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Difesa Ue, Costa rilancia la prontezza al 2030. Prestiti a Kiev dagli asset russi congelati

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Difesa Ue, Costa rilancia la prontezza al 2030. Prestiti a Kiev dagli asset russi congelati

In vista del vertice del 1° ottobre a Copenaghen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha inviato ai leader dei Ventisette una lettera che chiede un «salto di qualità» sulla difesa comune. L’obiettivo dichiarato è fissare un orizzonte al 2030 per la prontezza militare dell’Unione, superando l’attuale frammentazione tra eserciti nazionali. Costa parla di «misure concrete» in termini di capacità, un passo che trasformerebbe la politica estera europea in un progetto più strutturato.

Difesa Ue, Costa rilancia la prontezza al 2030. Prestiti a Kiev dagli asset russi congelati

La questione cruciale resta il finanziamento. Il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha rilanciato l’idea di un prestito di riparazione a favore dell’Ucraina. Lo schema prevede l’utilizzo delle giacenze liquide degli asset russi congelati nell’Ue come base di garanzia per nuovi fondi, senza intaccare la proprietà formale di Mosca. In questo modo Bruxelles potrebbe fornire a Kiev liquidità immediata, sterilizzando l’impatto sui bilanci nazionali e rispettando al tempo stesso i vincoli di diritto internazionale.

Berlino apre, i mercati osservano
La Germania si è detta pronta a discuterne, mentre altri Paesi attendono di capire quali ricadute potrebbe avere sul piano giuridico e reputazionale. I mercati guardano con attenzione alla proposta: una decisione di questo tipo costituirebbe un precedente, dimostrando che le sanzioni finanziarie possono trasformarsi in strumenti attivi di politica estera e non solo in misure punitive. Ma il rischio di contenziosi resta elevato, e non è escluso che Mosca ricorra a sedi internazionali per contestarne la legittimità.

Autonomia strategica e industria
Il progetto di difesa europea non riguarda soltanto la sicurezza, ma anche la dimensione industriale. Coordinare gli investimenti nella produzione di armamenti significa rafforzare la filiera continentale, generare economie di scala e ridurre la dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti. L’industria della difesa europea, che oggi soffre di duplicazioni e sovrapposizioni, potrebbe beneficiare di un aumento stabile della domanda, ma a condizione che gli Stati membri rinuncino a politiche puramente nazionali.

I costi della transizione

Secondo analisti vicini alle istituzioni comunitarie, la costruzione di una prontezza difensiva europea al 2030 richiederà risorse pluriennali ingenti e una ridefinizione dei bilanci comunitari. La sfida è compatibile solo in parte con le regole fiscali attuali, e richiederà probabilmente un compromesso simile a quello raggiunto con il Next Generation EU. Senza un meccanismo di finanziamento condiviso, la difesa comune rischia di rimanere un progetto politico senza gambe economiche.

Ucraina al centro
La guerra in Ucraina resta l’elemento catalizzatore. Per Costa, la credibilità dell’Ue dipende dalla capacità di sostenere Kiev non solo con aiuti militari, ma anche con strumenti finanziari innovativi. La proposta del prestito sugli asset russi congelati diventa così un banco di prova: se accettata, dimostrerebbe che l’Unione è capace di trasformare vincoli e sanzioni in leve operative, segnando un cambio di passo rispetto al passato.

Verso Copenaghen
Il vertice del 1° ottobre dirà se i Ventisette sono pronti a convergere. Il consenso non è scontato: permangono differenze profonde tra i Paesi baltici, che spingono per un’accelerazione, e alcuni Stati mediterranei, più cauti sui costi e sugli effetti geopolitici. Ma l’urgenza della guerra in corso e le pressioni Usa per un maggiore impegno europeo rendono improbabile uno stallo prolungato.

La lettera di Costa fissa la cornice. Ora resta da vedere se l’Unione saprà riempirla di contenuti concreti: un meccanismo finanziario innovativo per Kiev e una roadmap industriale per la difesa. Senza questi due pilastri, il traguardo del 2030 rischia di rimanere una scadenza simbolica, non un obiettivo reale.

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