Erdogan silura il capo dell'Istat turco: aveva rivelato una inflazione devastante

- di: Redazione
 
Come si può combattere l'inflazione, che è diventato un problema in moltissimi Paesi, ma che in alcuni ha raggiunto dei livelli insostenibili per la gente? Il presidente turco Erdogan, una ricetta ce l'ha: ha licenziato su due piedi il capo dell'Agenzia nazionale di statistica, Sait Erdal Dinçe, che, all'inizio di gennaio, aveva ''osato'' scrivere che il tasso annuo dell'inflazione sarebbe stato superiore al 36%, ovvero il più alto da quasi vent'anni a questa parte. Un tasso che, per l'opposizione, è addirittura sottostimato.

Turchia: Erdogan silura il capo dell'Istat turco

Che in Turchia l'inflazione sia un problema serio e sino ad oggi rimasto immune a qualsiasi tentativo di arginarla lo conferma il fatto che nel solo mese di dicembre i prezzi al consumo sono aumentati di oltre il 13%, incidendo in modo devastante sui bilanci delle famiglie e incrinando la fiducia della gente nei confronti del Governo, già ai minimi termini. Quindi, dopo la pubblicazione delle previsioni dell'inflazione per il 2022, il presidente Erdogan ha deciso di licenziare il capo dell'Istituto statistico turco, ''colpito e affondato'' da un decreto ad personam.

Subito dopo il siluramento di Dinçer, Erdogan ha deciso che a prenderne il posto dovesse essere Erhan Cetinkaya, ex vicepresidente dell'autorità regolatrice del settore bancario turco.
L'inflazione, secondo gli analisti, è alimentata soprattutto dal costante calo di valore della lira turca.
Secondo l'opposizione, l'aumento reale del costo della vita è almeno il doppio di quel pur allarmante 36%, accusando il presidente Erdogan di aver contribuito all'impennata dei prezzi costringendo la banca centrale turca ad abbassare sistematicamente, nel corso degli ultimi mesi, i tassi di interesse.

Ma il presidente Erdogan, in una posizione scomoda a diciotto mesi prima delle elezioni presidenziali, continua a difendere le sue scelte. L'aumento dei prezzi al consumo, oltre sette volte superiore all'obiettivo iniziale del governo, al 13,58% nel solo dicembre, si spiega con il calo di quasi il 45% della lira turca rispetto al dollaro in un anno, nonostante le misure emergenziali annunciate dal Capo dello Stato a metà dicembre.
Consapevole del danno causato non solo all'economia, ma anche al suo indice di fiducia, Erdogan aveva promesso all'inizio di gennaio di "riportare l'inflazione a una cifra il più rapidamente possibile".
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