Domani alle 11:00 a Oslo il Comitato annuncerà il Nobel per la Pace 2025. La proclamazione cade nel mezzo di un quadro internazionale carico di conflitti, con 338 candidature tra persone e organizzazioni.
Un premio nel mezzo delle crisi
Nel nome di Alfred Nobel il Comitato valuta ciò che è stato concretamente realizzato per la pace. Il presidente Jørgen Watne Frydnes ha ricordato che basta una candidatura valida e che il giudizio tiene conto del quadro complessivo. “Guardiamo a ciò che è stato effettivamente ottenuto al servizio della pace”, ha spiegato.
Chi sono i favoriti (oltre la retorica)
In testa al dibattito ci sono le Emergency Response Rooms del Sudan, una rete civica che in piena guerra mantiene acqua, cibo, evacuazioni e assistenza sanitaria. La loro azione dal basso incarna un’idea di pace come protezione della vita nelle comunità. Tra i nomi individuali pesa la candidatura di Yulia Navalnaya, simbolo della resistenza civile russa. Restano sullo sfondo ipotesi che valorizzano il diritto internazionale, come le giurisdizioni globali, e le grandi ONG mediche.
Trump tra ambizione e realtà
Donald Trump rivendica il premio come coronamento del suo attivismo diplomatico. Davanti ai vertici militari a Quantico ha affermato che, se il suo piano su Gaza funzionerà, avrebbe “risolto otto conflitti in otto mesi”. Ma gli analisti ricordano che il Nobel per la Pace premia risultati verificabili e durevoli, non le promesse. E la campagna pubblica per il premio rischia di essere controproducente.
Quote e mercati non lo vedono davanti
Le piattaforme di scommesse e i mercati predittivi indicano favoriti alternativi: le reti civiche sudanesi e Yulia Navalnaya risultano avanti, mentre Trump scivola nelle percentuali a ridosso dell’annuncio. Un segnale che il consenso informato guarda più all’impatto umanitario che al rumore politico.
Il caso Greta e la rotta su Gaza
Nei giorni scorsi Greta Thunberg è stata fermata su una flottiglia diretta a Gaza, poi espulsa e rientrata in Europa. Ha denunciato maltrattamenti durante la detenzione; le autorità israeliane respingono le accuse. L’episodio riaccende il tema dei corridoi umanitari e alimenta l’attenzione sulle candidature legate all’assistenza ai civili.
Gli ostaggi e la leva simbolica
Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha inviato un appello al Comitato perché assegni il premio a Trump, citando il suo impegno sul dossier dei rapiti. Il presidente ha ringraziato pubblicamente il gruppo: un segnale del valore politico attribuito all’assegnazione.
Cosa insegna l’ultimo Nobel
Nel 2024 il premio è stato conferito ai sopravvissuti giapponesi alle bombe atomiche, riuniti nell’organizzazione Nihon Hidankyo, per decenni di testimonianza civile a sostegno del tabù nucleare. Una scelta che ha privilegiato coerenza, impatto etico e lavoro di lungo periodo.
Cosa aspettarsi
La bilancia potrebbe premiare reti poco divisive ma ad altissimo impatto, dove la pace coincide con la protezione dei civili e il rafforzamento delle comunità. In ogni caso, conta ciò che resta dopo i riflettori: risultati, istituzioni, vite salvate.