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Epstein, oltre un milione di documenti scoperti e caos negli Usa

- di: Bruno Coletta
 
Epstein, oltre un milione di documenti scoperti e caos negli Usa
Un nuovo capitolo nel gigantesco caso Epstein scuote Washington: ritardi, accuse politiche e richieste di responsabilità.

La saga dei documenti legati all’inchiesta su Jeffrey Epstein, il finanziere accusato di traffico sessuale di minori, si arricchisce di un colpo di scena clamoroso: il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato di aver intercettato oltre un milione di nuovi file potenzialmente rilevanti, che vanno ad aggiungersi alle centinaia di migliaia già sotto esame e parzialmente diffusi pubblicamente. Il risultato? Una bufera politica e giudiziaria destinata a non placarsi a breve.

Scoperta enorme di documenti e ritardi nella pubblicazione

Secondo dichiarazioni ufficiali, l’ufficio del procuratore federale per il distretto meridionale di New York e l’FBI hanno consegnato al Dipartimento di Giustizia oltre un milione di documenti che potrebbero essere collegati alle indagini su Epstein. Il DoJ ha ammesso che serviranno “alcune settimane” per esaminarli e prepararli alla pubblicazione, ritardando ulteriormente il rispetto della scadenza prevista dal Congresso statunitense, che era fissata al 19 dicembre 2025.

Questa scoperta è arrivata dopo la pubblicazione di migliaia di file aggiuntivi, inclusi documenti, foto e altri materiali, una parte dei quali contiene informazioni sensibili o riferimenti a personaggi noti.

La legge sulla trasparenza dei file Epstein

La controversa operazione di divulgazione è stata innescata dall’Epstein Files Transparency Act, una legge federale statunitense approvata dal Congresso e firmata dal presidente Donald Trump il 19 novembre 2025, che impone al Dipartimento di Giustizia di rendere pubblici tutti i documenti non classificati relativi al caso Epstein e Maxwell entro 30 giorni dalla sua approvazione.

Nonostante ciò, il DoJ ha già riconosciuto che non riuscirà a rispettare la scadenza, citando la mole enorme di materiale da revisionare e la necessità di proteggere l’identità delle vittime.

L’andamento travagliato della pubblicazione dei file ha innescato critiche trasversali tra democratici e repubblicani. Alcuni legislatori, come i rappresentanti Ro Khanna (D-CA) e Thomas Massie (R-KY), hanno minacciato di citare in giudizio o mettere in contempt of Congress la ministra della Giustizia Pam Bondi per mancata piena conformità alla legge.

Molti senatori hanno anche chiesto l’intervento dell’organo di controllo interno del Dipartimento per indagare sui ritardi e verificare se la legge sia stata rispettata appieno.

Il ruolo di Trump e le reazioni pubbliche

Il caso Epstein ha inevitabilmente coinvolto il presidente Donald Trump, soprattutto dopo che alcuni file pubblicati recentemente menzionano il suo nome in documenti e registri, tra cui alcuni riferimenti ai voli sul jet privato di Epstein. Tuttavia, fonti ufficiali sottolineano che la presenza di un nome nei documenti non implica colpevolezza.

“Buon Natale a quei viscidi che hanno amato Jeffrey Epstein…” – ha scritto Trump in un post pubblico sul suo social media, criticando aspramente i critici e rifiutando ogni responsabilità diretta.

Pressioni per testimonianze e responsabilità

Le nuove scoperte dei file hanno riacceso anche le richieste di testimonianze da parte di figure chiave che potrebbero avere informazioni rilevanti. Tra queste spicca il nome di Andrew Mountbatten-Windsor, ex principe del Regno Unito, già implicato in precedenti rivelazioni documentali sulla rete di Epstein. Alcune sopravvissute agli abusi, come Marina Lacerda, hanno chiesto che venga sentito dalla giustizia americana per chiarire il suo ruolo nei fatti.

Cosa cambia e cosa resta da chiarire

L’operazione di divulgazione dei file Epstein è ancora in pieno svolgimento e rimane caratterizzata da ritardi, redazioni pesanti e polemiche politiche. Solo una piccola parte dei documenti è stata resa pubblica finora, con molte pagine ancora inaccessibili o in fase di revisione.

Il nodo centrale resta la trasparenza: le vittime e i legislatori insoddisfatti richiedono una pubblicazione completa, senza omissioni, per comprendere fino in fondo come opere come quella di Epstein e dei suoi presunti complici potessero prosperare.

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