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Continua la frenata dell'inflazione in Italia, Federconsumatori: "Ancora troppe le rinunce degli italiani". Confesercenti: “Rimbalzo post Covid terminato"

- di: Daniele Minuti
 
Continua la frenata dell'inflazione in Italia, Federconsumatori: 'Ancora troppe le rinunce degli italiani'. Confesercenti: “Rimbalzo post Covid terminato'

Prosegue la frenata dell'inflazione nel nostro Paese: secondo le stime preliminari dell'Istato, il valore a luglio ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e del 6% su base annua. Un rallentamento che secondo l'Istituto "è stato dovuto, in prima battuta, al rallentamento su base annua dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%), dei beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +11,5% a +10,9%), degli altri beni (da +4,8% a +4,6%), dei servizi vari (da +2,9% a +2,7%) e dei tabacchi (da +2,5% a +1,9%)".

Continua la frenata dell'inflazione in Italia, Federconsumatori: "Ancora troppe le rinunce degli italiani"

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi diminuisce la velocità della sua crescita, come quella al netto dei soli beni energetici (rispettivamente da +5,6% a +5,2% e da +5,8% a +5,6%).

Si attenua anche la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,5% a +7,1%) e quella dei servizi (da +4,5% a +4,1%), mentre resta stabile il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a  (-3%).  L'Inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l'indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è diminuito dell'1,5% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, ed è aumentato del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno).


Dati in miglioramento che però non devono portare all'ottimismo, come sottolineato dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori: l'ONF spiega infatti che restano pesanti gli effetti sulle tasche degli italiani, con gli aggravi sono pari a 1.788 euro annui a famiglia, ma l’impatto per le famiglie meno abbienti è più forte, in molti casi insostenibile.

"Su un paniere di 30 prodotti fondamentali" - spiega la nota ufficiale - "a fronte di un tasso di inflazione, oggi, del 6%, i prezzi dei prodotti essenziali aumentano mediamente di oltre il doppio, cioè del 13,8% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a luglio 2022 e quelli di luglio 2023).
Questo non fa altro che confermare e aggravare disparità e rinunce, come fotografa oggi anche la ricerca Ipsos per Legacoop, che illustra come 6 italiani su 10, per far fronte a questa situazione, stia operando tagli sui consumi di beni ed energia. Un’analisi che conferma il quadro di rinunce e sacrifici che denunciamo da tempo: secondo i dati del nostro Osservatorio, infatti, le famiglie continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); ricercano sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); effettuano acquisti sempre più presso i discount (+11,9%). In molti, inoltre, rinunceranno alle vacanze estive, oppure ne ridurranno la durata"
.

In queste condizioni, l’ipotesi del paniere a prodotti calmierati di Federconsumatori è considerata "un passo avanti, che va rafforzato con l’avvio di monitoraggi capillari dei prezzi (per snidare e contrastare attivamente i fenomeni speculativi ancora in atto) e che, dopo una prima sperimentazione, andrà migliorato e non potrà limitarsi ad un trimestre. Ulteriori misure andrebbero poi adottate per un incremento del potere di acquisto delle famiglie, attraverso una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale".

Istat, Confesercenti: “Rimbalzo post Covid terminato. Rientro inflazione più lento del previsto”

Il rimbalzo dell’economia post Covid è terminato. La flessione del Pil del secondo trimestre certificata da Istat lo dimostra, in un quadro in cui si conferma un processo di rientro dell’inflazione più lento del previsto: il rallentamento della corsa dei prezzi di luglio indica, da un lato, che la dinamica della flessione è ormai avviata, tuttavia, viste le dimensioni degli shock energetici e delle materie prime anche alimentari, ribadiamo che il percorso verso l’obiettivo del 2% non sarà completato prima di due anni. Uno scenario che, purtroppo, continuerà ad incidere negativamente sul potere d’acquisto delle famiglie.

Così, in una nota, l’Ufficio economico di Confesercenti commenta le rilevazioni Istat di oggi sulle stime preliminari dei prezzi di luglio e sul Pil del secondo trimestre 2023.

Il dato sul Pil conferma la contrazione dell’industria ed anche il rallentamento dei servizi, sostenuti comunque dal proseguimento della domanda turistica. La stima prospetta una crescita media che potrebbe anche restare al di sotto dell’1%, considerando anche il peggioramento della crescita acquisita rispetto ad inizio d’anno. Il comparto turistico, inoltre, pur rappresentando ancora il maggior traino per il nostro PIL rischia, a causa degli eventi metereologici negativi e delle estreme ondate di calore di questa estate, di registrare una performance inferiore rispetto alle iniziali positive previsioni.

Un quadro di incertezza a cui si aggiungono il rallentamento del commercio mondiale da un lato, e dall’altro gli effetti dei continui aumenti dei tassi di interesse con ricadute negative su credito, consumi ed investimenti. Da considerare anche le restrizioni del reddito di cittadinanza che, a regime, potrebbero portare ad una riduzione di circa 1 miliardo di euro l’anno di consumi, se non ci dovesse essere una compensazione dal punto di vista dell’occupazione. Un mix di fattori che potrebbe dunque avere un impatto negativo sulla ripresa dell’economia: per questo sarà cruciale, nei prossimi mesi, mettere in campo interventi di sostegno alla domanda interna, la cui ripresa è la via maestra per evitare scenari di crescita zero o addirittura recessivi.

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