nel 2022 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano €162 milioni, per un tax rate effettivo del 28,3%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 36,0%.

Dopo un 2022 in netta flessione, che aveva riportato le 25 maggiori WebSoft indietro di due anni per capitalizzazione di Borsa, il 2023 sembrerebbe mostrare il ritorno del feeling con i listini azionari. Al 30 novembre 2023 infatti i colossi del WebSoft raggiungono una capitalizzazione di €8.767mld, in accelerazione del 47,5% sul dicembre 2022. Tale crescita è evidente anche in termini di rappresentatività rispetto alle borse mondiali: a fine 2022 la capitalizzazione delle 25 maggiori WebSoft esprimeva il 6,9% del valore complessivo delle borse mondiali, incidenza che sale al 9,5% a fine 30 novembre 2023. Nel confronto con Piazza Affari, sebbene quest’ultima abbia messo a segno una delle migliori performance d'Europa nei primi nove mesi 2023, le WebSoft si confermano dei pesi massimi: complessivamente valgono oltre dieci volte l’intera Borsa italiana. Al 30 novembre 2023 il podio di Borsa è occupato da Microsoft (€2.581mld), Alphabet (€1.528mld) e Amazon (€1.384mld). Da fine dicembre 2022 a novembre 2023 due gruppi hanno registrato una performance particolarmente brillante: Meta (+165,9%) e Uber (+123,0%).

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