Medio Oriente: Israele attacca massicciamente in Libano, la guerra è a un passo

- di: Redazione
 
Israele ha lanciato centinaia di attacchi aerei colpendo obiettivi nel Sud del Libano e costringendo decine di migliaia di persone alla fuga, mentre ormai una guerra totale nella regione si avvicina ora dopo ora.
Il bilancio della giornata di ieri, destinato a peggiorare con il passare del tempo, è stato dato dal Ministero della Salute pubblica del Libano: almeno 492 persone sono morte e più di 1.600 ferite, tra cui donne, bambini e personale medico. Secondo il ministero, tra i morti 35 erano bambini e 58 donne. Per le Forze di difesa israeliane, solo ieri mattina, nella prima ondata di attacchi, sono stati colpiti più di 1.300 obiettivi nel Libano meridionale.

Medio Oriente: Israele attacca massicciamente in Libano, la guerra è a un passo

Israele ha anche colpito a Beirut, dove almeno sei persone sono rimaste ferite nell'attacco ad un edificio residenziale a Bir al-Abd, un sobborgo meridionale di Beirut. Obiettivo di questo attacco era forse il comandante Ali Karaki, esponente dell'apparato militare di Hezbollah, che sarebbe rimasto illeso.
Le intenzioni di Israele sono stati chiarite, semmai ce ne fosse stato bisogno, dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Parlando da un bunker, in diretta televisiva, ha affermato che Israele stava cambiando "l'equilibrio della sicurezza, l'equilibrio di potere nel Nord". "Per coloro che non l'hanno ancora capito, voglio chiarire la politica di Israele: non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo - ha detto Netanyahu -. Ovunque, in ogni arena, in qualsiasi momento. Eliminiamo alti funzionari, eliminiamo terroristi, eliminiamo missili. Chiunque provi a farci del male, noi gli facciamo ancora più male", ha aggiunto.

Il portavoce dell'IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha parlato di ulteriori attacchi israeliani pianificati contro "l'infrastruttura terroristica" di Hezbollah nella regione di confine e altrove, affermando che i civili nei villaggi libanesi utilizzati dal movimento armato sciita per scopi militari dovrebbero "allontanarsi immediatamente dal pericolo per la loro stessa sicurezza".
Dopo gli intensi attacchi nel sud del Libano, Hagari ha detto che l'IDF avrebbe presto iniziato a colpire obiettivi nella valle orientale della Bekaa, un'altra roccaforte di Hezbollah.
Hezbollah ha risposto lanciando in territorio israeliano decine di razzi (circa 250, secondo alcun fonti), alcuni intercettati, altri cadute in zone non abitate, ha detto l'IDF.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, dopo avere ha affermato che Israele "agirà con tutta la forza" per cambiare l'attuale situazione nel Libano meridionale, ha detto che il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah "ha preso in ostaggio il popolo libanese, piazzando missili e armi nelle loro case e nei loro villaggi per minacciare i civili israeliani".
"Questo è un chiaro crimine di guerra", ha detto Katz. "Non accetteremo questa realtà".
"La popolazione del Libano deve evacuare qualsiasi casa trasformata in un avamposto di Hezbollah per evitare danni", ha continuato Katz. "Non ci fermeremo finché la minaccia non sarà rimossa dai cittadini di Israele e i residenti del nord non torneranno sani e salvi alle loro case".

Ieri migliaia di utenti di telefoni cellulari libanesi hanno ricevuto un messaggio di testo dalle IDF, che avvertiva: "Se vi trovate in un edificio in cui si trovano armi di Hezbollah, state lontani dal villaggio fino a nuovo avviso". Messaggi simili sono stati diffusi tramite radio libanesi. Decine di migliaia di israeliani sono fuggiti dalle regioni di confine sotto il fuoco di Hezbollah dall'inizio dei combattimenti. Il loro ritorno è una priorità per Netanyahu e il suo governo.

"Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza e far tornare la nostra gente sana e salva nelle proprie case", ha affermato domenica Netanyahu.
I leader israeliani chiedono inoltre che Hezbollah si ritiri oltre il fiume Litani, circa 18 miglia a nord del confine israeliano, come stabilito da una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2006 volta a porre fine all'ultima grande guerra transfrontaliera.
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