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La Russa, la fiamma e la memoria che divide

- di: Vittorio Massi
 
La Russa, la fiamma e la memoria che divide
La Russa, la fiamma e la memoria che divide
Ironia, storia e identità: il simbolo che riaccende lo scontro.

(Foto: Ignazio La Russa, presidente della Camera dei Deputati).

Ignazio La Russa non arretra di un millimetro. Dopo le critiche piovute sul video in cui ricordava la nascita del Movimento Sociale Italiano, il presidente del Senato rilancia, scegliendo l’arma che più gli è congeniale: l’ironia. Al centro della tempesta resta la fiamma tricolore, definita dal numero uno di Palazzo Madama come un autentico “simbolo d’amore”.

Il riferimento è al 26 dicembre 1946, data fondativa del MSI, partito che raccolse l’eredità della destra post-fascista nel dopoguerra. Un anniversario che, a 79 anni di distanza, continua a produrre scosse telluriche nel dibattito pubblico italiano.

La replica: “Ignoranza storica e doppi standard”

Nel suo nuovo intervento sui social, La Russa ringrazia sarcasticamente quanti si sono detti “allarmati, sorpresi o persino disgustati”. Un ringraziamento tutt’altro che conciliatorio, che diventa accusa frontale: “Mi hanno confermato una voluta ignoranza sulla storia del dopoguerra e sul ruolo della destra politica”.

Il presidente del Senato ricorda anche un episodio spesso rimosso dal racconto pubblico: al funerale di Giorgio Almirante, trasmesso in diretta dalla Rai nel 1988, erano presenti anche esponenti di primo piano del PCI. Un dettaglio che, nelle intenzioni di La Russa, dimostrerebbe come la storia italiana sia più complessa delle letture manichee.

La fiamma oggi: dal MSI a Fratelli d’Italia

Il punto politicamente più sensibile arriva quando La Russa lega passato e presente: la fiamma tricolore è oggi nel simbolo di Fratelli d’Italia, il partito più votato dagli italiani. Un fatto che, secondo il presidente del Senato, dovrebbe chiudere ogni discussione sulla legittimità democratica di quel simbolo.

“Con buona pace di chi predica le libertà garantite dalla Costituzione ma vorrebbe negare la libertà di espressione a chi ha idee diverse”, affonda La Russa, trasformando la polemica storica in uno scontro politico attualissimo.

La controffensiva dell’Anpi e delle opposizioni

Durissima la reazione dell’Anpi. Il presidente Gianfranco Pagliarulo parla di un gesto “inconcepibile e offensivo”, accusando la seconda carica dello Stato di ostentare una vicinanza simbolica con gli eredi della Repubblica di Salò.

Non è un caso che la presa di posizione dell’Anpi sia arrivata in coincidenza con l’anniversario della strage dei fratelli Cervi, avvenuta il 28 dicembre 1943. Un richiamo forte alla memoria della Resistenza, rilanciato anche da amministratori locali, parlamentari del Partito Democratico e da una mobilitazione diffusa sui social.

Una frattura che non si ricompone

Secondo numerosi osservatori politici, la vicenda dimostra come la memoria del Novecento italiano resti una linea di faglia irrisolta. Da un lato chi rivendica una continuità identitaria della destra democratica; dall’altro chi considera certi simboli incompatibili con il ruolo istituzionale più alto. 

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