AgCom: 18,9 mld di euro il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni nel 2021

- di: Barbara Leone
 
Il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) per il 2021 è stato stimato in 18,9 miliardi di euro, pari all’1,1% del Pil ed in crescita del 14,2% rispetto al 2020. A stabilirlo è l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) secondo cui tale dinamica è ascrivibile principalmente alla ripresa degli introiti pubblicitari, tra i quali va evidenziata la crescita sostenuta di quelli online, la ripresa di quelli riconducibili ai media tradizionali dopo la contrazione registrata durante il periodo pandemico, a cui si aggiunge l’importante crescita dei ricavi provenienti dalle offerte televisive a pagamento sul web e le maggiori entrate derivanti dalla riscossione del canone per il servizio pubblico radiotelevisivo. La crescita di tali voci ha pertanto comportato l’incremento del valore complessivo del Sic nonostante la riduzione delle voci relative agli abbonamenti alla pay tv satellitare e digitale terrestre, alla vendita di copie cartacee e digitali di quotidiani e periodici e alla fruizione da parte del pubblico di opere cinematografiche. Quanto alla distribuzione delle risorse complessive del Sic, previsa l’AgCom, per l’anno 2021 per macrocategorie di ricavo, si registra un’incidenza pari al 58,9% (53,6% nel 2020) di quelle attribuibili alle entrate da pubblicità, del 29,2% di quelle riferibili alla vendita diretta di prodotti e servizi e il restante 11,9% relativo ai fondi pubblici.

AgCom: 18,9 mld di euro il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni nel 2021

Nel provvedimento, sulla base delle informazioni raccolte e tenuto conto della dimensione complessiva e degli assetti nel Sic nonché delle esigenze di trasparenza e conoscibilità del mercato, l’Autorità ha determinato la distribuzione delle quote dei soggetti che detengono una quota superiore all’1% dei ricavi complessivi del Sic. Da questa analisi, con riguardo alle ipotesi che a norma dell’articolo 51 del Tusma costituiscono indici sintomatici di posizioni di mercato potenzialmente lesive del pluralismo, emerge come nessuno degli operatori realizzi, nel 2021, ricavi superiori alla soglia del 20%, sebbene si rilevi che le quote dei primi quattro operatori si attestano su valori superiori al 10% dell’aggregato. I soggetti che detengono quote non inferiori all’1% rappresentano congiuntamente, con 12,5 miliardi di euro, il 66,4% del SIC, mentre il restante 33,6% delle risorse complessive è caratterizzato dalla presenza di una platea di soggetti piuttosto ampia con quote pari o inferiori all’1%. In tale contesto, Rai si colloca in prima posizione, con un’incidenza dei propri ricavi sul Sic del 13,5%, mentre Comcast/Sky, con un peso del 12,1% sulle risorse complessive, detiene il secondo posto. Seguono il gruppo Fininvest, con una quota complessiva del 10,3% e Alphabet/Google con una quota di poco superiore al 10%.

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