La sua sagoma maestosa si staglia contro cieli tersi, le sue radici affondano profondamente in terreni che raccontano millenni di storia, e i suoi frutti sono il cuore pulsante di una cultura che celebra la terra, la pace e la vita. L’olivo, simbolo del Mediterraneo e custode di tradizioni antiche, torna al centro dell’attenzione globale in occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo, che come ogni anno si celebra oggi. Una Giornata istituita da Unesco e Consiglio Oleicolo Internazionale nel 2019, nata con l’obiettivo di ricordare non solo il valore economico e culturale di questa pianta, ma anche il suo ruolo essenziale nella promozione di valori universali come pace, saggezza e armonia. Perché l’olio d’oliva, e ancor più l’extrvergine, è molto più di un condimento: è un elemento fondante della cultura italiana.
Giornata Mondiale dell'Olivo: un tesoro da proteggere
Nell’antichità, gli atleti greci erano premiati con olio d’oliva, mentre nella Bibbia l’olivo è simbolo di speranza e riconciliazione. Non è un caso che Ulisse, eroe dell’Odissea, avesse ricavato il suo letto da un grande tronco di olivo. Oggi, la sua simbologia si riflette nel valore economico e sociale che rappresenta per l’Italia. Anche nei periodi di crisi, l’extravergine made in Italy ha mantenuto stabile il livello dei consumi, confermando una crescente consapevolezza sull’origine e la qualità del prodotto.
Secondo i dati Istat elaborati da Sol2Expo, tra gennaio e agosto 2024 l’export di oli d’oliva italiani ha superato i 2 miliardi di euro, segnando una crescita del 59% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo balzo non si limita ai valori monetari: anche i volumi sono aumentati del 5,4%, con mercati extraeuropei come Stati Uniti (+9,6%), Giappone (+6,1%) e Canada (+12,9%) a guidare la ripresa. La Germania si conferma un partner strategico, con un aumento delle importazioni del 17,9%. Tra i prodotti di punta c’è l’olio extravergine d’oliva, responsabile dell’85% delle esportazioni italiane e simbolo della dieta mediterranea, che ha generato un surplus commerciale di quasi 107 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno. “L’olio extravergine d’oliva non è solo un prodotto, ma un ambasciatore del nostro stile di vita e della qualità del nostro Paese,” sottolineano gli organizzatori di Sol2Expo, evento previsto a marzo 2024 a Veronafiere, dedicato all’intera filiera dell’olivicoltura italiana.
Ma l’olivo è molto più di una risorsa economica. In Italia, oltre il 70% degli 1,1 milioni di ettari coltivati si trova in aree collinari o montane, dove svolge un ruolo cruciale nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nella conservazione del paesaggio. Alcuni alberi sono veri e propri monumenti viventi. A Magliano, in Maremma, si erge per esempio l’Olivo della Strega, che con i suoi oltre 3.000 anni è considerato tra i più antichi d’Europa. La sua corteccia contorta sembra raccontare storie di tempi remoti, quando – secondo la leggenda – le streghe danzavano intorno al tronco, costringendolo a torcersi sotto lo sguardo delle stelle. Dei veri e propri monumenti del patrimonio naturale italiano, su cui però incombe la minaccia della Xylella, un batterio patogeno che vive e si riproduce all'interno dell'apparato conduttore della linfa grezza. In Puglia, regione simbolo dell’olivicoltura, questo funesto bacillo ha già devastato 21 milioni di ulivi, causando una delle peggiori crisi ambientali in Europa. Tuttavia, la reazione non si è fatta attendere: A.M.O. Puglia e Save the Olives Onlus hanno lanciato il primo progetto mondiale di conservazione degli ulivi monumentali, a Ostuni. Con una superficie iniziale di 25 ettari, l’area protetta punta a raggiungere i 100 ettari, tutelando alberi secolari simbolo della cultura pugliese. Unaprol e Coldiretti hanno avviato un Polo antixylella, che supporta le aziende nella piantumazione di varietà resistenti e nello sviluppo di tecnologie avanzate per contenere il batterio. Parallelamente, eventi come il concorso artistico di A.M.O. Puglia, che ha coinvolto 370 bambini delle scuole elementari, mirano a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di questi giganti verdi. Nonostante le difficoltà, proprio la Puglia ha segnato un record storico nell’export di olio, con un aumento del 60% nelle vendite all’estero nel primo semestre 2024, grazie alla crescente domanda di prodotti certificati 100% italiani. La regione ospita anche il maggior numero di ulivi monumentali al mondo, ma il loro futuro dipende dalla ricerca e dall’innovazione.