Germania: in Brandeburgo l'Spd resiste, ma cresce la marea nera di AfD

- di: Redazione
 
Le elezioni regionali in Brandeburgo hanno avuto un esito apparentemente inatteso, con l'Spd (dato in netto svantaggio) che è finito in testa, ma sotto l'incalzare dei neonazisti di AfD.
''Apparentemente'' perché il partito locale ha voluto marcare una certa distanza, nei contenuti e nella progettualità, rispetto al cancelliere Olaf Scholz, che, in enormi difficoltà sul piano nazionale, era poco spendibile politicamente, almeno in questo periodo.

Germania: in Brandeburgo l'Spd resiste, ma cresce la marea nera di AfD

Per questa la vittoria nel Land è tutto merito di Dietmar Woidke, primo ministro uscente del Brandeburgo e politico capace di interpretare la situazione, al punto da avere evitato, con attenzione, che le sue posizioni potessero essere ritenute troppo vicine a quelle di Scholz.
L'Spd, in Brandeburgo, ha ottenuto poco più del 31 per cento, distanziando AfD di circa un punto percentuale, che comunque non offusca la travolgente cavalcata del partito che strizza l'occhio al nazismo e al revisionismo storico.

Indicativo il fatto, emerso già ieri sera, con le prime rilevazioni demoscopiche all'uscita dai seggi, che i socialdemocratici sono stati i più votati tra le persone ''anziane'', cioè i sessantenni e oltre, mentre Alternative für Deutschland ha attinto a piene mani nell'elettorato giovane e giovanissimo. A conferma del fatto che le sue tesi abbiano presa in quelle generazioni che, prive di un ricordo vivido del passato, sono esposte alla martellante campagna politica di AfD che cerca e trova dei nemici da combattere, a cominciare dagli immigrati, visti come ''ladri'' di posti di lavoro, ma tacendo del fatto che, senza di essi, la già traballante economia nazionale andrebbe in crisi.

Anche se è presto per cercare di capire quale possa essere il futuro politico del Land del Brandeburgo, appare scontato che AfD si propone come una spina nel fianco per i socialdemocratici, che dovranno cercare alleati in partiti ''minori'' che cercheranno di fare valere, in sede di trattative, il fatto che i loro voti sono necessari.
Uno di questi partiti è, politicamente parlando, un caso da studiare perché forgiato sulla persona della sua ''anima politica'', tanto da avere come denominazione ufficiale quella di Bündnis Sahra Wagenknecht (dove Sahra WagenWagenknecht è il nome della sua fondatrice), che ha alla fine ha portato a casa oltre il 13%.

La situazione di estrema confusione nell'elettorato tedesco è anche confermato dal tracollo degli altri partiti tradizionale: dalla Cdu, ai Grüne (i Verdi) e alla Linke.
I risultati delle elezioni nel Land, nel loro sorprendente esito, danno una indicazione precisa, che suona a monito per le ambizioni personale del cancelliere Scholz. Cioè si può vincere ma solo scegliendo il candidato migliore. Che può apparire una cosa scontata, ma non tanto, se si pensa che in Germania gli apparati partitici restano molto forti e condizionanti. Ma forse non al punto di non avvedersi che potrebbe essere quasi un suicidio politico insistere su un candidato incerto come è apparso Scholz alla luce delle sue ultime decisioni, che lo hanno portato ad adottare linee non certo vicine alla tradizionale socialdemocratica (come in materia di contrasto all'immigrazione) pur di contrastare AfD.
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