Spread in calo: perché il merito non è dell’Italia (analisi 2025)
Il nostro “vantaggio” è solo un’illusione perché a peggiorare è la rischiosità valutata dal mercati sui titoli di Francia e Germania, mentre sui nostri il giudizio non migliora e non peggiora. Ecco perché le distanze tra Italia e Francia-Germania si accorciano.
Spread giù, Btp fermi: perché il merito non è dell’Italia
Spread giù, Btp fermi: perché il merito non è dell’Italia
I rendimenti italiani sono stabili; cambia soprattutto il lato “core” dell’Eurozona. Ecco i numeri che lo dimostrano.
Punto fermo: lo spread scende, ma non perché il rischio-Italia sia migliorato all’improvviso. I Btp decennali restano nell’area del 3,5%: oggi intorno a 3,55–3,57%, praticamente in linea con fine giugno/inizio agosto (circa 3,50–3,58%). In altre parole, la nostra curva non si muove; a cambiare è il riferimento.
Bund più alti, spread più basso
Il differenziale si restringe perché il Bund decennale è risalito verso l’area 2,70–2,75%. Se il numeratore (Italia) è stabile e il denominatore (Germania) sale, il risultato è ovvio: spread più stretto senza alcun “miracolo” domestico.
Francia sotto pressione, e il mercato lo prezza
Parigi paga di più: sulla parte a 5 anni i rendimenti francesi hanno eguagliato/superato quelli italiani, mentre sul 10 anni il divario con l’Italia si è ridotto a pochi punti base. Traduzione: il rischio percepito si sta spostando dal perimetro “periferico” a quello “core”.
I numeri chiave (semplici e verificabili)
Btp 10 anni: oggi ~3,55–3,57%; a fine giugno/inizio agosto ~3,50–3,58%. Scarti minimi, situazione invariata.
Bund 10 anni: area ~2,73%, in rialzo rispetto a inizio estate. È qui che si gioca la partita dello spread.
Spread Italia-Germania 10 anni: intorno a ~95 punti base, sui livelli più bassi degli ultimi anni, trainato da Berlino, non da Roma.
Cosa significa davvero per l’Italia
Per i conti pubblici conta quanto paghiamo in valore assoluto. Con Btp intorno al 3,5%, il costo medio del debito resta significativo e richiede disciplina di bilancio e crescita. Lo spread più basso è una buona notizia di riflesso, non la prova di una svolta strutturale.
Il rischio italiano non è cambiato, sono peggiorati quelli di Francia e Germania
Lo spread cala perché salgono i Bund e perché la Francia è sotto stress. L’Italia oggi non è cambiata: i rendimenti sono gli stessi. Fino a quando il Btp resterà nell’area 3,5%, il segnale non è di trionfo, ma di equilibrio fragile che può ribaltarsi al primo shock.