Rottamazione cartelle 2026, la svolta che allunga il respiro ai debitori
Solo capitale, rate fino a nove anni e un calendario pensato per la vita reale.
(Foto: Vincenzo Carbone, Direttore Agenzia delle Entrate).
C’è un punto preciso in cui la parola rottamazione smette di sembrare l’ennesima promessa e inizia ad assumere contorni concreti. Con la rottamazione quinquies, inserita nel perimetro della Manovra 2026, il meccanismo cambia passo: non una semplice finestra temporale, ma un impianto che punta a rendere davvero sostenibile il rientro dal debito.
Fonti parlamentari e documenti preparatori del Ministero dell’Economia, circolati tra novembre e dicembre 2025 e rilanciati da agenzie di stampa economiche, parlano chiaro: l’obiettivo è trasformare un arretrato spesso ingestibile in un impegno programmabile.
Che cos’è davvero la rottamazione quinquies
La quinta definizione agevolata riguarda le cartelle esattoriali affidate alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Un arco temporale amplissimo, che riporta in superficie vecchi debiti mai chiusi e offre una via d’uscita strutturata.
Il principio guida è semplice: pagare il dovuto essenziale senza continuare a inseguire un importo gonfiato negli anni.
Il cuore della novità: cosa si paga e cosa sparisce
Aderendo alla rottamazione quinquies si versa solo il capitale originario. Restano fuori, e vengono cancellati:
sanzioni amministrative e tributarie
interessi di mora
aggi di riscossione
Rimangono dovute esclusivamente le spese vive, come notifiche e costi di eventuali procedure esecutive già avviate. Secondo analisi pubblicate dalla stampa economica a dicembre 2025, proprio sanzioni e interessi rappresentavano spesso oltre il 40% del debito complessivo. Tagliarli significa cambiare radicalmente prospettiva.
La vera svolta è nel tempo: rate fino a nove anni
Il secondo pilastro della riforma è la struttura dei pagamenti. Non una rateizzazione simbolica, ma un piano lungo, stabile e prevedibile.
Durata complessiva: 9 anni
Numero rate: 54 bimestrali
Importo: fisso
Interesse agevolato: 3%
Pagamento: F24 o bollettini precompilati
In altre parole, una rata ogni due mesi, pensata per inserirsi nel bilancio familiare senza effetti shock. È questo l’aspetto che, secondo commentatori fiscali interpellati a fine 2025, rende la quinquies “diversa da tutte le precedenti”.
Chi può aderire e chi resta escluso
La platea non è universale. Restano esclusi, in linea generale:
i contribuenti decaduti da precedenti rottamazioni non regolarizzate
alcune tipologie di debiti legate a sanzioni penali o fattispecie particolari
Chi invece è in regola con percorsi precedenti, come la rottamazione quater, potrà valutare il passaggio alla quinquies se le norme attuative lo consentiranno, ottenendo condizioni più distese.
Un calendario lungo che aiuta a pianificare
Secondo le bozze normative circolate tra dicembre 2025 e gennaio 2026, le rate partirebbero da luglio 2026 per concludersi a maggio 2035. Le scadenze bimestrali, concentrate a fine mese, permettono una pianificazione quasi automatica.
Un consulente fiscale, citato dalla stampa specializzata il 20 dicembre 2025, ha sintetizzato così l’impatto: "Non è solo una dilazione, è un cambio di mentalità: il debito smette di essere un’emergenza continua".
La novità parallela: la rottamazione locale
Accanto alla misura nazionale, la Manovra apre alla possibilità di una rottamazione dei tributi locali. Comuni e enti territoriali potranno attivare procedure agevolate per:
IMU
TARI
bollo auto
multe e sanzioni amministrative locali
Non sarà automatica né uniforme: ogni ente deciderà se e come aderire. Ma la linea politica, confermata da dichiarazioni di amministratori locali a gennaio 2026, è chiara: riportare alla regolarità anche i debiti “di prossimità”.
Il contesto: addio alle cartelle inesigibili
A completare il quadro c’è l’annullamento automatico delle cartelle inesigibili previsto dal 1° gennaio 2026. Da un lato si prova a recuperare ciò che è realisticamente pagabile, dall’altro si elimina ciò che è rimasto solo sulla carta.
Una doppia operazione di pulizia che, secondo relazioni tecniche del MEF pubblicate a fine 2025, punta a rendere più credibile l’intero sistema della riscossione.
Perché questa volta cambia davvero tutto
La rottamazione quinquies non promette miracoli. Ma unisce due elementi che finora non avevano mai convissuto davvero: taglio netto di sanzioni e interessi e tempi lunghi, compatibili con la vita reale.
Per molti contribuenti significa una cosa sola: tornare in regola senza sacrificare la propria stabilità. E questa, nel panorama fiscale italiano, è una novità che pesa.