Intesa Sanpaolo, Monitor dei distretti agro-alimentari italiani: nel 2022 superati i 25 miliardi di export

- di: Daniele Minuti
 
La Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo ha pubblicato il Monitor dei distretti agro-alimentari italiani al 31 dicembre 2022, contenente anche un focus sulle coltivazioni e allevamenti nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna, in relazione agli eventi climatici avversi avvenuti nella prima metà di maggio 2023.
I dati dell'analisi mostrano una crescita del 12,8% delle esportazioni dei distretti agro-alimentari italiani su base annua, con valore oltre i 25 miliardi di euro, confermando la crescita del totale delle esportazioni agro-alimentari nazionali (del 15,3%), di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori espropriati.
Positive le performance del comparto di prodotti alimentari trasformati (+17,7%).

Intesa Sanpaolo, pubblicato il Monitor dei distretti agro-alimentari italiani

La prima filiera per valori esportati è quella del vino (oltre 6,6 miliardi di euro, +9,4% e incremento di 570 milioni), col maggior contributo proveniente dal distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+25,3%), secondo per contributo alla crescita il distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+11,6%), con risultati positivi anche del distretto dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato (+3,9) ed anche dei Vini del veronese (+6,7%).
Supera quota 4,4 miliardi la filiera di pasta e dolci, crescendo di 19,3 punti percentuali e di 720 milioni di euro su base annua. Si distingue il comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Parma (+18,1%), quello dell’Alimentare napoletano (+45,3%) e il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo (+8,9%).
La filiera dei distretti agricoli evidenzia un rallentamento della crescita attestandosi a +1,6%, a causa non solo degli aumenti dei costi di produzione (energetici, materie prime, concimi) ma anche per il calo delle rese dei raccolti provocato dalla siccità del 2022.

La nota spiega: "Crescite diffuse per i distretti delle conserve che nel complesso segnano un +23,6% nel 2022 dove emerge come principale distretto della filiera quello delle Conserve di Nocera (+25,6%). La filiera delle carni e dei salumi ottiene buoni risultati crescendo nel complesso dell’7,3% nel 2022, con un progresso di 166 milioni. Di questi, ben 120 sono realizzati dal distretto dei Salumi del modenese (+16,7%). Lieve arretramento per le Carni di Verona e per il Prosciutto di San Daniele dopo gli ottimi risultati degli ultimi anni.
Tra i distretti del lattiero-caseario, in calo il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (-29,8%), in crescita dell’8,5% il Lattiero-caseario Parmense, e del +19,9% il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale. Notevole risultato in termini di export per la Mozzarella di bufala campana (+30,2%); in recupero il Lattiero-caseario sardo (+10,1%).
Prosegue la forte accelerazione della filiera dell’olio (+27,6%) con il distretto dell’Olio toscano che registra un +27,9% e l’Olio umbro +22,9%, oltre al comparto olio del distretto dell’Olio e pasta del barese che segna un +36,6%. Nel complesso l’olio è uno dei prodotti alimentari dove continuano a essere registrati i maggiori incrementi di prezzo.
I due distretti del riso realizzano insieme oltre 130 milioni in più rispetto al 2021 (+24,6%) con il Riso di Vercelli in crescita del 17,4% e il Riso di Pavia che ottiene quasi 80 milioni in più, distribuiti verso tutte le principali destinazioni commerciali. Timori sulla tenuta a causa del forte calo della raccolta indotto dalla siccità, testimoniato dai quasi 8mila ettari di riso in meno che quest’anno verranno coltivati secondo Coldiretti, ai minimi da trenta anni"
.
Prosegue la corsa dei distretti del caffè sui mercati esteri (+19,9%), come quello dell'Ittico del Polesine e del Veneziano (+5,7%).

Anche nel 2022, la Germania è il primo acquirente per i distretti (4,6 miliardi, +8,7%), seguita dagli Stati Uniti (oltre 3,2 miliardi di euro) e dalla Francia (2,9 miliardi di euro), mentre tornano a salire le vendite in Gran Bretagna (+13%).

Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo (nella foto), ha commentato: "Con oltre 25 miliardi di euro, i risultati dell’export del comparto agroalimentare italiano continuano a rispecchiare in maniera significativa l’eccellenza e la qualità dei prodotti coltivati e lavorati nel nostro territorio. È evidente che dopo mesi positivi per il comparto, d’ora in poi sarà necessario tener conto dell’impatto che l’emergenza maltempo in Emilia Romagna produrrà nei vari distretti e soprattutto nei confronti delle PMI e delle famiglie. La nostra banca è intervenuta in maniera tempestiva con un consistente pacchetto di aiuti sostenendo con particolare attenzione il settore agroalimentare di questa zona, consentendo la sospensione dei finanziamenti e condizioni agevolate nelle nuove erogazioni grazie a un plafond dedicato di 2 miliardi di euro. Vogliamo offrire al mondo agricolo e di trasformazione industriale, tutta la professionalità delle persone di Agribusiness che mettono a disposizione la propria assistenza per ascoltare i bisogni di questo settore con un’attenzione particolare agli imprenditori delle province colpite dal maltempo".

Focus: coltivazioni e allevamenti nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna

Nella prima metà di maggio 2023 una serie di eventi climatici, con piogge persistenti, allagamenti, straripamenti e frane, hanno colpito la regione Emilia-Romagna, in particolare le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Questi territori ospitano un importante distretto agroalimentare, l’Ortofrutta romagnola, e numerose aziende di allevamento, soprattutto avicolo. Non si è ancora in grado di quantificare i danni provocati, ma si può calcolare il peso che queste produzioni hanno in ambito nazionale. In questo breve approfondimento si individuano le principali specializzazioni dei territori alluvionati. I dati pubblici consentono di fare un’analisi solo a livello provinciale: l’analisi si focalizza sulle province di Forlì-Cesena e Ravenna il cui territorio è stato colpito interamente dall’alluvione. Le maggiori coltivazioni sono: uva da vino (oltre 4 milioni di quintali nel 2022, il 5% del totale italiano), pomodoro da trasformazione (quasi 1,8 milioni di quintali, 3%) e il frumento tenero (1,5 milioni, 5%). Alcune coltivazioni ortofrutticole si distinguono, inoltre, per il peso particolarmente alto sul totale italiano, sono: la nettarina/pesca noce (1,1 milioni di quintali prodotti nel 2022, ossia il 29% del totale italiano), il kiwi (743 mila quintali, 14%), la pera (519 mila quintali, 10%), l’albicocca (463 mila quintali, 20%), la susina (461 mila quintali, 24%), i loti o kaki (133 mila quintali, 25%) e la cipolla in piena aria (413 mila quintali pari al 10% nazionale). Alcune di queste produzioni hanno certificazioni di qualità riconosciute a livello europeo: si tratta della pera dell’Emilia-Romagna IGP, della pesca e della nettarina di Romagna IGP e dello scalogno di Romagna IGP. Per quanto concerne gli allevamenti, le due province, Forlì-Cesena e Ravenna, sono specializzate nell’avicoltura: insieme rappresentano circa i tre quarti dei capi allevati in Emilia Romagna che nella classifica per regione si colloca al secondo posto alle spalle del Veneto.
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